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Il Corriere della Sera domenica 31 dicembre 2006 at 10:25
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Sembrava una montagna sacra, Milano, quando veleggiava imperiosa con 18 punti di vantaggio, alla fine ha partorito un topolino di vittoria (67-69) rischiando lo sberleffo satanico di Capo d'Orlando. Vittoria a due facce, dunque, ma importante per festeggiare l'anno che se ne va e quello che verrà, in cui, forse non «sarà tre volte Natale», come cantava Lucio Dalla, ma intanto si è invertita una tendenza, espiato il peccato originale delle sconfitte in trasferta che rischiava di scacciare l'Armani dal paradiso della classifica. Inizio da brivido blu, nel PalaFantozzi di Capo d'Orlando pieno e teso in una notte di fuoco e di fuochi, sognando la grande impresa: raggiungere Milano al terzo posto. Questa la posta. Ma l'Armani è quella che potrebbe e dovrebbe essere, sempre: arcigna e organizzata. Una difesa spietata manda spesso in asfissia l'attacco siciliano oltre il limite dei 24 secondi, e mette in catene anche Alvin Young, la guardia di New York che nel campionato è primo in tutto (capocannoniere con 22,3 di media e primo anche nella valutazione globale). Inizialmente lo mette con la faccia al muro del pianto proprio Massimo Bulleri, rigenerato dalla «settimana azzurra», dal ritorno in nazionale come capitano e dalla nomination di Mvp all'All Star Game di Torino. Ma è tutta la squadra che gira vorticosamente e mostra sempre una faccia diversa. Blair e Gallinari tracciano il solco con 7 punti a testa nel primo periodo (11-20 all'8'), mentre Bulleri e Calabria (2/2 da 3) lo allargano all'inizio del secondo periodo, confezionando con la preziosa collaborazione di Sven Schultze un parziale di 2-15, fino a costruire un fossato profondo 18 punti (17-35 al 15'), che dovrebbe impedire al nemico di avvicinare la fortezza milanese. Ma quando Milano si fa bella, s'incanta allo specchio delle sue brame e non s'accorge della mela avvelenata che Capo d'Orlando propina con un controparziale di 11-0 (28-35 al 18') e ancora un 7-0 che rimette in gioco il destino (37-39 al 22'). È il solito peccato originale di Milano, che come al solito rimette in gioco la squadra avversaria... Servono 6 punti consecutivi di Garris, e un monumentale Watson a rimbalzo (settore in cui l'Armani continua a dominare: 28-41 alla fine, Watson 15) per tenersi avanti (41-51 al 28'). Lo sceriffo Giovanni Perdichizzi adesso ci crede e i suoi bounty killer iniziano la caccia spietata che tiene Milano sui carboni ardenti (67-68 a 6 secondi dalla fine) nell'interminabile finale tormentato dai falli sistematici a cronometro fermo, risolto da Calabria con 3 tiri liberi. Werther Pedrazzi
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