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Basketnet lunedì 6 novembre 2006 at 09:15
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Cucciago- Giovanni Perdichizzi quando si tratta di insegnare il lato offensivo del gioco ha pochi rivali in Italia, le sue squadre giocano fluide con grande movimento della palla e dei giocatori e finché Cantù ha cercato di giocarsela puntando sull’attacco ha rischiato di uscire con le ossa rotte, poi nel secondo tempo gli uomini di Sacripanti hanno deciso, specie nell’ultimo quarto, di alzare il livello della difesa ed hanno vinto piuttosto agilmente. Non a caso il migliore dei brianzoli è stato il ministro della difesa Theron Smith in versione NBA con la forza fisica di andare sino in fondo attaccando il canestro e che ha prodotto punti (22) canestri (8-10 dal campo) falli subiti (12) e rimbalzi (9), al suo degno fianco un Michael Jordan sempre più candidato a miglior play del campionato (i suoi rivali? Zisis, McIntyre…) che ha segnato 23 punti ma soprattutto dalla lunetta (14-15) ed ha innescato i compagni come testimoniano i 6 canturini in doppia cifra. Incoraggiante la prova di Lamayn Wilson finalmente convinto dei suoi mezzi dopo un avvio tragico di campionato, non si fosse autocastrato coi falli il suo bottino sarebbe stato superiore ai 12 e 3 rebs finali… Una curiosità: la Pallacanestro Cantù ha realizzato un iperbolico 78.8% da 2 ed il 65.6 dalla lunetta (e se non ci fosse stato Jordan…) magari Sacripanti vorrebbe poter rinunciare ai tiri liberi come si faceva ai tempi storici…
L’Orlandina ha avuto un Reggie Freeman mostruoso nel primo tempo (17 dei suoi 23 punti) ma un po’ calato nella ripresa, certo è che se l’ex Texas gioca sempre così i siciliani hanno trovato una degna spalla all’inossidabile Alvin Young, uno transitato (purtroppo) a Cantù come una meteora ma che è in grado di deliziare la platea con i suoi arresto e tiro e la sua incredibile vivacità nel gioco senza palla. Squadre dal budget e dalla filosofia simile, Cantù e Capo d’Orlando hanno messo in atto uno spettacolo piacevole che ha sicuramente divertito i tifosi.
Quintetti Sacripanti schiera Jordan, Mazzarino, Smith, Wilson e Williams. Perdichizzi risponde con Mokongò, Young, Freeman, Wells e Rush.
Cronaca: sorpresa con Sacripanti che mette Mazzarino (sulle piste di Young) e Williams in quintetto ma l’inizio è scintillante, e sarà una costante nel primo tempo, con tante belle giocate in attacco e ben poca difesa (18-13 al 5’), l’assalto dei mori (Williams-Smith e Wilson da una parte, Freeman e Rush dall’altra) semina parecchie vittime ed il primo quarto si chiude sul 28-29, sembra di vedere una partita della CBA dove si segna parecchio e non si difende per istituzione morale come testimonia un Freeman già a quota 12, la sua media stagionale, ed il 10-10 da 2 punti dei padroni di casa.
Un 6-0 targato Alvin Young ed ancora Freeman da 3 porta l’Upea sul +12 poi un parziale 17-1 targato da Theron Smith e da un redivivo Donnie McGrath riporta Cantù sopra sino ad un ultimo parzialino degli isolani che manda Capo d’Orlando in vantaggio al riposo, 48-51.
Il terzo quarto parte in equilibrio ma Wilson commette il suo quarto fallo (non rientrerà più, 12 punti ma in soli 20 minuti) e la zona press di Perdichizzi manda in confusione i bianco-blù (61-65 al 28’), ci vuole un canestro in contropiede di Jordan, subendo fallo, ed una percussione di Smith per riportare Cantù sopra (71-70).
Dopo l’unica tripla di Jones si comincia a giocare meno di fioretto ed a menare più fendenti, Young rimane l’unico punto di riferimento dell’Orlandina mentre Jordan e Smith si caricano sulle spalle la squadra non sbagliando più nulla sia dal campo sia dalla lunetta, pian piano l’Upea molla e un bell’arresto e tiro di McGrath dall’angolo chiude la gara (88-81) poi ci pensa Jordan dalla lunetta a congelare il risultato.
Risultato Finale: 94-83
Il Peggiore: per chi sa di college basketball Torin Francis è un’eterna delusione, grandissimi mezzi tecnici e fisici ma con la stessa consistenza di un fico ben maturo.
MVP: come già detto Theron Smith, con l’aumentare della sua forma fisica, comincia a dimostrare perché ha giocato con quelli del piano di sopra.
Quintetto ideale: Jordan, Young, Freeman, Smith, Shaw
Carlo Perotti |
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