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Giornale di Sicilia martedì 15 maggio 2007 at 16:45
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Al giro di boa si pensava di festeggiare ben altri traguardi ma alla fine della fiera la sudata, sofferta ma meritata salvezza conquistata all’ultima giornata ha ripagato l’Upea dei sacrifici fatti durante il suo secondo torneo di serie A. Ancora una volta è stata Reggio Emilia a consegnare la permanenza ai paladini e peccato che tra un anno l’obiettivo 13° o 12° posto, per dirla come il presidente Sindoni che vuol migliorare almeno di una posizione il piazzamento precedente, i biancoazzurri dovranno chiederlo a qualche altro club visto che quello emiliano andrà a scontare le proprie colpe in Legadue in virtù del ko del PalaFantozzi. Come in tutte le favole il finale è stato felice e quella dell’Upea è stato scritto nel corso di 40’ dove il popolo dei tifosi ha pensato solo ad incitare la squadra, dimenticando le pene recenti e portando in trionfo tutti alla sirena conclusiva. “Sapevamo che ci avrebbero spinti verso il trionfo in una partita intensa, difficile e drammatica per entrambe – esordisce coach Giovanni Perdichizzi – anche se noi avevamo qualche chances in più e ci saremmo salvati anche perdendo visto il ko di Avellino. Ma lo sport è questo ed il mio pensiero va a Reggio Emilia, ma noi non potevamo certo gestire ed abbiamo pensato solo ad onorare fino in fondo il campionato. Comunque ero convinto di vincere poiché sia a Udine nei primi 30’ che a Varese per 37’ i segnali erano quelli giusti. Ce l’abbiamo fatta grazie ad un approccio deciso in difesa anche se in attacco all’inizio abbiamo stentato. Poi, però, siamo venuti fuori bene anche lì coinvolgendo tutti come non mai nel girone di ritorno e confermando che se giochiamo di squadra, come con Climamio, Vidivici e Benetton, potevamo stare alla pari con tutti. L’unico problema che potevamo avere in un match che abbiamo sempre amministrato con 10-12 punti di vantaggio e fino a + 16, era quello di distrarci per quello che succedeva altrove ed infatti quando si è saputo il risultato di Avellino abbiamo un po’ mollato anche se io ho continuato a dire ai giocatori che non era finita”. L’Upea ha chiuso con 18/37 al tiro da 2, 5/21 da 3, 25/39 ai liberi, 44 rimbalzi, 10 assist e 95 di valutazione conquistando una salvezza che un altro sapore. “E’ il secondo scudetto per Capo d’Orlando – chiude l’allenatore, forse già un ex - e consente alla società di consolidarsi raggiungendo un traguardo storico per tutti, dalla dirigenza che mantiene il giocattolo, allo staff tecnico ed alla squadra che hanno voluto fortissimamente questo traguardo ed a chi si è stretto intorno a noi. E’ un’impresa che rimarrà per sempre, annata super, altro piccolo miracolo, non ci sono parole grazie a tutti, ora pensiamo solo a godercela. Personalmente sono molto stanco poiché la pressione e la tensione è stata tanta, abbiamo dovuto superare problemi fisici e con qualche giocatore, al futuro penserò dopo, ma sapete che il mio rapporto con il presidente va al di là dei contratti”. Claudio Argiri
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