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La Gazzetta del Sud giovedì 18 gennaio 2007 at 12:00
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La battaglia sotto le plance con il ritorno di "Air Rolando". Non sarà solo una questione di precisione dall'arco o in penetrazione il tema principale di Upea -Varese di domenica malgrado la presenza di cecchini del calibro di Young e Freeman da una parte e Carter e Holland dall'altra. I due coach, Giovanni Perdichizzi e Ruben Magnano, stanno lavorando molto per il ruolo e le responsabilità che andranno a ricoprire i lunghi per una gara che sarà molto dura, dispendiosa e dove la situazione falli potrebbe risultare pesante e determinante proprio sotto i cristalli. Indubbiamente, insieme a Carter, l'attesa della tifoseria biancazzurra è rivolta pure a salutare uno dei loro più grandi beniamini di sempre: Rolando Howell. Arrivato a Capo d'Orlando alla fine di agosto 2004, era uno spilungone totalmente sconosciuto tanto che su di lui si fecero tutte le illazioni possibili ("è troppo leggero", "chi è?", "ci voleva un centro di esperienza"). Invece le cose andarono completamente all'inverso perché Howell si inserì perfettamente in quella Orlandina plasmata da coach Perdichizzi e che stravinse il campionato di Legadue con i formidabili McIntyre, Hoover, Oliver e Montonati quali altri attori del quintetto tipo più forte della storia tra A2 e Legadue. Strappare un altro anno di contratto a Howell, che concluse quella annata in Spagna a Granada nella Acb, fu impossibile in quanto il lungo americano, diventato famoso, firmò un ricco biennale a Varese da 500.000 dollari complessivi diventando la grande scommessa di Magnano, il tecnico della nazionale argentina medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atene 2004. La realtà della serie A si rivelò ben diversa da quella inferiore e Howell, abituato a punti, rimbalzi, stoppatone, schiacciate e "alley-hoop", fu ridimensionato di netto concludendo il suo primo anno in A con queste cifre: 9,4 punti (54,8% da due), 7 rimbalzi, 0,9 stoppate e 0,3 subite, 1,8 palle perse e 2,4 recuperate, 0,9 assist, 14,3 di valutazione. Non un brocco ma neanche un fenomeno. E al suo primo ritorno a Capo d'Orlando l'emozione lo bloccò: applausi e consensi dei tifosi, Rolando che diventa timido e sfodera la più brutta prova della carriera, Magnano adirato in sala stampa dicendo che il cuore è una cosa e la partita (persa da Varese quella volta) un'altra. Le cose non sono migliorate di tanto in questa seconda stagione con la Whirpool ma il ruolo di Howell è diverso. Al momento le sue cifre sono queste: 100 punti (6,7 di media, 61,3% da due, 41,4% dalla lunetta), 5,8 rimbalzi, 0,9 stoppate date e 0,3 subite, 1,4 palle perse e 2,0 recuperate, 1,1 assist, 11,4 di valutazione. Parte quasi sempre in quintetto Rolando ma è utile, come spesso hanno precisato coach Magnano e l'assistente Andrea Meneghin, per i rimbalzi, i recuperi, la difesa. E i punti, le stoppate volanti e le schiacciate che gli fecero guadagnare l'appellativo di "Air"? In ogni caso Howell resta il sorvegliato speciale di Perdichizzi che l'ha voluto, costruito, lanciato e che lo conosce bene. Giuseppe Lazzaro |
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