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Datasport.it
venerdì 3 novembre 2006 at 10:21


`In Sicilia gli italiani non vengono`, dice Giovanni Perdichizzi, coach della rivelazione del torneo di basket. La sua Upea Capo d`Orlando ha sorpreso tutti con una partenza di campionato bruciante. In esclusiva per Datasport l’allenatore ha stilato un bilancio delle prime cinque giornate.

Intanto che atmosfera si respira in questo momento a Capo d’Orlando?
Diciamo che l’entusiasmo e` alto da queste parti. In fondo un inizio cosi` se lo aspettavano in pochi.

E lei era tra quei pochi?
Io ero tra coloro che erano fiduciosi, certo non mi aspettavo quattro vittorie su cinque partite, pero` ero convinto che Avellino e Livorno fossero partite alla nostra portata. Forse quelli con la Climamio e con Teramo, per come sono venuti, sono stati due successi inaspettati anche se meritati.

Qual e` la chiave del vostro rendimento finora?
Sicuramente il fatto di aver formato un gruppo di giocatori che stanno bene assieme anche fuori dal campo e che poi, una volta sul parquet, si rispettano l’uno con l’altro. E poi il rendimento delle prime opzioni del nostro gioco, cioe` Young, Wells e lo stesso Mokongo; lo sfruttare costantemente le caratteristiche individuali di questi tre giocatori ha portato a questo tipo di risultati. Il tutto condito da una grande mentalita` di squadra, una filosofia sposata subito dai giocatori.

E` strano sentir parlare di un gruppo unito anche fuori dal campo quando, guardando il vostro roster, Capo d’Orlando sembra una specie di multinazionale, non trova?
E` vero, pero` intanto tutte le squadre hanno quattor americani e due comunitari piu` un gruppo di italiani. E` il mercato che ha orientato le nostre scelte portandoci a essere una specie di multinazionale; economicamente non siamo in grado di determinare, indirizzare noi il mercato. Sono 20 giorni, cioe` dall’infortunio di Rabaglietti ma anche prima, da quando Esposito ha scelto di andare via, che noi siamo alla ricerca di due giocatori italiani, un playmaker e una guardia, e non riusciamo a trovarne. La volonta` di prendere giocatori italiani da parte nostra e` presente; quello che manca e` la voglia dei giocatori di venire a giocare da protagonisti a Capo d’Orlando e al sud in generale. Sono tanti gli elementi che preferiscono restare a sventolare un asciugamano al nord piuttosto che venire a giocare 25’, 30’ da protagonisti qui da noi. A quel punto devi fare di necessita` virtu` e orientarti altrove. Noi non guardiamo al colore della pelle dei giocatori, ma solo la loro adattabilita` al nostro progetto.

Ma perche` accade questo?
Probabilmente per la distanza. Lo stare in citta` importanti come Milano, Bologna, Roma fa piu` effetto di stare a Capo d’Orlando. All’inizio poteva essere un problema di carattere economico, ma arrivati a questo punto del torneo quello che possiamo garantire e` quello che i giocatori guadagnerebbero in piazze piu` prestigiose, con la differenza che da noi giocherebbero mentre altrove no.

Che campionato e` nel complesso?
E` un torneo in cui il divario tra le grandi e le piccole sembra essersi assottigliato. L’anno scorso squadre come Milano, Bologna, Treviso, Siena, era impossibile pensare che venissero a Capo d’Orlando, o in tanti altri luoghi, e rischiassero di perdere. Quest’anno non solo rischiano di perdere, ma finora ogni domenica c’e` stata una caduta importante. Non so se e` un trend d’inizio anno o se ce lo porteremo dietro per tutta la stagione, ma oggi e` cosi`. Forse anche la presenza di quattro americani per squadra ha finito per livellare i valori dei quintetti base.

In questo contesto generale dove la mettiamo Capo d’Orlando?
Noi non dobbiamo perdere di vista il nostro obiettivo. Abbiamo messo in cascina otto punti importanti per quando arriveranno le difficolta` e magari si perderanno piu` partite una dietro l’altra. Stiamo sfruttando questo momento positivo, vogliamo allungarlo il piu` possibile, ma siamo coscienti che otto, nove squadre alla lunga rientreranno nella lotta per i playoff e il campionato si dividera` in due tronconi, con le restanti sei, sette squadre che lotteranno per evitare le ultime due posizioni.

E Capo d’Orlando di quale blocco fara` parte?
Mi auguro di quello che andra` ai playoff o almeno che faccia parte di quelle due, tre squadre che saranno ai margini dei playoff.

Chiudo con una curiosita`: sta seguendo l’avventura di Bargnani nell’NBA?
Certo.

E che idea si e` fatto?
Penso che lui fara` bene, avra` tempo di ambientarsi, di capire il campionato NBA, ma ha le potenzialita` per emergere. Inoltre ha un general manager che lo conosce, che lo stima e che lo aiutera` tantissimo nel suo processo di inserimento, per cui ha le carte in regola per far bene anche a quei livelli.
 

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