ORLANDINA Basket

Giornale di Sicilia
martedì 27 marzo 2007 at 12:06

Diciamoci la verità, pur non essendoci nel basket il pareggio che tutti avrebbero volentieri sottoscritto alla vigilia, in pochissimi, forse solo i tifosi al seguito, si attendevano una vittoria di un’Upea in panne sul parquet del lanciatissimo Scafati, matricola che in casa ha mietuto anche di recente vittime illustri e che ha quasi sempre respinto gli assalti dei biancoazzurri, pure nel fantastico torneo di Legadue 2004-2005. Nessuno, però, si sarebbe aspettato una disfatta del genere, un meno 29 che è la perfetta sintesi della pessima prova difensiva di Livorno e quella negativa in attacco contro Cantù. L’equazione ha partorito il terzo ko di fila ed alla vigilia di sei partite quasi proibitive non è il massimo della vita. A voler essere ottimisti quando si prendono imbarcate del genere scatta negli stessi giocatori che l’hanno presa una gran voglia di giocare subito e farlo già giovedì sera al PalaFantozzi contro una grande come la Lottomatica Roma è forse l’ideale per il riscatto, ricordando che dopo l’unica altra umiliante sconfitta, quella di Siena quando si registrò il passivo più pesante in serie A (- 32), l’Upea contro ogni pronostico andò a vincere sei giorni dopo in casa della Benetton Treviso, che, peraltro, resta l’ultima vittoria esterna della stagione. “Dobbiamo fare tesoro della lezione che abbiamo subito e che come scarto finale ed andamento somiglia a quella di Siena – conferma il direttore generale Ciccio Venza – e provare a rifarci da subito per metterci alle spalle il periodo negativo. L’importante è tornare ad essere umili e ridiventare quella mina vagante che siamo stati nel girone d’andata, anche perché ora andiamo incontro alla parte più difficile del calendario e già giovedì è necessario cambiare marcia”. Analizzando sul piano tecnico il match di Scafati Venza non fa graduatorie. “Sostanzialmente – dice – è stata una brutta prestazione di squadra, inutile andare a cercare qualcuno che è più colpevole di altri, non mi sembra giusto e, comunque, eventualmente compete ai tecnici farlo. Di certo abbiamo lottato nel primo quarto alla pari, subito nella parte finale del secondo un break importante, restituendolo quasi totalmente all’inizio del terzo periodo, ma poi, arrivati a meno 3, siamo letteralmente scomparsi dal campo arrendendoci senza condizioni”.
Claudio Argiri

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