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La Gazzetta del Sud lunedì 16 aprile 2007 at 09:16
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L’Orlandina ci ha provato seriamente a mettere in difficoltà la capolista Siena e per 15’ (31-29) ha anche illuso il “PalaFantozzi” – che stranamente presentava ampi spazi vuoti nelle tribune – di poter sgambettare il blasonato avversario. Probabilmente, se la partita si fosse giocata esclusivamente con i due quintetti iniziali, la compagine di Perdichizzi avrebbe potuto anche compiere il miracolo; ma a gioco lungo, inesorabilmente, i cambi fanno la differenza, e così Siena – che si può permettere il lusso di far partire dalla panchina fior di giocatori come Kaukenas, Baxter e Carraretto – ha la possibilità di cambiare l’inerzia della partita mutando difesa e marcatura in qualsiasi momento, mantenendo sempre elevatissimo il tasso tecnico e la qualità del gioco sui due lati del campo. Eccovi spiegato perché l’incontro ha avuto due facce ben distinte. L’Orlandina è brava in avvio di partita a sfruttare il suo maggior dinamismo contro un avversario appesantito dal richiamo atletico ultimato nei giorni scorsi in vista dei playoff, tanto da riuscire ad allungare sino a +7 dopo 6’04” del primo quarto e a +6 (29-23) a -3’52” della seconda frazione. Merito di uno scatenato Wells, vanamente contrastato da Stonerook, che realizza 10 punti dal campo (2/2 da tre), imitato da un tarantolato capitan Young, che sfugge da tutte le parti al disorientato Sato mettendo 8 punti con un eccellente 4/4 da due, frutto di irresistibili penetrazioni. Il tecnico ospite Pianigiani pazienta per 7’, poi capisce che bisogna limitare Young ed ecco che butta nella mischia Kaukenas (il lituano rileva Forte) affidandogli la marcatura della guardia paladina, mentre Sato prende in consegna prima Fevola, partito in quintetto, e poi il suo sostituto Tourè. Il cambio di marcatura fa perdere brillantezza e precisione al tiro al capitano biancazzurro, che per il resto della partita non fa più la differenza realizzando soltanto altri 5 punti, tanto da chiudere col 33% dal campo (0/8 da tre) e 0 di valutazione. Concluso il primo tempo sotto di 7 (36-43), l’Orlandina perde lentamente contatto con la capolista nel terzo tempino, perché contro la difesa mista ospite, che impedisce qualsiasi giocata per linee interne, non trova il tiro da tre (concluderà con un disarmante 14%: 3/21) e si dimostra fallosa anche dalla linea della carità (5/11). Sull’altro fronte, va certamente meglio dall’arco 7/20) e ai liberi (12/14), ma soprattutto nelle conclusioni da sotto, con un Baxter dominante sui cui tagli l’avversario più vicino si trova a due metri. Non deve meravigliare, allora, se il centrone di colore ha potuto mettere indisturbato 4 delle 7 schiacciate della sua squadra. Il vantaggio dei toscani si dilata così a +10 al 25’ (42-52), +16 al 35’ (51- 67), poi è garbage time fino alla conclusione. L’Orlandina esce tra i fischi dei suoi ultras, ingenerosi se si ha riguardo alla caratura dell’avversario, anche se qualche giocatore ha colpevolmente tirato anzitempo i remi in barca. Vero, coach Perdichizzi? |
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