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Gazzetta del Sud
martedì 2 maggio 2006 at 08:51


DALLA DELUSIONE al Grande Slam. Tutto in sei mesi. Un piccolo "lieto fine" cestistico quello che ha vissuto Andrea Luchi a Scafati. Sulle orme dell'Orlandina, anche i campani sono riusciti nell'impresa di vincere il campionato di Legadue e la Coppa di Lega: a muovere saggiamente le pedine di questo "scacco matto" alla Legadue, il general manager già a Messina prima del grande salto dietro la scrivania della Scavolini Pesaro versione Eurolega e dell'amaro fallimento della scorsa estate.
«Ho tentato di salvare Pesaro con tutte le mie forze – ricorda il gm toscano – in quelle settimane di passione ho anche rifiutato un biennale da Varese, perché nutrivo una seria speranza di poter continuare a Pesaro in massima serie. Invece tutto poi è saltato, con la Scavolini che ha ripreso dalla B d'Eccellenza. Un sogno infranto, una delusione immensa. Avevo già programmato alcuni viaggi d'aggiornamento in America, finché...».
Finché Nello Longobardi, presidente ambizioso e passionale di Scafati, non si è trovato a dover sostituire, dopo pochissimi mesi, il suo responsabile organizzativo e tecnico: quel Giancarlo Sarti gm dell'ultima Sicilia Messina, quella della serie A, prima della scomparsa. Un "messinese" che lascia il testimone ad un altro "messinese". Risultato? Scafati fa un boccone del campionato ed ora programma, non senza grattacapi per via della super tassa d'ammissione da un milione e mezzo di euro, la stagione più importante della sua storia.
«Arrivai a Scafati – ricorda Luchi – il 12 ottobre, dopo la seconda giornata. Zero punti in classifica con sconfitte in volata contro Rieti in casa e Imola fuori. L'organico mi sembrò adeguato all'obiettivo ambizioso che il presidente aveva in mente. L'unica cosa che gli dissi era di prendere un playmaker in più e di rilasciare un lungo».
E così, fuori Tony Dorsey, finito a Jesi, dentro Lucas Victoriano, ex Real Madrid che inutilmente Luchi aveva tentato di portare a Messina nelle due stagioni di vertice in Legadue.
«Durante l'anno ci siamo rinforzati con il solo Ante Grgurevic. Non serviva altro. A Scafati, nonostante venissi dall'esperienza assoluta dell'Eurolega e della semifinale scudetto, ho sentito alto il valore della sfida. Qui da tanti anni la sete di vittoria è rimasta insoddisfatta. Ho trovato un presidente "carico" di buone intenzioni ma tutto l'ambiente era umorale: si esaltava nel successo, si deprimeva nella sconfitta. Da qui sono passati otto allenatori e 64 giocatori diversi. Ho lavorato molto per isolare la squadra dal resto dell'ambiente, che aveva il diritto di sognare il grande salto; ma solo concentrandosi, il team poteva dar il meglio di sé».
A guidare Scafati al di là della barricata con la A maiuscola, molta gente che conosce le nostre latitudini cestistiche. Dal coach Valli, alle guardie Wilson (19 punti di media col 47% da tre) e Sciutto, tutti ex Ragusa, per finire all'ex messinese Cristiano Grappasonni (7 punti in 20' di utilizzo medio). Il resto lo hanno fatto i chili di Harold Jamison e l'amalgama di Andrea Luchi. Ma lui, il gm cresciuto cestisticamente a Montecatini, sul suo futuro è ancora incerto: «Deciderò se restare a Scafati solo nelle prossime settimane. Devo valutare l'opportunità di un rinnovo e sedermi a parlare di programmi con il presidente. Scafati è il mio primo interlocutore. Per adesso dobbiamo goderci questa promozione.
Con Andrea Luchi facciamo le carte a questo finale di stagione. «L'Orlandina ce la farà. Lottando fino alla fine, ma ce la farà e sarò contento per il mio amico Giovanni Perdichizzi. Nei playoff di Legadue vedo bene Rimini. Sul mercato, occhio alle rivelazioni Romain Sato di Jesi e Leroy Hurd di Montegranaro. In B d'Eccellenza spero di poter venire vedere una finale tra Patti e Scavolini Pesaro. Sarebbe una buona occasione per rivedere qualche amico messinese. La nostra Pallacanestro Messina in questa Legadue? Avremmo vinto a mani basse!».
 

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