ORLANDINA Basket

Giornale di Sicilia
venerdì 27 aprile 2007 at 09:16

Lo spettro della retrocessione diventa nuovamente un incubo per l’Upea che anziché liberarsi da ogni paura si è più che mai inguaiata e rischia seriamente di dover arrivare alla volata dell’ultima giornata per sperare di centrare l’obiettivo della permanenza in serie A. Brava Montegranaro a mettere a nudo i limiti attuali dei paladini, incapaci di tenere l’avversario di turno in difesa (i marchigiani hanno avuto il 66% da due, quando in questo campionato viaggiano con il 52% in trasferta) e di attaccare con raziocinio un quintetto ospite che con frequenti raddoppi di marcatura ha asfissiato i paladini, colti nelle solite forzature che hanno partorito un eloquente 3/20 da tre punti. Nessuno si aspettava il ko, men che meno con quell’arrendevolezza finale che ha mandato su tutte le furie il presidente Enzo Sindoni, a caldo minaccioso nei confronti dei suoi, sotto accusa anche per essere tornati in albergo quasi all’alba domenica scorsa dopo la pesante sconfitta di Milano. Pacata, quasi rassegnata, la disamina di coach Perdichizzi, al termine del match che avrebbe dovuto consegnare le chiavi della salvezza e che, invece, ha fatto tornare subito in palestra la squadra, ieri sera nuovamente al PalaFantozzi per un allenamento punitivo stabilito dopo la batosta. “Inutile prendercela con gli arbitri – spiega – perché non credo abbiano inciso sul risultato. Piuttosto la cocente delusione, che brucia più di altre di questo girone di ritorno, è giunta per colpa della tensione che ha attanagliato la squadra, contratta e poco fluida in attacco dove c’è stata scarsa razionalità poiché ci si è fatti prendere dall’emozione, soprattutto nei ruoli chiave di playmaker e pivot dove paghiamo in esperienza. Tutto il sistema offensivo ne ha risentito e se ci aggiungiamo che di fronte c’era un Montegranaro molto motivato dopo la scoppola di Avellino, la frittata è completa. Comunque ce lo aspettavamo così, con Childress che come al solito ha fatto la differenza dettando i ritmi di gioco e mettendo in condizione i suoi tiratori di far male, cercando con insistenza i nostri punti deboli. Abbiamo subito Slay sotto i tabelloni, il loro penetra e scarica e gli esterni marchigiani che hanno messo i canestri decisivi. Peccato perché con quella fiammata a cavallo tra il primo ed il secondo quarto sembravamo in grado di girare la partita a nostro favore”.
Claudio Argiri

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