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Rassegna Stampa |
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La Gazzetta del Sud - martedì 3 giugno 2008 at 09:35
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Il coach della Pierrel Capo d'Orlando, Meo Sacchetti, di ritorno dalla Florida dove ha seguito assieme al ds Gianmaria Vacirca i pre-draft di Orlando, è più abbottonato del solito. La sua agenda è piena zeppa di nomi, soprattutto per il ruolo di play: tanti rookie di belle speranze tra i quali scegliere l'erede di Gianmarco Pozzecco. O meglio, tentare di mettere le mani su chi dovrà guidare la squadra nella prossima stagione, perché i desiderata della società biancazzurra dovranno fare i conti innanzitutto con le aspirazioni dei giocatori americani e poi con la legge di mercato. È evidente che un rookie, per approdare a Capo d'Orlando, deve rimanere in penombra in questo periodo: le sue qualità non debbono essere disvelate completamente, perché allora la Pierrel non potrà resistere alla concorrenza delle franchigie americane o dei grandi club europei. – Meo, che play hai visto all'opera? «Giocatori molto buoni, dalle caratteristiche differenti: c'era chi faceva girare molto bene la squadra e chi mostrava di avere tanti punti nelle mani. Noi dobbiamo avere la pazienza di aspettare sino a fine giugno quando questi atleti faranno le loro scelte, ed essere così pronti a bloccarne qualcuno che sia disponibile a trasferirsi in Europa. È evidente che le qualità tecnico-tattiche del play che andremo a firmare orienterà il prosieguo della campagna acquisti». – La Pierrel in cantiere sarà diversa da quella che ha conquistato i playoff? «È un discorso prematuro. Prima dobbiamo sapere su quali giocatori possiamo contare e, in particolare, se il nuovo play sarà un giocatore che costruisce o che segna». – Si parla sempre con maggiore insistenza di rifondazione in casa orlandina, con tre giocatori sotto contratto come Wojcik, Falls e Ndoja che avrebbero le valigie pronte. C'è il tuo placet? «Si tratta di voci assolutamente destituite di fondamento per la semplice ragione che non abbiamo ancora deciso come fare la squadra. Molto dipenderà dalla scelta del pivot che, se dovesse essere un americano, toglierebbe spazio a Wojcik. Il centro che io chiedo deve giocare sotto canestro e spalle a canestro: se non lo troviamo con queste caratteristiche, possiamo far giocare da pivot anche un "quattro". Quanto al neo acquisto Phil Martin, che conosco bene per averlo allenato due anni fa a Castelletto Ticino, non si tratta di un giocatore interno: è un comprimario di energia, che sa marcare i piccoli e va utilizzato da "quattro"». – Howell fra sei-sette mesi avrà la cittadinanza italiana, a seguito dell'imminente matrimonio con una ragazza orlandina: c'è spazio per il centro di colore? «Fra sette mesi il campionato starà per finire...». – Ripensando alla stagione trascorsa, ti porti dietro qualche cruccio? «Assolutamente no, anche se mi sarebbe piaciuto vincere una partita dei playoff e ciò non è accaduto perché qualche giocatore ha reso al di sotto del suo potenziale. Abbiamo toccato il cielo con un dito, ma è giunta l'ora di tornare con i piedi per terra». – Il Poz ha dichiarato che finalmente si può concedere un'abbondante bevuta e una canna: cosa gli rispondi? «Quello che dovevo dirgli gliel'ho già detto a quattrocchi: quanto al bere, l'ha sempre fatto dopo le partite, mentre non mi sembra proprio un tipo da... canne». Walter Mangano
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Sicilia i biglietti di tutte le gare casalinghe della Pierrel. I
tagliandi saranno disponibili da tutti i lunedì precedenti la
partita.
Queste le agenzie di
Box Office Sicilia. |
Inoltre i biglietti in prevendita saranno disponibili a Capo
d'Orlando anche presso il Caffè del Corso e la Tabaccheria Valenti. |
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