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La Gazzetta del Sud martedì 3 aprile 2007 at 10:00
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Premessa doverosa: chi scrive non è un "fan" sfegatato di Giovanni Perdichizzi, ma da qua a sottovalutare quella che sarebbe stata la portata negativa delle sue dimissioni ce ne corre. Ecco perché chiariamo subito che la decisione della società di non accettare il "divorzio" col coach barcellonese ci è piaciuta, e non poco. Anzi, per una volta ci è piaciuto anche l'atteggiamento dei vertici di via Beppe Alfano che, dopo aver confermato la fiducia all'allenatore, hanno accolto le sue richieste di provvedimenti nei confronti dei giocatori, in particolare Reggie Freeman (tagliato) e Herve Tourè (messo fuori rosa). Un messaggio chiaro, che senz'altro toglierà il tecnico dalla "graticola" di uno spogliatoio che sembrava non essere più con lui, almeno nei fatti viste le "cicloturistiche" in cui si sono trasformate le ultime trasferte. Perdichizzi ha già ricordato all'ambiente l'importanza di quanto è stato fatto nei suoi due anni e mezzo all'Orlandina, quindi vogliamo sottolineare un altro aspetto: la stagione in corso è stata sin qui (e resta) il "capolavoro" tecnico della carriera dell'ex allenatore di Barcellona e Messina, quella in cui i risultati ottenuti sono stati in assoluto più migliorativi rispetto al valore della squadra che aveva a disposizione. Nei campionati di Legadue vinti a Barcellona e Capo d'Orlando, Perdichizzi aveva infatti un roster eccellente: nel primo caso la stella Abram e il roccioso Bragg (titolare di una reputazione Nba non da poco) più un gruppo di italiani notevole, da Li Vecchi a Rombaldoni fino a Soragna; due stagioni orsono, cinque americani in quintetto. In più, entrambe le squadre (soprattutto la seconda) avevano un progetto tattico ben preciso e rispondente all'idea di basket dello "sceriffo": i lunghi pensano ai rimbalzi, il play a correre e gli esterni a sfruttare transizione e scarichi (McIntyre lo sta continuando a fare, certo con altri compagni, nella favolosa stagione di Siena). E lo scorso anno, quando arrivò una storica ma stentata salvezza in serie A (per la classifica avulsa, anche se conquistata con una giornata d'anticipo), la squadra era sulla carta più forte dell'attuale e fu comunque "ritoccata" in maniera sostanziosa durante il campionato (basta Vasco Evtimov?). Quest'anno, invece – come già abbiamo avuto modo di scrivere – tutte le perplessità sulla squadra che era stata costruita in estate hanno trovato conferma: l'inadeguatezza a questi livelli di Mokongo, la scarsa personalità di Freeman, l'inconsistenza di Francis. Fa eccezione Young, che pure fu preso in tutta fretta (cambiando progetto tecnico) perché non si riusciva ad arrivare a un play-guardia che coprisse anche le spalle al francese, tanto che poi è stato preso Busca. E i risultati non lasciano dubbi: 22 punti, salvezza a un passo, Final Eight di Coppa Italia sfumata per differenza canestri e playoff lontani solo dopo cinque sconfitte in fila, che non possono certo cambiare il giudizio su una stagione fantastica. Ora all'Orlandina resta una sola strada: fare quadrato intorno alla squadra per "blindare" la permanenza e, in estate, programmare nuovi traguardi. Ancora, ovviamente, con Perdichizzi. Max Passalacqua |
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