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Rassegna Stampa |
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La Gazzetta del Sud - giovedì 20 marzo 2008 at 12:15
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L'attesa, la volata playoff, i ringraziamenti e la conferma: il ritiro a fine stagione. Prima di affrontare l'allenamento pomeridiano (ieri anticipato alle 16) Gianmarco Pozzecco si confida, esterna i propri sentimenti ma non recede dai propositi manifestati da alcuni mesi. L'attesa è quella per sabato sera (ore 21) quando al "Pala Fantozzi", in mezzo al d.s. Diego Pastori, all'assistant-coach Federico Pasquini e a Kristaps Janicenoks, contro la Fortitudo Bologna l'ex più atteso è lui. «Sì- dice il "Poz"-, chiaramente è una partita particolare per me ma la consideravo di più quando giocammo a Bologna. Però la cosa che, fondamentalmente, interessa di più è vincerla. Sono contento di poter rivedere i miei amici Ferraini, Torres, Mancinelli e mi ha fatto piacere andare a giocare al "Pala Dozza". Sto vivendo l'attesa per questa gara in maniera normale rispetto a quella e saremo maggiormente focalizzati non dai sentimenti ma da quelli di vincere per fare un passo deciso verso i play-off». In queste dieci giornate del girone di ritorno la "F" ha uno score di 7 vittorie e 3 sconfitte e gioca e vince meglio fuori casa: un'altra squadra rispetto a quella dell'andata? «La Fortitudo è una squadra fortissima e competitiva, lo immaginavo che si risollevasse dopo un inizio non tanto facile». I numeri del "Poz" dopo 27 giornate sono da autentica "star": 348 punti (16,6 di media), 49,2% da due, 34,3% dall'arco, 88,8% (111/125) dalla lunetta, 2,7 rimbalzi, 1,9 palle recuperate e l'unico neo delle 6,9 perse, "re" degli assist con 8,2 (173 in totale) e 18,4 di valutazione. Possiamo dire che la tua prestazione domenica scorsa contro Scafati sia stata la migliore in assoluto o dobbiamo aspettarci qualcosa ancora in più? «Ho attraversato un periodo difficile, coinciso con quello della squadra, dove non riuscivo ad allenarmi con continuità e, moralmente, la partenza di Diener e l'infortunio di Slay mi avevano intristito. Adesso da tre-quattro settimane mi alleno meglio e gioco diversamente. Nel contempo con l'inserimento di Falls, Mejia e Beck abbiamo ricostruito la stessa atmosfera di prima che resta il segreto dei nostri risultati e abbiamo ripreso a vincere». È vero che negli spogliatoi, sempre domenica, al capitano e tuo grande amico Orsini hai detto: «Come farò a smettere dopo avere giocato così»? «Sì, è assolutamente vero. Con "Orso" ho poi un rapporto particolare, una persona che stimo profondamente ed è uno dei pochi con cui mi confido oltre al parquet. Però ciò non toglie che io alla fine della stagione mi ritirerò. È logico che giocare così e ritirarsi è un po' strano ma confermo che mi ritirerò, per me non ci sono dubbi». Il miracolo, insomma, per cercare di riconvincere il "Poz" è affidato allo stesso Orsini e al presidente Sindoni ma a fine campionato. «Se sto giocando così e domenica è stata l'ennesima serata esaltante, lo devo a tutto il pubblico, alle persone che mi vogliono bene, al presidente Sindoni, a Venza, Vacirca, Sacchetti e gli assistenti, a tutti i miei compagni, Pippo Ferrarotto, al fisioterapista Stefano Tatonetti, al custode Pippo Tumeo che ringrazio pubblicamente per quello che fa». Giuseppe Lazzaro |
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