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Giuornale di Sicilia martedì 30 gennaio 2007 at 09:09
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La scorsa stagione l’Upea era stata brava e fortunata nel vincere pochi incontri (10) ma buoni, ovvero quelli giusti per ottenere la salvezza grazie alla classifica avulsa a fine campionato. Al giro di boa dell’attuale torneo di serie A, invece, i biancoazzurri, che hanno chiuso l’andata a quota 18 con 9 vittorie e 8 sconfitte e + 1 nella media inglese tanto cara al direttore generale Ciccio Venza, hanno avuto il torto di non saper scegliere le poche battute e vuoto. Al di là dell’ultima e decisiva gara persa a Reggio Emilia contro un avversario ampiamente alla portata dei paladini, sono costati l’accesso alle final eight di Coppa Italia in programma a Casalecchio di Reno (BO) dall’8 all’11 febbraio, il ko di Roma e quello in casa del Montegranaro che ha consentito alle due squadre di sopravanzare il quintetto di Giovanni Perdichizzi pur a parità di punti. Insomma chi di classifica avulsa ferisce, di classifica avulsa perisce ma d’altronde per l’economia della Coppa sarebbe stato troppo perdere oltre alla Climamio anche la Lottomatica. “E’ come essere andati a Roma e non aver visto il Papa”, afferma il direttore sportivo Diego Pastori, ancora una volta sconfitto con la sua Upea nella familiare trasferta reggiana dove è ancora un idolo al pari di Alvin Young. “Non avevo mai visto simile accoglienza da parte di tifosi avversari per una squadra come quella che è stata riservata all’Upea alll’ingresso sul parquet del PalaBigi”, sottolinea il tifoso doc avvocato Sergio Lo Presti, giunto fin da Roma dove risiede per non perdersi l’appuntamento con la storia purtroppo mancato dai suoi beniamini. Ma Mai come questa volta si può dire che l’Upea ha perso, evviva l’Upea. Alzi la mano chi ad ottobre pensava che la trasferta di Reggio Emilia potesse crocevia di un sogno accarezzato a lungo e sfumato anche immeritatamente anziché una delle tante sfide salvezza. “E’ inutile negare che la delusione è parecchia, soprattutto a caldo – continua Pastori – perché avevamo visto davvero vicino l’obiettivo e perderlo così brucia. Purtroppo non siamo stati bravi a reagire ai segnali negativi della mattinata, quando ci siamo ritrovati con il mal di collo di Wells e con la febbre che ha praticamente tolto dalla partita Busca, elemento fondamentale considerando anche che Mokongo solo da giovedì aveva ripreso ad allenarsi dopo dieci giorni di stop per infortunio. Però avevamo ugualmente la gara in mano ma sul + 6 non siamo stati capaci di chiuderla e la chiave della nostra sconfitta è tutta qui. Inutile aggrapparci all’arbitraggio, la verità è che match del genere li devi vincere imponendo la tua superiorità e noi purtroppo non ce l’abbiamo fatta”. Claudio Argiri
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