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La Gazzetta del Sud
lunedì 6 marzo 2006 at 09:03


Se ci sono sconfitte che paradossalmente fanno morale, quella rimediata ieri sera al "PalaFantozzi" da una irriducibile Orlandina contro la "corazzata" AJ Milano appartiene a questa categoria apparentemente illogica. Quando una squadra sotto di 17 punti (61-78) alla fine del 3. quarto ha ancora la forza di mettere sotto pressione l'avversario, allungandosi sulle rimesse da fondo campo tanto da rosicchiare ben 10 punti nell'ultimo periodo (80-87 a -3'05''), facendo venire qualche pensiero al coach milanese Sasha Djordjevic (costretto a rifugiarsi in 2 time-out per rompere il ritmo e neutralizzare così una rimonta che stava diventando pericolosa), significa che ha ancora energie fisiche da spendere ma soprattutto una incommensurabile forza morale.
E con queste qualità la salvezza è più che una speranza, indipendentemente dai risultati delle due maggiori indiziate alla retrocessione, Avellino e Viola Reggio Calabria, entrambe sconfitte in quest'ultimo turno, e quindi ancora distaccate rispettivamente di 4 e 6 punti. A dispetto del punteggio finale, diciamo subito che la partita non è stata una passeggiata per Milano che è stata messa alla frusta nel 1. quarto quando ha subito la furia agonistica dei biancazzurri, non riuscendo a stendere la difesa sui 10 metri tanto da consentire tiri facili alla fucileria paladina che soprattutto con Carter (16 punti con 2/4 da 3) ma anche con Janicenoks (6 punti) bruciava la retina. Buone notizie arrivavano ai rimbalzi, con Evtimov che lasciava un solo pallone in attacco al totem meneghino, suo dirimpettaio, Joseph Blair, superandolo addirittura nei punti realizzati: 7-4. E così l'Orlandina volava a +5 dopo 3' (11-6), +4 a -5'45'' (15-11) con un canestro da sotto di Perry su scarico del positivo Evtimov, +5 (21-16) a -4'06'' grazie ad una conclusione del centro franco-bulgaro che evitava il tagliafuori di Blair. Djordjevic capiva che non si poteva dare tanta confidenza a questa Orlandina spavalda e cominciava a modificare il quintetto (lo starting-five era composto da Bulleri, Calabria, Gigena, Schultze e Blair), inserendo uno dei gioielli dell'AJ, Shumpert, al posto di un opaco Gigena (0/1 al tiro e -2 di valutazione), quindi a -2'20'' con i paladini ancora avanti di 3 (25-22) operava la rivoluzione con un triplo cambio: Coldebella/Bulleri, Grant/Schultze e Galanda/Blair. Completavano il quintetto milanese Shumpert e Calabria, con quest'ultimo che si scatenava sul finale con 3 triplone che fissavano il punteggio sul 29 pari al suono della prima sirena. Ad inizio della 2. frazione Milano tentava l'allungo con Shumpert e Grant (29-33), ma Carter ricuciva lo strappo: 35 pari a -6'40''. Al 2. tentativo iniziava la fuga buona: l'AJ approfittava delle inevitabili rotazioni tra la fila dei locali (in panca Carter e Nnamaka, rilevati da Janicenoks e Levin), e con Bulleri e Shumpert sul parquet (al posto di Montecchia e Grant) e prendeva il volo: triple del play della nazionale e di uno scatenato Galanda per il 35-41 a 5'13''. Vantaggio che si dilatava a +10 (52-42) all'intervallo e a +17 (61-78) al termine del 3° periodo. La differenza la faceva soprattutto la panchina: quella di Milano produceva 49 dei 100 punti finali (con l'ala forte Galanda impressionante dall'arco: 6/7! Senza dimenticare i 14 punti di Shumpert), a fronte dei 2 punticini di Nnamaka. Nell'area colorata e ai rimbalzi alla distanza veniva fuori un incontenibile Blair, che demoliva il pur generoso Evtimov il quale non ha beneficiato degli auspicati aiuti di un deludente Praskevicius e dell'acciaccato Ramelli. Le cifre dei rimbalzi sono eloquenti: 40-27 (di cui 14 in attacco). Pazienza per la sconfitta, resta la consolazione di una bella prova di carattere in una grande serata di sport.
Walter Mangano
 

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