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Rassegna Stampa

Repubblica - sabato 16 febbraio 2008 at 09:50

Gianmarco Pozzecco, triestino di nascita, oggi c´è Bologna-Triestina. Chi vince?
«Non faccio pronostici, sia mai che pensino che scommetta sulle partite…».
Seriamente: chi vince?
«Un bel pari e tutti contenti, anche perché la B è un campionato stranissimo e non si capisce come possa finire. Anzi, no: vince il Bologna, così va in A e Cazzola è contento. L´ho rivisto a Casalecchio per le Final Eight: abbiamo rievocato i bei tempi. Mamma mia quanti ricordi…»
Per lei il calcio è molto più di una passione. Da ragazzo aveva il dubbio su quale sport praticare, fra calcio e pallacanestro.
«Altroché. Dai 10 anni fino ai 17 ho giocato a tutt´e due. Iniziai dopo i mondiali di Spagna, e a 17 anni per tre mesi mi dedicai solo al calcio. D´altronde non è che avessi proprio il fisico del cestista».
E come se la cavava?
«All´epoca non ero molto più scarso di quando giocavo a pallacanestro».
Steve Nash (playmaker dei Phoenix Suns, miglior giocatore Nba nel 2005 e nel 2006, ndr) una volta ha dichiarato che avrebbe rinunciato all´intera carriera pur di poter giocare con la maglia della sua squadra del cuore, il Tottenham.
«A me il dubbio è rimasto. Chissà cosa sarebbe successo se avessi definitivamente scelto il calcio. Ci provò nella serie B francese Arsène Ade-Mensah, l´ex play dell´Olympiacos. Era un fenomeno in tutt´e due gli sport, ma col calcio gli andò male. Sfondare a livelli alti è difficilissimo, e mi sarebbe piaciuto, ma è improponibile ora ripensare alle scelte fatte in passato».
In che ruolo giocava?
«Ovviamente col numero 10».
Già, ovvio. Episodi di "follia" da calciatore?
«Come no? Stadio Grezar di Trieste, Giochi della Gioventù. Durante un´azione di gioco scarto mezza squadra avversaria, entro in area e dribblo anche il portiere. Ma non tiro, perché con la coda dell´occhio vedo un difensore che cerca di recuperare. Lo aspetto per scartare anche lui, ma mi leva la palla. Un numero da psicolabile: fortuna che abbiamo vinto comunque, altrimenti i miei compagni mi avrebbero linciato».
A vedere la Triestina andava spesso?
«Sì, e ricordo bene la prima volta. Era un Triestina-Brescia, segnò De Falco in rovesciata ma il gol fu annullato per fuorigioco. C´era grande entusiasmo, gente come De Falco e Ascagni a Trieste erano miti».
E ora per chi fa il tifo?
«Per il Milan, da anni, anche se da bambino ero juventino. Poi le conoscenze nell´ambiente sportivo mi hanno fatto cambiare idea. In fondo, Milanello e Varese sono attaccate».
Amici calciatori anche a Bologna?
«Tanti. Ero legatissimo a Natali, e in "Braseria" incontravo spesso Torrisi, Pagliuca e Bellucci. "Toro" era uno spettacolo, Pagliuca una grande persona: mi auguro che riesca a trovare una squadra».
Mai stato al Dall´Ara?
«Sì, certo. Una delle ultime volte ero in collegamento con "Quelli che il calcio" assieme a Gianni Morandi. Ma odio il freddo e d´inverno non ci andavo troppo volentieri…».
(dario giordo)

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