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Giornale di Sicilia martedì 1 maggio 2007 at 10:25
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L’Upea ha dovuto ancora rinviare l’appuntamento con la sospirata salvezza in serie A, ma il traguardo si è notevolmente avvicinato dopo la terz’ultima giornata della regular season. Infatti Benetton a parte, solo Avellino delle pericolanti ha ottenuto il successo, peraltro previsto, sul parquet amico contro la deludente Climamio Bologna. Per il resto scontata la caduta di Reggio Emilia a Treviso, decisiva, o quasi per l’obiettivo paladino, l’ennesimo ko del Teramo, battuto in casa da Roma in un arrivo in volata che ha tenuto con il fiato sospeso i tifosi biancoazzurri. La sconfitta degli abruzzesi è stata accolta in maniera trionfale perché significa permanenza ad un passo, visto che per retrocedere l’Upea dovrebbe perdere gli ultimi due incontri (a Varese ed in casa contro Reggio Emilia) e Teramo vincerli entrambi (tra le mura amiche contro la lanciatissima Vidivici Bologna ed a Montegranaro). Insomma più che una magra consolazione dopo l’ennesimo tracollo esterno, stavolta a Udine, contro un avversario che in avvio sembrava quasi pago dopo il primo exploit esterno del campionato che valeva la quasi certezza della salvezza. Sul + 11 del primo quarto con capitan Young e Wells che facevano canestro da ogni parte, l’ottimismo regnava sovrano. Ma poi il primo black-out, solo l’antipasto del buio totale dell’ultimo quarto. “Avevamo assorbito abbastanza bene quell’imbarcata – spiega il direttore sportivo Diego Pastori – ed a fine terzo quarto eravamo davvero convinti di portare a Capo d’Orlando i due punti e la conseguente salvezza. Poi abbiamo mollato incredibilmente, poiché ognuno dei giocatori è andato per conto suo, con tiri mal consigliati e palle letteralmente buttate al vento. Insomma un disastro imprevisto al di là dei meriti della Snaidero che sul suo parquet è sempre un avversario tosto per tutti”. Alla fine nessuno aveva voglia di sorridere per il ko di Teramo, ma solo di dimenticare al più presto la batosta. Della trasferta friulana poco o nulla da salvare. “In avvio è andato bene Wells ma poi si è spento – chiude Pastori – mentre l’unico a giocare bene per tutto l’incontro a mio avviso è stato Young. Nel primo periodo è stato perfetto, poi ha continuato a fare buone cose, giocando in maniera efficace anche in difesa su Penberthy e svolgendo discretamente per qualche minuto anche il ruolo di playmaker”. In assenza di Mokongo, vittima del turnover, e con Fabi e Rabaglietti non ancora considerati da coach Perdichizzi, la soluzione Young, già sperimentata dal cecchino talvolta a Reggio Emilia qualche anno fa, era l’ultima carta a disposizione per far rifiatare l’acciaccato ex Busca, visto che la prova McFadgon è naufragata malamente dopo un paio di palle perse in maniera banale. Claudio Argiri |
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