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La Nazione lunedì 11 dicembre 2006 at 09:41
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Oggi direttore sportivo di Capo d’Orlando, l’indimenticato Diego Pastori non è tenero a fine partita con la sua squadra: «Nei primi due quarti siamo stati in partita, poi potevamo fare meglio. Abbiamo subito la zona, poi dopo essere rientrati a -9 nel terzo quarto siamo scivolati ancora più giù. Lì obiettivamente abbiamo smesso di giocare, in attacco non siamo stati mai lucida e in difesa avevamo un buco perenne. Siena ha giocatori forti, se li lasci anche tirare tranquilli è finita. E infatti la Montepaschi ha chiuso col 50 per cento da tre». L’analisi del momento Upea è anche spunto per tessere le lodi della Mens Sana. «Siamo nella parte di campionato in cui incontriamo le squadre più solide del torneo. Sapevamo di venire qua su un campo difficile per la grande solidità con cui Siena importa il suo gioco». Per Pastori tornare a Siena è sempre un piacere: «Tutte le volte che sono tornato da giocatore e dirigente ho avuto grandi feste e affetto. Stavolta avevo quasi paura di una standing ovation, mi sarei sentito in imbarazzo». Ma lo storico coro della curva per lui non è mancato. Non cerca scuse coach Perdichizzi. «Una partita — dice l’allenatore di Capo d’Orlando — il cui risultato dice tutto anche se per due quarti abbiamo giocato bene. Ma nel terzo periodo abbiamo mollato in difesa e noi sapevamo che per giocare contro Siena avremmo dovuto giocare con un altro atteggiamento». A Capo d’Orlando è mancata soprattutto la determinazione. «Quando siamo andati sotto di 15 abbiamo mollato mentre Siena ha continuato a giocare con grande intensità utilizzando anche quei giocatori che durante questo inizio di stagione hanno avuto un po’ di spazio in meno. Devo essere sincero — confessa Perdichizzi — l’atteggiamento non mi è piaciuto. Mi auguro che questo sia soltanto un episodio negativo in un inizio di stagione molto positivo». L’impatto di Baxter è stato determinante: «Avevo deciso di iniziare la partita con Francis per mettere più aggressività, ma lui non ha fatto che subire Baxter fin dall’inizio. Pian piano ci siamo ripresi, con Rush abbiamo fatto meglio soprattutto grazie alla sua esperienza e alla presenza in mezzo all’area. Ma nel finale del secondo quarto abbiamo concesso un paio di tiri facili e su quelli ci hanno punito». |
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Orlandina Basket
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