ORLANDINA Basket

Corriere dello Sport
mercoledì 4 ottobre 2006 at 08:53

Sembrano lontanissimi i mesi delle bandiere alle finestre, delle strisce pedonali colorate di bianco e azzurro, dei finti cartelli stradali con le indicazioni per la “A1” .
Capo d’Orlando si fregia ancora del titolo di più piccolo centro nella massima serie di basket al quale ha aggiunto anche quello di unica squadra siciliana per due stagioni consecutive in Serie A; eppure i tempi sono cambiati e l’olimpo della pallacanestro è vissuto quasi come una normalità per i suoi 13000 abitanti che quest’anno saranno rappresentati sportivamente da Vincenzino Esposito, capitano dell’Upea. Un piccolo centro che vive di mare e basket, dove l’argomento principale nei bar e nelle piazze e sempre legato alle sorti dell’Upea ed al mercato. Ma manca l’entusiasmo ed ilcoinvolgimento di un anno fa quando persino i commercianti si mobilitarono per trovare risorse economiche necessarie all’iscrizione al campionato ed i ritardi nell’ampliamento del palazzetto dello sport furono al centro del dibattito politico in Comune.
“La gente- ha detto soltanto tre giorni fa coach Giovanni Perdichizzi al termine del Torneo Carone, svoltosi al PalaFantozzi e vinto da Siena- non dovrebbe stupirsi se contro Milano, Bologna o la Montepaschi si perde di 15 o 20 punti, ma piuttosto che l’Upea sia ancora nello stesso campionato di queste corazzate”.
Meno di 300 abbonamenti staccati a pochi giorni dall’inizio del campionato contro i 1500 della passata stagione sono un dato disarmante che nelle stanze della società fanno storcere il muso a dirigenti che anche quest’anno hanno investito molto per fare reggere la massima serie in una piazza così piccola.
“Credo che in ogni caso ci dovremo adeguare ai numeri- dice il presidente Enzo Sindoni, che in pochi anni ha portato dalla C2 al vertice nazionale l’Upea- quindi leggeremo i dati con molta attenzione relativamente alle presenze delle singole partite di campionato. Naturalmente l’obiettivo della società è quello di centrare ancora la salvezza e poi si deciderà cosa fare. 300 abbonati bastano appena a fare un campionato di serie B soprattutto in una realtà dove mancano gli investitori, gli sponsor e dove gli incassi al botteghino sono il principale introito stagionale intorno a cui ruotano i bilanci”.

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