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Rassegna Stampa

La Repubblica - venerdì 19 ottobre 2007 at 09:40

Abisso Armani. Crivellata dai colpi di Capo d´Orlando, squadra assemblata con un terzo dei soldi spesi a Milano ma con criterio e cuore. Devastata dalle folate di Drake Diener, guardia bianca dal fisico normalissimo, per di più minato dal morbo di Crohn, eppure infinitamente più sensato dei frilli Gadson e Gaines, dell´inconsistenza di Vukcevic e Touré. Trema la panchina di Markovski, anche se il presidente Corbelli in settimana ha predicato pazienza, forse per mancanza di alternative (Frates? Caja? Coldebella?). Quattro sconfitte consecutive, con la terribile Siena all´orizzonte dove difficilmente rientrerà Gallinari, penultimo posto ormai cronico. Può bastare?
L´abisso Armani arriva dopo 10´ alla garibaldina, senza difese e dominando a rimbalzo, eppur chiudendo la frazione senza superare il +7 (25-18). L´abisso è un secondo quarto da guance rosse di vergogna, da 3/11 al tiro con 7 perse e - 7 a rimbalzo, da - 5 di valutazione di squadra, da fischi per tutti e per Gaines in particolare, perennemente a testa bassa verso un muro. L´alone di impotenza e frustrazione, durante il lungo parzialone da 5-25 in cui Diener banchetta a caviale (17 punti alla pausa), ha il retrogusto del fiele. Unico spartito, il pick and roll centrale e via nell´imbuto dell´area a forzare, fragilità endemica sui cambi in difesa e concezione agli opposti sull´uso dei lunghi. La Pierrel li ha e li cerca, l´Armani non costruisce un tiro per i suoi omoni, mai.
Nel marasma Markovski miscela quintetti fino a provarne uno micro e disperato con quattro guardie - i baby Gentile e Aradori dentro, fuori Bulleri e Vukcevic con 4 falli - e Watson nel momento del massimo vantaggio siciliano (39-53 a 23´32´´, tripla di Wojcik). Ci vuole però il rientro del Bullo, che con Aradori firma un - 3 con 7´ da giocare, per sperare qualcosa. Ma l´anarchica Capo d´Orlando è paradossalmente più squadra, Slay e Diener con tre triple spezzano i cuori del Lido (64-76 a 35´22´´). Poi arriva il quinto fallo di Watson, Sesay e Bulleri. E la dissolvenza, impietosa. Coi boati.

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