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Rassegna Stampa |
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Il Sole 24 ore - venerdì 16 maggio 2008 at 18:25
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«Grazie per avermi sopportato. Grazie a tutti». «Poz campa cient'anni»: messaggi d'amore tra la maglietta che Gianmarco Pozzecco indossa alla fine della partita persa dalla sua Capo d'Orlando ad Avellino – l'ultima partita della carriera della Formica Atomica – e lo striscione che i tifosi irpini gli dedicano dagli spalti del Palademauro. Nessun ripensamento, niente marcia indietro: come preannunciato a inizio stagione, a 35 anni il Poz dice addio al basket giocato.
E allora non resta che dirgli grazie, non solo per l'incredibile carriera con le tante maglie di club (le prime prodezze a Livorno, lo scudetto leggendario con gli "amici" di Varese, gli anni turbolenti in Fortitudo, l'esperienza da campione d'esportazione in Russia, il ritorno a sorpresa in italia a Capo d'Orlando) e le emozioni indimenticabili regalateci con la maglia azzura (due perle: la lezione impartita a un certo Iverson in quel di Colonia e la cavalcata olimpica d'argento appena quattro anni fa, ad Atene, che fa venire i brividi al pensiero che stavolta invece la nazionale azzzurra griffata Nba le Olimpiadi le guarderà solo in tv!).
Come dimenticare poi i suoi burrascosi rapporti con tuti i suoi allenatori, da Boscia Tanjevic, a Jasmin Repesa, fino al cittì azzurro Charlie Recalcati? «Ringrazio chi ha cercato di capirmi, chiedo scusa per ciò che ho fatto di sbagliato: colpa dell'amore per il basket», ha spiegato ieri sera nel dopogara. Ammissione di responsabilità a cuore aperto, ma anche rivendicazione di una passione che è rimbalzata sul parquet ogni volta che Gianmarco si è infilato scarpette, pantaloncini e canottiera per scendere in campo e regalare magie ed emozioni.
Perché al Poz va detto grazie soprattutto per quello che ha fatto quest'anno, proprio nel nome della passione per la palla a spicchi. Per essere stato, di fatto, il collante di un campionato soggiogato dal dominio tecnico di Siena, e spesso frustrato da regole di mercato assurde, che hanno portato alla perdità d'intentità di molti club e all'impoverimento (anche economico) di altrettante squadre.
Ebbene, in questo scenario, il Poz è stato l'elemento che ha suscitato l'interese "bipartisan" di tutti gli appassionati, il giocatore di cui ogni lunedi andavi a vedere il tabellino sul giornale, quello di cui si parlava comunque anche al bar, con in mano il cappuccino fumante e gli occhi e la testa ancora bolliti dalle moviole e dai talk-show calcistici inseguiti a colpi di zapping fino a notte fonda. Per questo merita il ringraziamento più grande, per averci fatto riscoprire la passione che sprigiona da ogni rimbalzo della palla a spicchi dal parquet.
Avrei voluto parlarvi oggi di playmaker e pivot dominanti, di semifinali che per qualcuno sono già arrivate, per altri sono ormai vicinissime. Ma c'era l'ennesimo assist di Gianmarco Pozzecco da infilare a canestro. Due punti facili da mettere nel cesto. Fatto. Grazie ancora, Poz.
di Dario Ricci
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