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Rassegna Stampa |
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Il Resto del Carlino - venerdì 14 dicembre 2007 at 10:16
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Pozzecco, ma la vuol smettere con questa storia che è vecchio e si ritira? Ad appena 35 anni...? «Oh ragazzi, ma c’è anche chi è morto prima! Intendo dire che ha smesso prima...». Ma da cosa capisce che non ce la fa più? «Da mille dettagli. Ma uno in particolare mi avvilisce: sono più coetaneo degli arbitri che dei miei compagni di squadra — ride Poz — e quando vado in campo mi salutano più loro degli avversari. E’ ora di smettere veramente...». Ci dice un’altra battuta, per favore? «L’altro giorno Miki Mian mi ha detto che siamo nella top ten dei vecchi. In realtà lui è già lì dentro da quando aveva 20 anni» dice, e poi si ammazza dal ridere. Ma quando l’ha deciso che questo era l’ultimo anno? «Mentre ero a Mosca e non ce la facevo già più, con quel freddo, quel ghiaccio. Mi sono detto: basta, torno, voglio fare l’ultimo anno in Italia e poi appendo le scarpe al chiodo». Bè, ha scelto un bel posto dove chiudere la sua recita, no? «Sicuro. Sono convinto ogni giorno di più della scelta fatta, indipendentemente dagli eventi: dal fatto che la Virtus fatica così tanto, mentre la mia Pierrel sta vivendo in una favola. Sono stato fortunato perché ho trovato un ambiente fantastico. Ma Orsini me l’aveva detto: vieni qua Poz, ti troverai alla grande». Si sta divertendo? «Sono sincero, il divertimento non esiste più nella pallacanestro moderna. Colpa di molti allenatori, soprattutto slavi, che l’hanno trasformata in un lavoro estenuante mentre il nostro sport è anche goliardia. E goliardia — sottolinea con forza — non è sinonimo di poca professionalità o di scarsi risultati. Lo dico da anni, forse qualcuno mi sta iniziando ad ascoltare». E’ un concetto interessante: vuole aggiungere qualcosa? «Noi siamo come dei circensi, siamo dei personaggi di uno spettacolo: se possiamo regalare un sorriso è meglio, no? Se mi diverto in campo, di sicuro si divertiranno anche quelli sugli spalti». Anche Myers la scorsa estate ha detto che voleva divertirsi... «Allora si vede che ormai facciamo proprio ridere...» . Siete amici con Carlton? «Amico è una parola grossa. Però siamo in ottimi rapporti. Lui è un personaggio particolare ma, credetemi, è molto più divertente di quanto sembra e di quanto la gente pensi». Che ambiente troverà la Scavo-Spar a Capo d’Orlando? «Un entusiasmo incredibile. Un paese di 13.000 abitanti che ne porta al palazzetto 4.000: vuol dire che 1 su 3 viene a vedere la partita. E’ come giocare in famiglia. Poi c’è molto fair-play, una grande sportività. Insomma, sembra di stare in un’oasi, con quel che succede in giro». Quando verrà a Pesaro sarà festeggiatissimo dai tifosi. Lo sa? «Lo so. Poi andiamo a mangiare una piadina?». Ma non ha paura che tutto questo le mancherà? «No, non sono spaventato al pensiero di cosa farò dopo. Anzi, ho un enorme entusiasmo per la mia vita futura. Magari farò l’allenatore, magari andrò a vivere a Formentera: ma poter decidere è già di per sè una cosa eccitante». Clonatelo, per favore. Elisabetta Ferri
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