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Giornale di Sicilia martedì 13 marzo 2007 at 17:24
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Se è vero che due indizi fanno una prova, tre sono indice di chiara colpevolezza. Qualsiasi giudice, infatti, condannerebbe l’Upea perché grande con le grandi e piccola con le piccole, almeno relativamente a questo primo scorcio di 2007. Al di là dei meriti dell’avversario di turno, i paladini devono recitare il mea culpa per aver resuscitato anche il Livorno, alla prima vittoria dopo 8 ko di fila e sempre ultimo in classifica a quota 8 dopo 22 turni, dopo aver fatto altrettanto, nel giro di appena 6 giornate, con Reggio Emilia ed Avellino, ovvero le ultime tre della graduatoria, due delle quali, se non succede un ecatombe, destinate a retrocedere in Legadue. Insomma un team biancoazzurro che si candida autorevolmente al premio bontà dell’anno, capace di subire ben 96 punti in colpo solo, secondo passivo più pesante dell’intero suo campionato dopo i 98 del tracollo in casa della lepre Montepaschi Siena. Senza voler nulla togliere alla forza della disperazione che ha gettato sul parquet il quintetto toscano, con l’acqua alla gola e quasi all’ultima spiaggia, è stata la generosità difensiva dell’Upea la chiave di volta del match, giusta continuazione dei 21 punti incassati negli ultimi 5’ della precedente vittoria su Teramo, con ben 12 palle perse nel solo primo quarto. “Non abbiamo iniziato bene – spiega coach Giovanni Perdichizzi, colpito dal grave lutto della morte del padre Carmelo – e per questo siamo stati sempre ad inseguire, ma la loro voglia di vincere e la fame di vittoria del Livorno è stata determinante. I locali hanno messo tanta aggressività in tutto il campo e gli arbitri hanno concesso spesso situazioni dubbie. Se pensiamo che Alvin Young ha tirato appena 5 liberi, di cui 1 solo su fallo in fase di tiro, abbiamo un quadro completo. Purtroppo il capocannoniere della Lega non è stato tutelato, lo hanno costretto a tiri forzati ed alla fine si è giustamente spazientito. C’era poi nel finale una rimessa data a Livorno nonostante il tocco di piede di Hunter, ma questo è un episodio, può capitare. Quello che mi ha lasciato molto perplesso è stato il metro arbitrale dell’intero match, con alcune valutazioni sugli stessi falli inspiegabili, compreso quello antisportivo su Fantoni fischiato all’ultimo a Freeman, quando lo stesso poco prima era stato braccato in contropiede da un giocatore amaranto ottenendo un semplice fallo. Comunque Livorno ha meritato di vincere e noi abbiamo concesso troppo in difesa e con i nostri lunghi, giocando senza la necessaria intensità”. Claudio Argiri |
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