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Rassegna Stampa |
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La Gazzetta del Sud - mercoledì 12 dicembre 2007 at 09:07
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DOPO tredici turni il campionato all'incontrario offre per la prima volta una mappa possibile delle finali di Coppa Italia. Sette squadre, tra cui almeno 4 a sorpresa (Biella, Capo d'Orlando, Avellino e Montegranaro) davanti alle presunte grandi. È già tempo di primi bilanci sul campo mentre le squadre cambiano di continuo e alcune big pensano al futuro. Perché, ad esempio, ci sarebbe un certo Danilo Gallinari sul mercato. Il golden boy dei nostri canestri è in scadenza di contratto e se non sarà sicuro di una chiamata tra i primi 10 – sempre più possibile, peraltro – potrebbe pensare a un anno o due di maturazione. Non più a Milano. E se all'estero, Panathinaikos, Cska e Barcellona assicurano ponti d'oro in cambio di spazio normale per una candidata al successo in Eurolega, Treviso in prima fila e anche Roma hanno già alzato il telefono. Tant'è, il presente è ricco di nomi nuovi e di squadre costruite con oculatezza nell'ambito di budget contenuti. Ecco allora chi meriterebbe gli oscar a oltre un terzo di stagione consumato. MVP VERO. Per quanto mi riguarda lo è stato già la stagione scorsa. Perché è il collante dei campioni d'Italia, quello che offre ciò che serve, in silenzio. Ed è colui che permette le rotazioni difensive continue a Pianigiani. Se vi state ancora domandando chi sia, la risposta è semplice: Romain Sato dal Centrafrica. Per inteso, se Siena ne ha bisogno lui ne mette pure 20. MVP SORPRESA. Nessuno come Drake Diener. La guardia di Capo d'Orlando già merita ogni ammirazione per aver vinto la battaglia con il morbo di Crohn. Ma lui riesce a pensare in grande. Normale per chi ha dovuto immaginarsi un futuro, comunque esemplare. In campo, in compenso, è un trattato di scienza cestistica applicata. Già, non solo punti, ma visione di gioco, spirito di sacrificio, difesa persino. Eccellente Vacirca ad averci creduto, soprattutto l'estate 2006 portandolo a Castelletto Ticino. Con i paraocchi molti suoi colleghi, invece. Nomination. Quasi al livello di Drake ci sono altri americani pescati nel sommerso. Ad esempio BJ Elder, guardia essenziale di Biella. Anch'egli libro stampato di fondamentali, che per di più vive di prepotenza fisica. In questa serie A può prendersi ogni tiro che gli venga in mente. Ma si contiene. E come non citare i mini-play Marques Green (Avellino) e Deshaun Wood (Cantù)? Semplicemente fantastici, per vivacità e intelligenza. Ma non possiamo dimenticare Clay Tucker, realizzatore di Teramo e capocannoniere del torneo. Un tir. MIGLIOR ALLENATORE. Parlare di Pianigiani (o anche di Sacripanti, l'ideale successore ct di Recalcati) è ormai superfluo. Piuttosto è bene concentrarsi su tre tecnici di natura e spirito diverso, ma estremamente efficaci. Uno avrebbe meritato perlomeno il secondo posto in votazione già nel 2007 e si chiama Luca Bechi. L'anno scorso ha tenuto insieme una congrega di pazzerelli con talento infinito, chiudendo sesto, ora ha forgiato un gruppo vero, in cui il talento è al servizio della squadra. E, da ex tecnico delle giovanili, sta lavorando sui giovani. Ad esempio Cinciarini. Ha indubbie qualità Matteo Boniciolli, da sempre sottostimato a causa di un carattere che non scende a compromessi, quanto eccellente. Di più, ora meriterebbe un abbraccio, oltre che un premio per aver indicato la via ai tanti-troppi saputelli, chiedendo a Tonino Zorzi di sedersi al suo fianco. Altro tecnico alla pari con Bechi e Boniciolli è Meo Sacchetti. La sua dote migliore espressa in questi mesi è la capacità di mettere assieme atleti di spiccata personalità, convincendoli che mettendosi tutti a disposizione degli altri è possibile sognare in grande stile. Basket spumeggiante, il suo, con il Poz, Diener e Slay non potrebbe essere altrimenti. ITALIANO N. 1. Anno di penuria, è vero, con tanti ragazzi che però si stanno mettendo in mostra e l'emblema è Poeta, regista titolare a Teramo. Ma il n. 1 assoluto è il più atteso: Danilo Gallinari. Quando ha giocato ha dominato, letteralmente. Mostrando di sapersi assumere responsabilità. Completo, è nella testa che è più avanti dei vari Bargnani e Belinelli. Solido, un leader nato. GM DELL'ANNO. Largo ai giovani, a chi si inventa un ruolo, avendo già nel Dna la professionalità. Largo a Daniele Baiesi, mai sopra le righe. E a Gianmaria Vacirca, finalmente una nuova generazione di dirigenti capaci. Quello che più manca al basket italiano. I due tra l'altro sono amici e hanno fatto la gavetta, cominciando col giocare, passando dal giornalismo. DELUSIONI. Tante, troppe. Le due bolognesi preoccupano anche in prospettiva. Milano preoccupa perché ha gettato a mare un progetto e ha futuro incerto, visto che Corbelli vende e ufficialmente non ha ancora trovato compratore. La sorpresa negativa è la Benetton, perché sulla carta aveva tanto talento. Non ha funzionato la chimica. E ad Atripaldi non è stato concesso il tempo che era solito prendersi a Biella. Così sono arrivati il primo esonero (di un suo amico) e i primi tagli di giocatori. Ma vedere Varese così in fondo, per la storia del basket italiano, è davvero doloroso.
Piero Guerrini
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