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Gazzetta del Sud
sabato 4 marzo 2006 at 09:06


"Il giorno dei giorni". Si affida ad uno dei tanti successi del suo cantante preferito, Ligabue, il milanese Enzo Sindoni, presidente del miracolo-Orlandina, per anticipare le emozioni di quella sfida che neanche immaginava di poter vivere un giorno da massimo dirigente di una squadra partita dalla C2 e che incrocerà le "scarpette rosse" per le quali Sindoni tifava sugli spalti del vecchio palasport di Milano negli anni '70 prima di trasferirsi a Capo d'Orlando nel paese della madre.
«Non riuscivo neanche a sognarlo o a immaginarlo sino a qualche anno fa questo giorno di Upea-Milano- afferma Sindoni-. Adesso si realizza, è una gioia immensa, è un traguardo storico e straordinario per tutta la città e non solo per la Capo d'Orlando sportiva. Ci confrontiamo alla pari in una partita che, comunque andrà, ricorderò per tutta la vita».
Si va verso il tutto esaurito, considerate anche le numerose richieste che avete avuto da fuori?
«C'è una disponibilità ancora di 300, quasi 400 biglietti di tribuna numerata invenduti e c'è ancora spazio per le gradinate. Sicuramente andiamo verso il tutto esaurito, la prevendita è già molto avanti rispetto alle altre gare casalinghe. L'invito che faccio a chi ci segue abitualmente è quello di affrettarsi».
Rispetto all'ultima gara interna contro la Virtus Bologna la sua Upea non ha impellente necessità di vincere, vista anche la classifica, dopo i due colpi esterni di Livorno e Cantù, non crede?
«Sono stati quattro punti pesantissimi, mi è piaciuto anche il gioco della squadra, persino spettacolare a Cantù. A Livorno è stata invece una partita difficile e che abbiamo vinto anche con il carattere. Sono molto contento e so che abbiamo fatto due passi ulteriori verso la salvezza che, però, è ancora lontana. Milano è una squadra che equivale o addirittura la scavalca alla Virtus Bologna che vinse da noi. Quindi dobbiamo avere umiltà ed intensità giuste ma questa è una Upea diversa da quella di alcune settimane addietro. Quella di domani può essere una tappa importantissima verso la permanenza, non solo in termini di storia sportiva».
Ma era veramente la "pecora nera" nello spogliatoio Jelic e la sua estromissione ha fatto cambiare la mentalità del gruppo?
«Credo di avere, in dieci anni di presidenza dell'Orlandina e in altri ambiti, sempre difeso e tutelato il gruppo e gli uomini che, insieme a me, collaborano per raggiungere il risultato. Quindi anche se ho deciso di avere allontanato Jelic in un momento chiave della stagione dal resto della squadra, non voglio nè tirargli la croce addosso e nè indicarlo quale unico responsabile. Parliamo solo di una non omogeneità tra le sue caratteristiche, umane e individuali, dal resto del gruppo. Ma questo non significa che da un lato ci siano i buoni e dall'altro i cattivi».
Domani esordirà in casa Evtimov che ha avuto un impatto eccezionale a Cantù non solo in termini di resa sul parquet ma anche come entusiasmo ed inserimento: è vero che lei già pensa ad un prolungamento del suo contratto?
«Evtimov nel mese di settembre lo cercammo e ci parlai personalmente, poi decise di firmare con l'Olimpia Lubiana per disputare l'Eurolega. Il giocatore indicherà il campo di che alto livello è; io posso dire che è un professionista straordinario, è arrivato qui con i nuovi compagni in vacanza, ha lavorato indefessamente, non si è mai lamentato di nulla, nè dei carichi di lavoro e nè dell'ambientamento. Per quanto riguarda il futuro dico, e mi dispiace, che il nostro mercato, anche per il prossimo anno, avrà un percorso diverso da quello che si può ipotizzare. Evtimov? Mi auguro che resti, ma lo vorrei anche per Perry ed altri giocatori. Ma prima di valutare l'opportunità dell'Orlandina, Evtimov ed altri sicuramente valuteranno le offerte di prima fascia dei club italiani ed europei che lotteranno per i play-off o disputeranno le coppe internazionali». Arbitri di domani Tola-Seghetti-Lo Guzzo.
Giuseppe Lazzaro
 

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