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Rassegna Stampa |
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La Gazzetta del Sud - domenica 21 settembre 2008 at 13:47
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Un terremoto. Ma di quelli inattesi, che né i sismografi né le previsioni degli esperti possono anticipare. Dunque improvviso e catastrofico. Sotto le macerie, con Napoli (che però era in "zona sismica" conclamata), restano anche la storia, la magia, la grande avventura dell'Orlandina che il Consiglio federale ha escluso, nella tarda mattinata di ieri, dal campionato di serie A di basket perché non in regola con la documentazione per l'iscrizione. Nello specifico, il motivo dell'esclusione sono i mancati pagamenti dei contributi Enpals già "sotto la lente" della Procura federale e oggetto della seduta della Corte federale fissata per mercoledì 24 sul caso Napoli. Attenzione, però: c'è una sostanziale differenza tra la posizione del club partenopeo, che avrebbe falsificato i documenti per l'iscrizione e, comunque, non risulta aver a tutt'oggi pagato le somme contestate (anche se ieri il presidente Maione ha definito la decisione «assurda, ingiusta ed incomprensibile»), e il caso dell'Orlandina. È stato lo stesso presidente federale Fausto Maifredi a chiarire i termini della questione: «Per Capo d'Orlando, invece (a differenza di Napoli, ndr), non si trattava di falsificazione, ma comunque di pagamenti non effettuati e quindi scaduti», ha dichiarato il n.1 della Fip al termine della seduta. E allora viene spontaneo chiedersi come mai due violazioni così diverse siano state punite allo stesso modo: il sospetto che, dopo la (doverosa, sembrerebbe) esclusione di Napoli si sia scelta la "linea dura" per evitare la scomodità di un campionato a 17 squadre, è legittimo ma getta una luce sinistra su un Consiglio federale ormai alla canna del gas (anche ieri si sono dimessi sei consiglieri, tanto che il numero legale è stato mantenuto a fatica con 12 presenti su 20 ma appena 11 votanti sull'argomento, visto che il consigliere Roberto Di Lorenzo non ha partecipato alla discussione e alla votazione), guidato da un presidente ormai sfiduciato e delegittimato e che, dopo una gestione fallimentare che si ripercuote a diversi livelli sul movimento, fino alla Nazionale, potrebbe essere costretto a dimettersi prima della scadenza del suo mandato nel 2009. Vediamo di ricostruire, a grandi linee, la vicenda che riguarda l'Orlandina: il segretario della Com.Tec., sentito ieri dal Consiglio federale, ha sostenuto l'esistenza di irregolarità amministrative nella documentazione prodotta dall'Orlandina che, però, era già stata valutata positivamente dall'organo di controllo, che aveva infatti ammesso la società paladina al campionato; successivamente, dunque, sarebbe pervenuta una cartella esattoriale riguardante il pregresso (per una cifra di circa un milione di euro) a causa della quale il presidente Sindoni e il consulente della società sono stati convocati dalla Com.Tec. a fine agosto. Una convocazione – come si ricorderà – durata appena mezz'ora, al termine della quale Sindoni affermava di aver «fornito ragioni e documentazioni attestanti la regolarità della propria posizione». Ma c'è di più: pur continuando a sostenere che quei pagamenti non fossero dovuti, nelle scorse settimane la società paladina avrebbe addirittura versato per intero la somma oggetto di contestazione, ritenendo di potersi così mettere in regola e – in caso di conferma delle proprie ragioni al termine dell'istruttoria – far valere tale somma come anticipazione. Pagamento, però, non effettuato entro i termini: di qui l'esclusione (all'unanimità dei presenti) dell'Orlandina dai campionati professionistici, con la facoltà di chiedere l'affiliazione alla Lega Pallacanestro e ripartire dalla Serie A Dilettanti (la ex B d'Eccellenza). Ad avvalorare la matrice "politica" dell'esclusione dell'Orlandina, non si possono trascurare alcuni elementi: innanzitutto, non si capisce perché il Consiglio federale si sia affrettato a prendere questa decisione senza attendere, per dirne una, le verifiche promesse dal procuratore federale presso l'Agenzia delle Entrate nella prossima settimana; perché la Com.Tec. avesse in prima istanza ritenuto valida la documentazione prodotta dall'Orlandina, che – come sappiamo – non era falsificata, se esisteva una cartella esattoriale non pagata (trattandosi di pregresso, la Com.Tec. avrebbe dovuto già esserne in possesso; se al contrario la cartella è stata emessa successivamente a quella data, è evidente che il termine «perentorio» non può più essere tale). Infine, tornando alla "strana" equiparazione tra Napoli e Orlandina, non si capisce perché una violazione comunque veniale come un ritardo nel pagamento dei contributi sia stata punita in maniera così sproporzionata, con un'esclusione dal campionato che grida vendetta. Resta la possibilità di ricorrere alla Camera di conciliazione e arbitrato del Coni (e successivamente al Tar del Lazio, la cui giurisprudenza sulla perentorietà dei termini negli adempimenti per le società sportive annovera alcune sentenze favorevoli tra le quali una riguardante il Messina Calcio), ma la Legabasket – dopo che il "solito" Maifredi aveva comunicato la decisione di non effettuare ripescaggi – ha annunciato che il nuovo calendario di Serie A sarà pubblicato tra martedì e mercoledì, quindi prima di un'eventuale seduta della CCA che dovrebbe aversi tra il 28 e il 30 settembre: l'ennesima "beffa" cui l'Orlandina dovrà far fronte per difendere i propri diritti.
