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Gazzetta dello Sport martedì 24 ottobre 2006 at 13:32
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Incredibile Upea. La squadra che non ti aspetti, dopo aver subito, giocando per due parziali al di sotto delle proprie possibilità, riesce a ribaltare una gara che ormai sembrava segnata. La vittoria, la terza nella prime quattro gare della stagione, giunta sul campo di Teramo ha un valore inestimabile non solo perché conquistata contro una diretta avversaria per la salvezza, ma soprattutto per come è stata centrata. LE ASSENZE. In attesa del sostituto di Esposito, con Stefano Rabaglietti che proprio ieri è stato operato a Firenze per ridurre la lesione ai legamenti del ginocchio sinistro (ancora non si sa nulla sui tempi di recupero) e con Herve Toure che dopo quattro minuti di utilizzo nel primo quarto è uscito per un problema all’adduttore (per il momento quattro giorni di assoluto riposo), la gara contro Teramo sembrava ormai persa. Se inoltre ci aggiungiamo che dopo 24 minuti, il risultato di 57 a 39, dava ragione ai padroni di casa, ecco spiegato come la vittoria per 86 a 80 al suono della sirena, ha dell’incredibile. I PROTAGONISTI. Alvin Young ha senza dubbio avuto un ruolo fondamentale nella rimonta (26 punti in 40 minuti di utilizzo, con il 41,7% da due ed un 3/3 dalla lunga distanza, con un eloquente 39 di valutazione), ma oltre al capitano che attualmente è anche il miglior marcatore della serie A, anche Wells, Freeman, Mokongo e Francis sono stati determinanti. “Sono contento che la migliore gara da quando mi trovo in Italia è coincisa con una vittoria esterna – commenta il lungo Torin Francis – ma questa preziosa affermazione è stata possibile all’apporto di tutti e non dai singoli”. IL TOTEM. Da troppo tempo sul banco degli imputati perché poco incisivo, il giovanissimo totem dell’Upea (23 anni, 210 cm per 116 kg), che fino ad oggi ha giocato 55 minuti con 20 punti totalizzati, a Teramo con il suo ingresso ha cambiato l’inerzia del match. In 18 minuti ha realizzato nove punti ma soprattutto ha catturato otto rimbalzi. “Ho solo fatto quello che dovevo. Devo ringraziare i compagni che mi hanno messo nelle condizioni di giocare sempre con tranquillità. Siamo un ottimo gruppo e nessuno di noi guarda al proprio risultato ma a quello complessivo, per questo quando abbiamo visto che eravamo sotto di tutti quei punti, ci siamo detti che era il momento di svegliarsi”. Alla sua prima esperienza fuori dagli States, appena uscito dall’Università, Francis vuole studiare il basket europeo per affinare la sua tecnica: “come tutti, spero di poter ritornare un giorno in America da protagonista. Ma prima, devo imparare tante cose del vostro basket e di quello europeo. La salvezza? nessuno di noi parla di questo, il nostro obiettivo è un altro. Ma per adesso non parliamo di ciò, ci rivediamo alla fine del girone di andata e poi tireremo le prime conclusioni”.
SALVATORE PINTAUDI |
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