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Rassegna Stampa |
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La Gazzetta del Sud - lunedì 31 dicembre 2007 at 10:06
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Un anno strepitoso. Il 2007 che va al tramonto è stato assolutamente eccezionale per l' Orlandina Basket come già accaduto nel 2004, 2005 e 2006. La meravigliosa favola creata dal presidente Enzo Sindoni, giunto all'undicesimo anno con partenza dalla serie C2 nell'estate 1996, prosegue con propositi sempre più ambiziosi. Da gennaio a maggio i paladini, allenati per il terzo e ultimo anno da Giovanni Perdichizzi, a dire il vero hanno conosciuto una parabola discendente dopo il grandissimo girone di andata a chiusura del 2006. I 18 punti conseguiti al giro di boa, la qualificazione alla Final Eight di Coppa Italia sfuggita per un niente e la salvezza ormai in cassaforte sono stati la causa del calo di tensione che ha portato alla débacle di Biella con le successive dimissioni di Perdichizzi poi rientrate, al taglio di Freeman con l'arrivo della guardia McFadgon e del greco Gioulekas; seppur senza rischiare molto, l'Orlandina conquistava la permanenza all'ultima partita, il 13 maggio, battendo Reggio Emilia. Poche settimane dopo, si chiudeva un'epoca: Perdichizzi decideva di andar via per trovare nuovi stimoli altrove. Il presidente Sindoni, da par suo, giocava le carte su due nomi "insospettabili": coach Romeo Sacchetti e il ds Gianmaria Vacirca. Entrambi arrivavano da Castelletto Ticino, appena portata alla salvezza in Legadue; il primo si presentava con l'aureola di "star" assoluta del basket nazionale, ma da giocatore (ex di Torino e Varese, con la Nazionale medaglia d'argento alle Olimpiadi di Mosca '80 e d'oro agli Europei di Nantes '83); il secondo, molto giovane, di futura promessa. E invece, il progetto di Sindoni ha sortito frutti andati oltre le più rosee previsioni: Vacirca portava a termine una campagna acquisti saggia ed oculata mettendo le pedine giuste al posto giusto dopo che, nuovamente, la squadra doveva essere composta ex novo. Arrivavano i vari Diener e Bruttini, che Sacchetti aveva avuto a Castelletto Ticino, la guardia Falls con l'acquisizione del passaporto irlandese, i lunghi Wallace (scommessa vinta da Vacirca) e Rolando Howell quale "cavallo di ritorno" dopo un biennio con più bassi che alti a Varese, e Tamar Slay. Poi la palla passava a Enzo Sindoni che assestava il colpo dell'estate: dopo due anni di inseguimenti, nella notte fra il 24 e il 25 luglio "blitz" a Bologna per la firma di Gianmarco Pozzecco, play delle mirabilie, un altro nome di grido arrivato all'Orlandina dopo Fantozzi ed Esposito. Il "Poz", per il quale la Virtus Bologna garantiva di più (economicamente e come ambizioni, dovendo disputare l'Eurolega), rifiutava le "V nere" e sceglieva Capo d'Orlando per tornare in Italia dopo i due anni trascorsi al Khimki Mosca nella Superlega russa e al suo arrivo la città si mobilitava trasmettendogli subito carica, emozioni, entusiasmo. Al suo fianco Sindoni riportava in biancazzurro il suo grande amico Francesco Orsini nominato capitano. Ma la ciliegina sulla torta era di là da venire: Vacirca, pochi giorni prima degli Europei spagnoli, firmava il prestigioso Adam Wojcik, centro polacco di 37 anni ma con un fisico perfetto, capitano della Nazionale biancorossa con quindici anni di Eurolega alle spalle. Il gruppo messo a disposizione di Sacchetti per il ritiro di Montalbano Elicona e Tripi, ulteriormente arricchito dall'arrivo di Oscar Gugliotta, uno dei migliori difensori esterni sul mercato, veniva giudicato da Sindoni come «il più forte nei tre anni dell'Orlandina in serie A, ma anche davanti al campionato più forte che ci apprestiamo ad affrontare. Il nostro obiettivo resta la salvezza. Poi chissà». Intanto, il presidente firmava una importante sponsorizzazione: l'azienda farmaceutica Pierrel diventava main sponsor, con Upea secondo marchio, e le promesse diventavano realtà già nel corso del precampionato malgrado gli infortuni di Pozzecco (fuori un mese), Slay (out per tre settimane) e Falls (tuttora convalescente). La nuova Orlandina si integra intorno alle genialità del "Poz" con la realtà – più che promessa – Diener e Slay ai fianchi (oggi entrambi nella Top Ten dei realizzatori), il sontuoso Wallace (uomo da "doppia-doppia" perenne alle voci punti e rimbalzi) a far da spalla a Wojcik o Howell sotto le plance. È diventato una realtà, dopo tre anni di panchina, il play italo-argentino Fabi con Sacchetti che ha saputo coinvolgere tutto il gruppo con i vari Gugliotta, Ndoja (proveniente dalla B2) e Mazeika e c'è stato pure un giovane studente orlandino, Antonio Fazio, autore di un punto dalla lunetta nella vittoriosa trasferta di Napoli. La classifica vede la Pierrel, a conclusione del girone di andata, qualificata per le Final Eight di Coppa Italia e in lizza addirittura per un posto nei playoff, con la permanenza alla quale non mancherà molto per il conforto della matematica. Tra le "gemme" del girone di andata sicuramente da incastonare le vittorie di Napoli, Scafati e Rieti, quelle interne contro Treviso, Udine, Montegranaro e Biella ma, più di tutte, l'exploit di Milano, in uno storico 18 ottobre, per la gioia del presidente "milanese" Sindoni. Intorno a questo fenomeno c'è un ambiente entusiasta: dal professionista al consigliere comunale, dall'operaio al pensionato, dai giovani ai meno fortunati sempre pronti ad assistere alle partite davanti al parquet in carrozzella. Tutta una città "ammalata" per la sua Orlandina, che saluta un entusiasmante 2007 e attende ulteriori successi nell'anno che sta per arrivare.
In sintesi La "rivoluzione"La seconda salvezza in serie A, dopo un girone d'andata scintillante e un ritorno in affanno, chiude un'epoca in casa Orlandina: lascia Perdichizzi, il roster viene rivoluzionato dal tecnico Sacchetti e dal ds Vacirca Il Poz e gli altriLa squadra è costruita con criterio e intelligenza: la guardia Diener e il lungo Wallace sono dei veri "furti" alla concorrenza, il ritorno di Howell e la firma del "monumento" Wojcik danno spessore a un gruppo che ha la sua "stella" nel play Gianmarco Pozzecco, giocatore e personaggio unico che risveglia l'entusiasmo La stagioneIl brillante ruolino di marcia nel girone d'andata, con la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia, obbliga a puntare ai playoff scudetto, per poi convincere il Poz a giocare un altro anno
Giuseppe Lazzaro |
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