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Rassegna Stampa |
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La Gazzetta del Sud - mercoledì 21 novembre 2007 at 09:02
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Drake Diener ha la faccia da ragazzo educato del Midwest, con gli occhi azzurrissimi a incorniciare un'espressione di grande timidezza e diversi capelli bianchi che un po' stonano con i suoi nemmeno ventisei anni. Oggi, ᨠtranquillo e sereno: gioca a basket in serie A ed ᨠuno dei migliori realizzatori del campionato, a oltre 20 punti di media, nella Pierrel Capo d'Orlando costruita intorno a Pozzecco e che invece ha messo in luce le straordinarie doti di questa guardia dal tiro mortifero e dall'intelligenza cestistica sterminata, evidentemente ereditata dal padre allenatore. Drake, perá², ᨠun reduce. Reduce da un'esperienza nella quale ha temuto non solo per la carriera, ma addirittura per la vita. Cinque lunghi mesi di pellegrinaggio da un ospedale all'altro prima della diagnosi giusta per quei dolori lancinanti all'addome: morbo di Crohn, una malattia degenerativa che colpisce l'intestino. «Non ricordo esattamente come e quando sia iniziata – racconta Drake – so che alla fine della mia stagione da senior al college ero sempre affaticato, poi da metá maggio ho avuto sempre piú spesso forti dolori addominali che mi hanno portato in ospedale a Chicago, dove giocavo con la DePaul University. Gli esami, perá², non sono stati risolutivi tanto che i medici hanno pensato a un'appendicite: durante l'intervento chirurgico, che doveva essere di routine, mi hanno invece trovato una massa nell'addome e cosᬠl'operazione ᨠdurata ben cinque ore». – Ed ᨠlᬠche ᨠiniziata la paura. «Sono tornato a casa una prima volta, ma le mie condizioni hanno continuato a peggiorare e ho perso 25 chili di peso; non riuscivo a camminare, ero bloccato a letto in attesa della diagnosi giusta che poi ᨠarrivata a ottobre a Milwaukee: morbo di Crohn, una malattia che non sapevo neanche esistesse. Avevo giá un altro intervento chirurgico fissato per l'inizio del 2006, ma con le cure adatte non ho piú avuto problemi e mi sono lentamente rimesso». – Il Crohn ᨠun male non curabile, ma trattabile. Come lo tieni a bada e, soprattutto, ti capita di avere ancora dolore? «No, per fortuna da ottobre 2005 non ho piú avuto dolori. E sono stato fortunato anche nella gestione della malattia perchè prendo solo 5-6 pillole al giorno, mentre conosco persone che sono costrette a prenderne anche venti». – Facendo qualche ricerca sulla tua storia, mi hanno impressionato due cose che racconti. Il "sollievo" quando hai scoperto che si trattava di Crohn, e la risposta a chi ti diceva che la malattia ti aveva colpito nel momento peggiore: "Non posso immaginare cosa sia per un ragazzo di 10-12 anni". «Anche se da principio i medici avevano praticamente escluso il cancro, quel "praticamente" non ci lasciava del tutto tranquilli. In quello stesso periodo era ricoverata in un altro ospedale della stessa cittá un'amica di famiglia e i suoi venivano a trovarmi dopo essere andati da lei, quindi la differenza tra le due malattie era ben presente nelle mie giornate. ሠvero, perá², che se alla mia etá ᨠstato terribile perdere peso, star male e non potermi muovere, se la stessa cosa accade a un bambino di 10-12 anni ᨠancora peggio, perchè a quell'etá tutto quello che vuoi fare ᨠuscire, giocare all'aria aperta, e non puoi farlo». – La tua ᨠuna famiglia che vive di basket: tuo padre allenava il tuo liceo, tuo fratello Drew ha giocato a St. Louis e ora ᨠassistente allenatore alla University of Virginia, tuo cugino Travis gioca nella Nba a Indiana. Cos'hai pensato quando tuo padre ha smesso di allenare per seguire le tue cure? «In realtá credo che avrebbe comunque smesso di lᬠa poco, anche se il mio problema ha sicuramente accelerato la sua decisione. Tra l'altro, quando ho avuto il secondo attacco a metá luglio tornavamo proprio dalla Virginia dove eravamo andati a trovare mio fratello. In quel momento, ᨠchiaro che la mia speranza era solo di rimettermi in piedi; tornare a giocare a pallacanestro era una prospettiva lontana». – In questi anni hai spesso collaborato con fondazioni e istituzioni benefiche sia negli States, con "Camp Oasis" e le due edizioni di "Cagers for Crohn" proprio nella tua Fond du Lac, sia l'anno scorso con la Fondazione Ibd di Varese. Qual ᨠil messaggio che cerchi di trasmettere quando parli con qualcuno, magari un bambino, che ha la tua stessa malattia? «Non penso di poter dare chissá quali messaggi, perá² credo che vedermi ora, in salute e in grado di giocare nuovamente, giá aiuti queste persone. Ricordo un bimbo col quale ho parlato a Varese, ha capito che anche con questa malattia si puá² condurre una vita normale». Normale sá¬, ma a 20 punti a partita...
Chi ᨠDrake Diener Nato a Fond du Lac (una cittadina di 42 mila abitanti del Wisconsin) il 19 dicembre 1981, ha giocato alla Goodrich High School sotto il padre Dick, uno dei massimi allenatori di basket dello Stato, insieme al cugino Travis che, dopo l'universitá a Marquette e due anni agli Orlando Magic, ᨠnegli Indiana Pacers della Nba Drake ᨠandato al college di DePaul, a Chicago, dove ha chiuso la stagione da senior (il 2004/05) a 14.2 punti di media. Ha sostenuto i try-out con Toronto e Chicago in vista di una probabile chiamata al secondo giro del Draft Nba prima dell'insorgere del morbo di Crohn Il ritorno al basket ᨠnella scorsa stagione: Vacirca e Sacchetti lo portano a Castelletto Ticino in Legadue, dove chiude la stagione a 17 punti di media. Alla Summer League di Las Vegas, il duo ex Ignis convince Drake a fare il grande salto in serie A con l'Orlandina
Max Passalacqua
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