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Giornale di Sicilia
lunedì 5 febbraio 2007 at 09:33


La più brutta Upea della stagione al PalaFantozzi regala una vittoria pesante in ottica salvezza all’Air Avellino che raggiunge Reggio Emilia, pareggia i conti con i paladini dopo il meno 11 dell’andata, portando sull’1-3 il bilancio del derby del Sud. Un tracollo inatteso che costringe i biancoazzurri a dover pensare solo alla salvezza e per fortuna che arriva una pausa salutare, complici le final eight di Coppa Italia, per rifiatare e prendere eventuali decisioni. Un ko giunto al termine di una sfida a fasi alterne ma in generale davvero brutta con tanti, troppi, errori che alla fine l’Upea ha pagato con un prezzo salato. Decisivo nel finale un giocatore a sorpresa, ovvero l’ex Marco Rossetti, coraggiosamente lasciato sul parquet da Boniciolli che la guardia-ala ha ripagato con i canestri dell’inatteso trionfo, ovvero i due liberi del 64-62, subito pareggiati da un canestro di Mokongo (nella foto Argiri), e, soprattutto, la tripla del 67-64 con Radulovic (ottimo al pari di Jamison) a firmare il + 5 che i padroni di casa non sono riusciti più a rimontare nonostante un paio di canestri di Wells. E dire che alla vigilia con più di tre mesi e 16 giornate di regular season ancora da giocare l’Upea poteva prenotare con pieno merito un tavolo anche per la prossima stagione di serie A, allungando il record di club siciliano più longevo ai massimi livelli della palla a spicchi italiana. Un traguardo comunque vicino anche dopo la sconfitta numero 76 ottenuta tra Legadue ed elite nella 150^ gara ufficiale di campionato. Davanti alle telecamere Sky, per il posticipo della prima di ritorno, i biancoazzurri si sono fatti sbranare dai lupi irpini al termine di una sfida che non era semplice da gestire dopo la cocente delusione della mancata qualificazione alle final eight di Coppa Italia, dovuta solo ad un calendario che ha regalato a Montegranaro e Roma una gara in più in casa. L’Upea, al terzo ko interno sulle nove gare disputate al PalaFantozzi, ha consentito all’Air di vincere la prima gara esterna al nono tentativo con Boniciolli, ora avanti 4-3 nei confronti diretti con l’amico Perdichizzi. Certo il forfait dell’ultimo istante del febbricitante Curry è stata una tegola piovuta tra capo e collo sul coach, vittorioso da queste parti nel finale dello scorso torneo con il Teramo già salvo. Si parte con 1’ di silenzio per il poliziotto Filippo Raciti, vittima della guerriglia del dopo derby Catania-Palermo, salutato da un lungo applauso dei tifosi paladini e dai 10 ammirevoli supporters irpini. Al via l’Upea sembra la stessa di sempre e con due bombe di Mokongo prova l’allungo al 2’ sul 6-2, ma è un fuoco di paglia. Infatti poi l’ex nazionale Radulovic brucia la retina da ogni posizione con Wells in difficoltà anche fisica su di lui, e lo stesso avviene sotto i tabelloni dove Jamison detta legge a discapito di Rush. Il solo Mokongo prova a tenere a galla la barca paladina che al 6’ accusa il gap massimo di meno 7 sul 12-19 con capitan Young ancora alla ricerca di se stesso. L’ingresso di Francis e Tourè scuote i biancoazzurri che con il playmaker francese pareggiano sul 26-26 e poi, dopo il 31-34 di Avellino, mettono la freccia grazie al redivivo Young chiudendo avanti all’intervallo lungo con la sensazione che la partita possa prendere una piega favorevole all’Upea, una volta messe da parte le scorie di Reggio Emilia e l’assenza di Curry che aveva un po’ smontato i locali ed esaltato i biancoverdi. Invece non è stato così e l’amarezza alla sirena finale è tanta. Per fortuna ora c’è la sosta, mai così benedetta.
Claudio Argiri
 

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