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Gazzetta del Sud
domenica 12 febbraio 2006 at 17:38


Si poteva arrivare con una maggiore serenità alla sfida salvezza di stasera (inizio ore 18,15) a Livorno, ma le reiterate bizze del centro Dusan Jelic hanno costretto la società biancazzurra ad adottare il pugno di ferro, mettendolo fuori squadra, l'anticamera del "taglio". Ma siamo sicuri che l'allontanamento del centro serbo-greco sia un fatto negativo per la squadra paladina? Sembrerebbe di no, ascoltando dirigenti, giocatori e, soprattutto, il coach Giovanni Perdichizzi per il quale Jelic era diventato una presenza negativa per l'intero ambiente. «La società ha voluto mandare un segnale forte in vista della delicata gara con i labronici, ed io mi attendo una reazione altrettanto forte da parte della squadra sul campo, per intenderci come quella fatta vedere con Varese, dopo il "taglio" di Traina. Le premesse ci sono tutte, perché i giocatori hanno lavorato bene nella seconda parte della settimana, dopo l'adozione del provvedimento disciplinare, e ciò sta a dimostrare che si era creata una situazione di assoluta incompatibilità tra il centro e i suoi compagni di squadra. Evidentemente Dusan, tenendo atteggiamenti irriguardosi nei confronti dei compagni e della società, non ha capito che è fondamentale lo spirito di gruppo, anche fuori dal parquet, mentalità di squadra per centrare l'obiettivo della salvezza. Abbiamo fatto di tutto per farglielo intendere, ma lui ha continuato a fare di testa sua, e conducendo negli ultimi tempi una vita non sicuramente da professionista, s'è posto al di fuori del nostro progetto».
Dunque, si separano le strade dell'Orlandina e di Jelic, ma cosa cambia nel gioco biancazzurro, sin da stasera al "PalaAlgida", in attesa dell'arrivo di un sostituto di qualità che si faccia valere sotto canestro? Perdichizzi capisce l'emergenza ma tende a sdrammatizzare: «Niente. Ognuno dovrà fare qualcosa in più in termini di presenza ai rimbalzi. Per il resto, paradossalmente, la situazione può addirittura migliorare perchè correremo di più in contropiede». Ma cosa dovrà temere maggiormente l'Orlandina dei livornesi: la batteria degli esterni o il roccioso Troutman sotto le plance? Il tecnico paladino non ha dubbi: «Sicuramente i 3 esterni, con il play Porta pericoloso dall'arco e in contropiede, la guardia americana Mc Pherson temibile oltre che da 3 anche in avvicinamento, e l'ala piccola Recker molto bravo in isolamento. Non mi preoccupa Troutman che sarà ben controllato da Nnamaka e Praskevicius».
Ma che partita dovrà disputare l'Orlandina per tentare il colpo? La ricetta di Perdichizzi è semplice: «La nostra vittoria dovrà essere costruita in difesa. Non dovremo essere molli, come avvenuto con la Virtus Bologna, ma piuttosto dobbiamo metterci intensità per recuperare palloni e poi correre in contropiede. Tutta la squadra dovrà fare un ulteriore passo in avanti, alla ricerca di una indispensabile continuità di rendimento. A mio avviso, la chiave di volta della gara sarà data dall'atteggiamento delle squadre: vincerà chi saprà rimanere calmo nei momenti di difficoltà, senza farsi prendere dal panico, e chi tirerà meglio dal perimetro. Noi dovremo rimanere attaccati a Livorno per poi piazzare nel finale la zampata vincente, sfruttando anche una migliore condizione psicologica: espugnare Livorno significherebbe portarsi sul 2-0 negli scontri diretti e ridurre a 2 lunghezze lo scarto in classifica».
Starting-five di necessità per l'Orlandina con Perry, Carter, Janicenoks, Nnamaka e Praskevicius. Problemi in panchina per le precarie condizioni degli infortunati Moltedo (contrattura) e Kastmiler (problemi alla schiena). Per Livorno tutti abili e arruolati: infatti, ieri, si sono allenati anche gli acciaccati Troutman, Ingles ed Abbio.
Walter Mangano
 

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