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Gazzetta del Sud domenica 14 maggio 2006 at 17:58
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Questa pazza pazza pallacanestro. L' Orlandina doveva conquistare la virtuale salvezza nella gara interna con Teramo di domenica scorsa, ma ha fatto harakiri divenendo la maggiore indiziata per la retrocessione, a causa dei concomitanti successi di Roseto ed Avellino che determinavano la parità in classifica per tutte e tre le compagini (18 punti). Ed invece il "Paradiso" è arrivato nel successivo turno infrasettimanale che non prometteva nulla di buono: i paladini dovevano affrontare un Reggio Emilia senza patemi, rinunciando all'infortunato Praskevicius (con conseguente riduzione delle rotazioni) e con Carter ancora non completamente ristabilitosi dall'infortunio alla caviglia, tant'è che la guardia americana non ha rischiato accelerazioni in transizione o veloci contropiede. Mentre Avellino aveva sulla carta un turno agevole opposto all'ormai salvo Livorno. Senonchè si verifica l'imponderabile, a conferma che il basket è ancora uno sport pulito, lontano anni luce dallo spettacolo indecoroso offerto in questi giorni dal calcio italico, dominato da una "cupola" delinquenziale come sta emergendo sinistramente dalle inchieste giudiziarie in corso, rivelatrici di un verminaio assolutamente inimmaginabile per le sue dimensioni e per l'intreccio giocatori-dirigenti-arbitri-istituzioni che partoriva partite truccate. Alla faccia di milioni di sportivi che ancora si nutrono del rituale domenicale. Sotto il cielo della palla a spicchi si può, invece, continuare a sognare perché l'etica del lavoro rimane un valore indiscutibile: come spiegare diversamente il canestro della vittoria di Livorno, proprio sulla sirena, nella tana dei lupi dell'Irpinia, e sul campo di Capo d'Orlando la determinazione di Reggio Emilia a contendere il successo sino al termine, con l'ex Mc Intyre che con una rabbiosa penetrazione riduce lo scarto a 6 lunghezze (96-90), quando mancavano 35'' al termine spesi con un asfissiante pressing a tutto campo. Che lezione di stile! Impari il mondo del calcio. Tempo addietro chiesi all'ex coach dell'Orlandina Franco Gramenzi, grande protagonista della promozione in Legadue, come mai "l'inciucio" non albergasse nella pallacanestro, sentendomi rispondere con un moto di sorpresa: «Impossibile tentare di addomesticare una partita perché questo modo di fare è estraneo alla nostra mentalità. Se poi uno malauguratamente si azzardasse, la voce circolerebbe e corrotto e corruttore verrebbero inesorabilmente emarginati». Adesso è l'Orlandina l'arbitro nella lotta per non retrocedere, perché se stasera (inizio ore 18,15) violerà il parquet di Roseto, condannerebbe la formazione abruzzese semprechè Avellino andasse a vincere a Reggio Emilia, mentre se gli irpini dovessero cedere diventerebbe ininfluente il risultato di Roseto, stante che la differenza canestri arride alla squadra di Caja. |
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