ORLANDINA Basket

messinasportiva.it
sabato 10 giugno 2006 at 10:42

È come sempre un fiume in piena Andrea Luchi, uno dei più apprezzati general manager della pallacanestro italiana, reduce dall'inattesa e trionfale ascesa in massima serie con Scafati, formazione della provincia di Salerno che dopo un decennio di tentativi infruttuosi ha finalmente centrato l'approdo nell'Olimpo dei canestri, grazie soprattutto al contributo di uno dei “registi” più apprezzati.
In un ipotetico libro sulle sorti dei canestri in città, a Luchi andrebbe dedicato uno dei pochi capitoli degni di essere riletti con orgoglio. Dopo l'esperienza con Montecatini, il dirigente toscano sbarcò in riva allo Stretto, in una realtà che partiva dal titolo acquisito della Cestistica Barcellona, ma non aveva né radici né terreno fertile sul quale crescere.
Nonostante un doppio fallimento societario, le credenziali dell'ex gm della Pallacanestro Messina sono in costante ascesa…
L'esperienza a Scafati è stata splendida e inaspettata. Anche perché dopo i problemi della Scavolini Pesaro, costretta a ripartire dalla B1 ed un'esperienza terminata solo a luglio inoltrato, ero ormai rassegnato ad un anno sabbatico. In extremis, il presidente Longobardi mi ha prospettato quest'ipotesi ed in Campania il grande lavoro è stato ripagato con una soddisfazione immensa come quella della promozione in Lega A.
Qual è stato il segreto di Scafati?
Sono stati sette mesi intensi, che ci hanno permesso di bissare l'impresa compiuta dodici mesi prima da Capo d'Orlando: una cavalcata che in molto avevano definito irripetibile… Il progetto, condiviso da staff ed ambiente, è decollato immediatamente: il gioco di squadra in campo e dei vertici societari ci ha portato in vetta il 20 novembre. Da allora non abbiamo mai mollato. Resterà un'esperienza indimenticabile dal punto di vista professionale ed umano.
L'Upea, una realtà cresciuta nella stessa Provincia in cui operò, si è confermata anche in massima serie…
Sono davvero contento per il mio amico Giovanni Perdichizzi e per Enzo Sindoni, una persona che unisce un innato entusiasmo a grandi qualità professionali. Hanno compiuto incredibili sacrifici che sono stati pienamente ripagati. Da due anni raccolgono i frutti più saporiti di un progetto pluriennale, che rappresenta una perla pregiata per tutta la pallacanestro italiana.
Il suo nome è stato accostato anche a quello dell'ambiziosa Lottomatica Roma. Cosa Le riserverà il futuro?
Entro una settimana dovrò compiere una scelta definitiva. Sto vagliando varie ipotesi, senza fretta, perché sarebbe controproducente. I programmi che mi sono stati prospettati vanno analizzati a fondo, ma soprattutto occorre anche intraprendere una nuova avventura con gli stimoli giusti.
Il basket in Italia vive un momento di grande salute…
L'interesse del pubblico è in costante aumento ed il movimento è sano, a differenza ad esempio di quanto avviene nel mondo del calcio. Si è raggiunto un equilibrio che al momento nessun altro sport può vantare. Basti pensare che a pochi minuti dalla conclusione della stagione regolare, Milano era ancora in grado di centrare la terza piazza e che per via di una sconfitta è retrocessa invece al settimo posto. Ed anche in Legadue, nonostante un cammino esaltante, abbiamo centrato la promozione solo nelle giornate conclusive, mentre Montegranaro ha conquistato un salto di categoria che in pochi avevano pronosticato.
Stanno poi emergendo tantissimi giovani.
In estate il draft NBA potrebbe regalarci una soddisfazione impensabile fino a qualche stagione fa. Andrea Bargnani, dopo la splendida stagione con la maglia della Benetton Treviso, sarà una delle prime scelte del massimo campionato professionistico, se non addirittura la prima. Sono ormai esplosi definitivamente talenti del calibro di Stefano Mancinelli, Marco Belinelli, Luigi Datome e Danilo Gallinari. In Legadue ho ammirato almeno una decina di atleti dal futuro assicurato.
L'unica nota stonata i rapporti sempre più tesi fra Lega e FIP
Dopo due anni in massima serie, ho conosciuto in prima persona con Scafati una realtà come la Legadue. Un campionato messo in piedi da Valentino Renzi, che in cinque anni ha creato una realtà che viaggia a pieno regime. C'è poca litigiosità ed il campionato è appassionante, con grandi piazze supportate da proprietari che finalmente dimostrano senso di responsabilità. I rapporti al piano superiore, invece, restano tutt'altro che idilliaci e lo sport paga le continue riforme ed i frequenti stravolgimenti delle regole.
La “sua” Messina è ripartita dal basso. Dopo aver vinto il campionato di C2 si sta confrontando con una realtà più competitiva come la C1 e sogna di crescere…
Posso solo ringraziare il presidente Centorrino, che oltretutto conosco di persona, per un progetto coraggioso. Dopo la mia partenza, l'ultimo anno della Pallacanestro Messina è stato davvero burrascoso. Quel fallimento resta una ferita aperta, perché dal nulla avevamo creato una realtà splendida. Un enorme lavoro che mi ha anche lasciato ricordi bellissimi, come le 11.000 persone accorse al PalaSanFilippo in appena 48 ore, per seguire la finale promozione contro Teramo. C'erano gli elementi utili per realizzare un grande programma.
Qual è il consiglio che fa a questa piccola realtà?
A Messina c'è un grande patrimonio che negli anni va sfruttato. Questi validi dirigenti, ai quali ho anche fornito una breve consulenza, hanno bisogno del supporto delle Istituzioni. Devono crescere passo dopo passo, evitando salti nel vuoto. Con un progetto pluriennale potrebbero anche negli anni riportare la B1 a Messina. Ed è chiaro che a quel punto questa squadra riscuoterebbe interesse anche a livello nazionale.

tratto da www.messinasportiva.it

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