Orlandina Basket

Rassegna Stampa

La Gazzetta del Sud - mercoledì 12 dicembre 2007 at 09:08

Lutto in casa Orlandina. Ieri mattina si è spenta la signora Carmela Gerbino, madre del vicepresidente della società Silo Conforto e suocera del presidente Enzo Sindoni. Prima dell'allenamento pomeridiano staff tecnico e giocatori hanno fatto le condoglianze ai loro massimi dirigenti. Poi è ripreso il lavoro al "PalaFantozzi" in vista della grande sfida di domenica tra Pierrel e Scavolini Spar Pesaro con l'eccezionale presenza di Carlton Myers, l'ultima icona del basket italiano prima della "new generation" insieme a quello che sarà il suo avversario anche se non diretto, Gianmarco Pozzecco.
Ed è una settimana importante per Juan Manuel Fabi, particolarmente gasato dopo la splendida prestazione di Rieti: 18' di utilizzo, 13 punti, una sentenza dal campo (2/2 sia da due che dall'arco), 3/4 dalla lunetta, 15 di valutazione. E tutti canestri pesanti, quelli che hanno dato la spinta per l'incredibile recupero nell'ultimo tempo regolamentare e per il successo maturato all'overtime.
«Per me – dice il play italo-argentino – è stata la più bella partita che ho giocato con la maglia dell'Orlandina. Quando coach Sacchetti mi ha chiamato non ero neanche tanto emozionato, sono entrato deciso a fare bene. In quel momento le attenzioni maggiori della loro difesa erano concentrate su Diener che su noi "piccoli" e ho trovato gli spazi giusti per inserirmi».
Già e con i primi punti il tecnico ha preferito lasciare Fabi sul parquet anche con il rientro di Pozzecco, abbassando il quintetto e schierando Diener da ala piccola e Slay da "4".
«C'era una situazione difficile – prosegue Fabi – per i falli dei nostri lunghi. È andata benissimo nel significato che il nostro è un gruppo unito, affiatato, che lavora benissimo e che può assecondare qualsiasi scelta del nostro allenatore».
La grande rivelazione di questa stagione e tutti si chiedono: come mai solo adesso Fabi si è scoperto giocatore di serie A? Perché è stato poco o niente utilizzato tra un'annata in Legadue e gli altri due tornei nella massima serie? Evitare le polemiche, please. «Infatti – dice il "gaucho" – perché io so solo una cosa: mi sono sempre allenato come adesso, ho lavorato sodo attendendo il mio turno con fiducia ed è anche per questo che ho rispettato il lungo contratto firmato a suo tempo con questa società e non chiedendo di andare via. E adesso sto raccogliendo i frutti e sono felice».
Prima parte di stagione ottima, poi un calo non appena il "Poz" è entrato in forma. «Ma lui è un grande della pallacanestro italiana e sono onorato di dargli il cambio. Da uno come Gianmarco c'è solo da imparare. È un ragazzo splendido, un grande amico e la nostra guida. E poi lo avete visto, a Rieti abbiamo vinto giocando insieme». Le cifre di Fabi sono anche le prime che possono essere evidenziate dopo tanta panchina: 21' di utilizzo medio, 65 punti (5 di media), 40% da due punti, 33,3% dall'arco, 71,4% dalla lunetta, 1,3 rimbalzi, 1,5 assist.
Nel tempo libero "Manuelito" ama navigare su internet e stare in compagnia della splendida fidanzata argentina (laureata e lavora a Capo d'Orlando), che da anni lo segue.
E il futuro? «Si chiama Pesaro – conclude Fabi – perché dobbiamo pensare di partita in partita. Vincendo abbiamo ottime possibilità di andare alla Final Eight (in verità la qualificazione è ipotecata con il +4 sulla nona), ma la partita di domenica sarà difficile, come tutte».

Giuseppe Lazzaro

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