ORLANDINA Basket

QS
sabato 6 agosto 2005 at 10:09

L’appuntamento con la storia è fissato: 9 ottobre 2005. Ci sarà sicuramente il tutto esaurito al PalaFantozzi, come quel 14 aprile dello scorso anno, quando la matematica disse, Orlandina in serie A. A condurla per mano nell’Olimpo del basket, Enzo Sindoni, presidente che definire semplicemente carismatico sarebbe riduttivo, un dirigente capace di portare, in un decennio, una matricola di provincia dalla serie C2 alla A. «Per favore, non chiamateci la cenerentola del campionato. Preferiremmo essere un valoroso Davide che lotta al cospetto di tanti Golia». Esordisce così Sindoni, e già si capisce che si è al cospetto di condottiero quando raccontare l’emozione della prima estate da serie A: «Devo ammettere che soltanto a leggere il calendario mi vengono i brividi. Iniziare in casa contro Siena e trovarsi di fronte il Ct della Nazionale, sarà un onore».
State per cominciare un’avventura che, solo pochi anni fa, era impensabile. Quali sono le sensazioni?
«Quello che abbiamo raggiunto è il frutto di anni di lavoro improntati certamente sull’entusiasmo ma, allo stesso tempo, sull’equilibrio e la concretezza. Vogliamo dimostrare di essere una società all’altezza della serie A e affronteremo ogni incontro con l’umiltà degli ultimi arrivati ma sempe determinati a vincere».
A che punto è la campagna acquisti?
«Ammetto che siamo ancora lontani dal completamento del roster. La nostra è una politica attendista ma che già ci ha premiato negli scorsi anni. Le cifre che si sentono in giro sono ancora troppo alte, aspetteremo, confidando nella provata abilità del nostro staff tecnico Perdichizzi, Venza e Pastori. cercheremo di prendere i migliori nel rapporto qualità-prezzo. Dal punto di vista tecnico molto dipende dalla riconferma del nostro giocatore più carismatico, Brian Oliver».
Attualmente avete sotto contratto 5 elementi, mancano ancora molte pedine...
«Utilizzeremo i 3 giocatori americani più Kristaps Janicenoks nel ruolo del cosiddetto Bosman B. Le scelte sono fortemente legate all’individuazione del playmaker, americano oppure con passaporto italiano. Le trattative sono tante e non mi sento di fare dei nomi, ma posso assicurare comunque l’arrivo di un giocatore con molta esperienza europea. Inoltre teniamo molto alla riconferma di Marco Caprari, uno dei simboli di questa Upea».
Cosa si attende da questa stagione?
«Il nostro autentico scudetto sarebbe quello di guadagnare la salvezza. Puntiamo a essere il primo club siciliano nella storia a restare in serie A per più di una stagione. Spero si riesca come gli anni scorsi a far quadrare i conti, il che ha rappresentato fin’ora la nostra vera forza».
Qual’è la strategia per restare in alto, essendo il più piccolo centro dei massimi campionati di tutt’Europa?
«Gli ultimi anni, con i fallimenti di piazze storiche come Verona, Virtus, Trieste r Pesaro, ci hanno insegnato che l’improvvisazione non paga. Siamo coscienti delle nostre forze e le retrocessioni fanno parte del gioco, così come la subimmo dalla Lega2 tre stagioni fa, ma i nostri tifosi mai dovranno conoscere l’onta della sparizione».
A Capo d’Orlando, dunque, il conto alla rovescia è già partito. Col ritiro precampionato, che scatterà il 24 a gosto a Tortorici, l’avventura avrà ufficialmente inizio. Il gran ballo è pronto, per una cenerentola, pardon presidente, che farà di tutto per non perder la scarpina allo scoccar della mezzanotte.
Giuseppe Romeo

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