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Rassegna Stampa

La Gazzetta del Sud - giovedì 29 maggio 2008 at 09:23

La fedeltà. È iniziata l'undicesima stagione all' Orlandina del direttore generale Francesco Venza, sicuramente uno dei dirigenti più medagliati (scudetto femminile con Priolo e tre promozioni con i paladini) che non ha bisogno di verificare ogni anno la situazione in quanto con il presidente Enzo Sindoni ha ormai firmato una sorta di "contratto a vita". E sono giorni di lavoro visto che, in attesa delle prime mosse di mercato, è proprio quello di Venza il ruolo fondamentale poiché a esso sono affidati tutti gli adempimenti burocratici per l'iscrizione della squadra al suo quarto campionato di serie A.
«Penso – dice il manager trapanese – che se dieci anni fa, quando arrivai a Capo d'Orlando, mi avessero detto che avremmo giocato i playoff e conquistato un posto per le coppe europee, avrei preso un po' tutti per pazzi visionari. E invece questa è la splendida realtà con una società che, nel corso di questi due lustri, ha ottenuto incredibili risultati e che se li è meritati tutti, con tanta bravura, un pizzico di fortuna e con molta modestia. Per cui sono estremamente orgoglioso e contento».
– Un po' di rammarico c'è per quello che si poteva fare e non si è fatto nei playoff?
«Il rammarico c'è sempre. È ovvio quando esci. Ma per la nostra situazione sei contento per quello che hai fatto e rammaricato perché, comunque, è finita una stagione splendida».
– Due episodi dell'annata che le sono rimasti impressi, uno positivo e l'altro negativo.
«Con meno piacere la pessima prestazione di Siena all'ultima giornata della stagione regolare che rimarrà un episodio spiacevole. Ricorderò però per sempre le grandi vittorie ottenute in casa contro Roma e Fortitudo Bologna al termine di una partita incredibile ed i successi esterni ottenuti con autorità, come a Milano».
– Siena favorita per lo scudetto con il vostro ex Diener finito in tribuna dopo il rientro di Kaukenas?
«Non solo Diener ma anche un lungo di valore come il venezuelano Romero nella dimostrazione della grandissima forza della Montepaschi con vittorie e grande qualità di gioco. Lo scudetto è orientato verso Siena anche se sono convinto che la Lottomatica Roma potrebbe dare fastidio ai campioni d'Italia in carica e portare la serie avanti il più a lungo possibile. I due 3-0 maturati nelle semifinali indicano come, a determinati livelli, certi valori siano ben delineati ai playoff malgrado il grande equilibrio visto nel corso del campionato».
– L'emozione della stagione: Pozzecco.
«Certo, ma è anche sintomo di avere lavorato bene e non è facile che questo succeda. Merito di due grandissimi professionisti che non conoscevo e con i quali ho avuto l'onore di poterci lavorare: Meo Sacchetti e Gian Maria Vacirca sul quale ultimo dico che ha avuto la grande qualità di entrare in silenzio e in punta di piedi in una struttura che, per quanto piccola possa essere dal punto di vista delle risorse umane, è stato bravo a trovare il suo spazio e dimostrandosi competente della materia e di come ha saputo costruire la squadra».
– Amarezza per quei 400 biglietti invenduti in gara-2 dei playoff con Avellino?
«Facemmo più di 2.600 spettatori, ci aspettavamo qualcosina in più ma quello che è il nostro zoccolo duro c'era tutto. Da non dimenticare che si giocava di martedì sera alle 21».
– Come sarà la nuova Pierrel?
«Stiamo lavorando per l'iscrizione della squadra e dobbiamo onorare le prime scadenze entro i primi di giugno. Per il dopo-Pozzecco, l'anno scorso il nostro valore aggiunto, credo che ci orienteremo verso un play americano. Sarà importante – conclude Venza – distribuire il valore aggiunto del "Poz" ad altri giocatori che potranno permettere a coach Sacchetti di contare su una rosa ampia sia come numero di giocatori che come qualità, augurandoci di poter onorare al meglio il campionato e la competizione europea».
Giuseppe Lazzaro

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