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Basketground mercoledì 25 gennaio 2006 at 11:59
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L'Upea Capo d'Orlando sta vivendo una stagione sportivamente controversa, figlia di un mercato mai terminato e di risultati che se prendessimo in considerazione fino al 39' delle partite probabilmente vedrebbero i siciliani senza l'acqua alla gola.
Giovanni Perdichizzi, dopo l'ennesima sconfitta di misura (-3 contro Roseto), ha parlato di mancanza di leadership e di rotazioni, concetti chiarissimi e alla portata di chiunque abbia visto anche mezza partita dell'Upea.
Capitolo leadership: Marquee Perry è un giocatore di grande talento, non lo si scopre oggi. È un playmaker? No, ma non sarebbe la prima volta che una guardia fisicamente piccola si presta al ruolo. Ha il carisma? Se si, non l'ha dimostrato al momento, nel senso che poche volte le sue giocate sono state sinonimo di vittoria, e in due delle quattro uscite vittoriose dei paladini non ha raggiunto la doppia cifra per punti e non ha brillato (ad Avellino e Reggio Calabria).
Il giocatore è confuso: fa fatica a trovare equilibrio tra il prendersi tutte le responsabilità e quando fare il ragioniere, specie se poi i risultati sono contrastanti. È chiaro che un giocatore dotato di "cervello" cestistico e mani affidabili gli farebbe molto comodo, ed è comprensibile il disappunto di Perdichizzi che non solo non ha avuto Cavaliero, ma gli ha anche visto vincere una partita determinante contro di lui.
Dice il coach: ci vorrebbe l'uomo che si prende la patata bollente nei minuti decisivi. Diciamo noi: sì, ma servono anche delle gerarchie e degli equilibri che si creano solo con il tempo passato insieme a lavorarci sopra, e Marquee Perry è stato uno degli ultimi giocatori ad arrivare a Capo d'Orlando. Ovvio che con il senno di poi è tutto più semplice, ma della formazione dell'anno scorso andavano tenuti Mc Intyre (priorità numero 1) e Oliver (numero 2). Il primo non perchè è necessariamente più forte di Perry, ma perchè a differenza del collega sa far canestro ma è prima di tutto una fonte di gioco, e avere un playmaker che conosce il suo coach è già un bel vantaggio. Chiedeva troppo? Forse, ma forse "MP" non è arrivato neanche per due lire. Opinioni.
Oliver: un italiano con le sue caratteristiche non esiste. Sbaglia chi pensa che sarebbe stato lo stesso giocatore visto in LegAdue, ma di sicuro non avrebbe avuto paura di prendersi gli ultimi tiri e magari sarebbe stato d'aiuto anche a livello di spogliatoio. Indispensabile? No, ma sicuramente avrebbe rivestito un ruolo importante, visti anche i suoi trascorsi con Perdichizzi. L'errore, semmai, è aver dato per scontato il fatto che sarebbe rimasto.
Rotazioni: Janicenoks e Carter han giocato 40' a testa contro Roseto. Non è un caso, ma non sarebbe mai dovuto accadere nei piani iniziali. Entrambi sono stati presi immaginando la presenza di Oliver, che avrebbe giovato anche all'ambientamento e alla crescita del giovane e talentuoso Janicenoks, che ora deve prendersi responsabilità che non immaginava (vedi ultimo tiro a Reggio Emilia). Perry è confuso? Entra Levin, che non spinge, non attacca e si arrangia come può in difesa. L'Upea gli sta chiedendo di più nel peggior momento dello statunitense, ma visibilmente non basta. Lunghi. Jelic è in crescita clamorosa (21.3 punti e 11 rimbalzi di media nelle ultime tre uscite), Nnamaka è un difensore affidabile e una presenza a rimbalzo, in attacco fa ciò che gli concede un talento non sconfinato. Praskevicius possiede sicuramente classe ed esperienza, quando è in campo difensivamente la coppia con Jelic da ampie garanzie, in attacco si affida, per ora, esclusivamente alla pericolosità dal perimetro. I suoi infortuni, però, stanno obbligando Phil Ramelli a un minutaggio che non necessariamente era preventivabile. L'ex panchinaro di Sassari ha un buon tiro fronte a canestro, punto. Troppo poco per incidere a questo livello, e soprattutto le sue triple arrivano spesso nel secondo quarto, meno frequentemente nel quarto.
Mercato: si è perso troppo, troppo tempo. Al debutto contro Siena c'erano otto giocatori "veri", due dei quali (Traina e Bernard) hanno fatto le valigie, uno dei due sostituti (Praskevicius) è in infermeria. In settimana potrebbe firmare Moltedo, anche per aggiungere un italiano a referto e concentrarsi sulla ricerca di un play/guardia comunitario, anche nel tentativo di recuperare Perry. Ma così come la forza della formazione che schiantò la scorsa LegAdue era proprio la coesione di un gruppo tecnicamente non eccelso in termini di profondità (i vari Caprari, Pilotti, Grappasonni, Marisi o ancora Ferrienti sono comprimari più o meno affermati della categoria), il problema principale di questa squadra è la sua mancanza di stabilità. I roster con le porte girevoli hanno raramente brillato per continuità, e questa non sembra essere un'eccezione.
Pietro Scibetta |
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