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Rassegna Stampa |
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La Gazzetta del Sud - mercoledì 5 dicembre 2007 at 09:56
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È un osservatore neutrale ma non per questo disinteressato. Zare Markovski non ha più una squadra dalla fine di ottobre, da quando Milano ha deciso di riaffidarsi ad Attilio Caja. Ma questo è un argomento sul quale con il suo inconfondibile stile preferisce non intervenire. La sua sapienza cestistica e la sua profonda conoscenza dell'Europa dei canestri, rendono la sua analisi sul campionato e sulla Pierrel particolarmente accreditata. La volata verso lo striscione del girone di andata equivale ad una distribuzione dei sette pass per la Final Eight di Coppa Italia che segnerà, con una prima festa, il giro di boa della stagione. «Sarei veramente sorpreso se questa Pierrel non approdasse alla vetrina della Coppa Italia – commenta il coach macedone – dopo quello che è stata in grado di mostrare nei primi tre mesi. Mi sembra sulla strada giusta per essere tra le prime sette della graduatoria». Le certezze dell'ex allenatore di Avellino, condotto per tre volte alla salvezza, passano attraverso l'analisi fredda dei numeri. «Per avere certezza di un posto a Bologna occorre arrivare a quota venti – profetizza Markovski – alla Pierrel mancherebbero tre vittorie nelle prossime cinque gare. Ma ho la sensazione che con quattro punti l'Orlandina può riuscire ad ottenere questa soddisfazione. Una tra le squadre che in questo momento è a quota 14 punti resterà fuori perché la Virtus che organizza ha già un posto garantito. In questa corsa l'Orlandina è in pole position». Il valore dell'approdo alla Final Eight va ben oltre il semplice impegno agonistico con le altre migliori forze d'Italia. «Io credo che la Coppa Italia, una manifestazione di primo livello, debba avere sempre tra le proprie partecipanti la squadra in questo momento di riferimento dell'intero meridione d'Italia. La Sicilia con i suoi cinque milioni di abitanti non può restare ai margini del grande basket. Attenzione, la Coppa deve essere solo un punto di partenza non di arrivo per il club. Uno stimolo per tutto il movimento che moltiplica le proprie forze per occasioni come queste». La buona stagione della Pierrel non sembra aver sorpreso il buon Zare. «La forza di questo team è il suo gruppo, non un singolo giocatore. Sono, innanzitutto, una serie di brave persone. Sacchetti è un coach squisito che ha saputo infondere energia positiva a tutta la squadra e all'ambiente. Tutti, da Pozzecco a Diener, passando per Howell stanno rendendo al massimo. Non credo che solo due anni fa a Capo d'Orlando si sarebbero potuti immaginare l'impatto di uno come Tamar Slay». Ma sul nome del giocatore che in senso assoluto ha più sorpreso l'ex coach di Milano, spunta ancora un pezzo di Orlandina. «Credo che i giocatori americani di grande passato e di cui abbiamo sentito parlare in questa estate come i grandi protagonisti della stagione, finora abbiamo un po' deluso. Al contrario il rendimento di Drake Diener è stata la vera grande sorpresa di questo primo scorcio di campionato». Markovski non sembra vedere reali antagonisti allo marcia di Siena. «Chi può fermare il Montepaschi? E perché fermare una favola come quella dei campioni d'Italia. Sarei veramente triste se Siena chiudesse la propria striscia di imbattibilità. La loro storia, fatta di 10 anni di grandi investimenti e di crescita generale, deve continuare perché ne beneficia tutto il movimento. La logica antagonista è Roma perché investe tanto quanto, se non di più, Siena. Ma i toscani restano ancora i più forti».
Domenico Bertè
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