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Giornale di Sicilia
mercoledì 4 aprile 2007 at 09:54


Nessuno rimpiangerà sul piano tecnico l’ala newyorkese Reginald “Reggie” Freeman, tagliato dall’Upea all’indomani della figuraccia rimediata a Biella, seconda in sei giorni dopo quella di Scafati. Certo non può essere imputabile ad una sola persona, giocatore, dirigente o tecnico che sia, un tracollo del genere, che fa all’improvviso dimenticare l’ottimo campionato disputato nel girone d’andata dai paladini. Infatti la società, respinte con forza le dimissioni del coach Perdichizzi, ha anche usato il bastone con Hervè Tourè, costretto da lunedì ad allenarsi a parte nella speranza che ritrovi in fretta la concentrazione mentale e l’esplosività fisica che ne avevano fatto uno degli uomini mercato fino a febbraio. La gioventù gioca a favore del francese, mentre per Freeman l’errore è stato prenderlo pur sapendo che ad indubbie qualità tecniche aveva spesso abbinato un comportamento non proprio esemplare sul parquet. Già al suo arrivo qualcuno dell’entourage dell’Upea l’aveva definito peggiore di Henry Turner, guarda caso stesso ruolo di Freeman, tra gli artefici in negativo della retrocessione dei biancoazzurri dal torneo di Legadue a quello di B1 di qualche stagione fa, esattamente quella 2002-2003. In partita Turner quasi mai era decisivo e sembrava giocare solo per il proprio tabellino, tanto che le cifre personali al termine del campionato lo avevano anche premiato. Nel caso di Freeman, invece, neanche i numeri parlano in suo favore poiché in 25 incontri (uno l’ha saltato per influenza, ndc) il 3 proveniente dalla Grande Mela, partito 20 volte in quintetto, è stato in campo 777’ per una media di 31’ a match, con 298 punti (quasi 12 di media), frutto di 59/111 (53%) al tiro da due, 45/128 da tre (35%), 45/60 dalla lunetta (75%), 98 rimbalzi (3,92 a gara), 35 assist (1,4 di media), 33 palle recuperate (1,32) e 44 perse (1,76). E visto che si tratta di un americano dai trascorsi in Eurolega c’è pure l’aggravante. Insomma un lusso che l’Upea non si poteva più permettere, in quanto nello scout non si possono vedere le sue magagne difensive e l’indolenza simile alla strafottenza che aveva in campo. Hai voglia a dire che è il più grande talento mai venuto a Capo d’Orlando, che ha classe, carisma e quant’altro se poi i risultati sono stati questi. Ben venga, dunque, il suo sostituto, a patto che sia caratterialmente alla Leo Busca che, cioè, entri in punta di piedi nello spogliatoio Upea, quasi indistruttibile al giro di boa, così fragile in questo ultimo periodo. Ma guardando ai 22 punti attuali con 8 lunghezze di margine sulla seconda squadra retrocessa, Reggio Emilia, che all’ultima giornata di regular season dovrà anche scendere a Capo d’Orlando, il bicchiere resta sempre mezzo pieno, soprattutto se si pensa che un anno fa di questi tempi l’Upea temeva di diventare una meteora.
Claudio Argiri
 

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