di Max Passalacqua --------------------------------------------------------------------------------------
La botta è stata fortissima, un vero maremoto che in pochi attimi ha spazzato via anni di successi, di gloria, di ribalta non solo nazionale, di storie da raccontare, di ricordi indelebili. A sorpresa e ingiustamente, con un provvedimento spropositato, Capo d'Orlando è stata cancellata dalla mappa del basket da una Federazione in confusione, presieduta da un Fausto Maifredi che da tempo avrebbe dovuto avere la dignità di dimettersi dopo anni di gestione disastrosa, come del resto dimostrano i recenti flop della Nazionale e un movimento in crisi verticale. Proprio ieri mattina anche la Gazzetta dello Sport, a proposito dei problemi della società paladina, titolava: «Le irregolarità di Capo d'Orlando verso l'archiviazione». Insomma da nord a sud, tutti gli addetti ai lavori si aspettavano una richiesta di otto punti di penalizzazione formalizzata dalla Com.Tec. al Consiglio Federale. Le decisioni clamorose dovevano invece riguardare Napoli, già penalizzata di 15 punti dalla Commissione Giudicante. Invece la Fip ha voluto stupire il mondo dello sport, equiparando (nella revoca dell'affiliazione) Napoli a Capo d'Orlando. Con la sostanziale differenza che il club partenopeo – secondo quanto dichiarato da Maifredi – ha presentato documenti falsi, mentre per quello messinese la questione è legata a pagamenti Enpals non effettuati e per i quali nelle ultime settimane il presidente Sindoni è stato convocato a Roma per fornire spiegazioni prima alla Com.Tec. (la commissione che vigila sui bilanci) e poi alla Procura federale. È chiaro – come ha annunciato lo stesso Sindoni – che l'Orlandina non ha nessuna intenzione di arrendersi e che la "partita" non è certamente chiusa. Esiste ancora la speranza di vedere ribaltata una decisione così eccessiva attraverso il ricorso alla Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni ed eventualmente al Tar. Anche se non bisogna farsi illusioni. Capo d'Orlando a luglio aveva ricevuto il via libera dagli organi di controllo per disputare la massima serie. Una Federazione seria, considerato che al momento dell'iscrizione non sono stati presentati documenti falsi, avrebbe dovuto avviare subito accertamenti. Invece l'ok è arrivato senza problemi (i successivi esami amministrativi hanno preso il via solo ad agosto inoltrato) e i biancazzurri hanno potuto varare la stagione dello sbarco in Europa, dopo l'esaltante campionato scorso, chiuso al 6. posto. La beffa però era in agguato. Per la Federbasket, verificato che salvare Napoli (anche con una pesantissima penalizzazione) era impossibile, ridurre la A a 16 squadre è stata la soluzione più comoda, perché così non ci sarà un campionato "zoppo" e soprattutto si eviteranno battaglie legali per i ripescaggi. Un disegno "politico" proprio ben fatto. Capo d'Orlando e tutta la provincia sono sotto choc perché questa squadra era diventata un simbolo di gioia, soprattutto dopo l'esaltante passaggio in biancazzurro di un fuoriclasse come Gianmarco Pozzecco. La squadra ieri non se l'è sentita di scendere in campo nella Coppa "Cesare Lo Forte". Giocatori e staff tecnico erano increduli e tutti hanno dimostrato sensibilità e un cuore grande così.
di Paolo Cuomo ----------------------------------------------------------------------------------------
Dal canestro alla carta bollata, dal parquet alle aule dei tribunali. Sulla scia di altre società siciliane escluse (chi non dimentica il clamoroso caso che coinvolse Acr Messina e Catania Calcio nell’estate del 1993?) il presidente dell’Orlandina Enzo Sindoni lancia accuse, difende il suo operato e quello dei suoi dirigenti e si dice certo che il 5 ottobre la sua creatura, che aveva portato in A nel 2005 dopo essere partito dalla C2 nel 1996, sarà presente a Cantù nella prima giornata del campionato di serie A. E’ un presidente pure sereno quello che si accinge, con la famiglia, a presenziare in serata ad una pubblica cerimonia e che ricostruisce le tappe di una vicenda incredibile e che promette ulteriori ed eclatanti colpi di scena. “Rispetto alla convocazione- dice Sindoni- di venerdì a Roma davanti alla Procura Federale dico subito che, dopo quello accaduto oggi (ieri per chi legge ndc), si tratta di due procedimenti diversi. Per quanto riguarda quello della Procura ritengo che, nelle prossime ore, lunedì o martedì, tutto si chiuderà con il proscioglimento dell’Orlandina Basket e dei suoi tesserati perché è dimostrato ed è dimostrabile che non è stata violata nessuna norma, non c’è stata alcuna frode e alcun atto ispirato ai principi della non correttezza. Lo avevo detto qualche giorno fa che avremmo dimostrato la linearità del nostro comportamento e così è stato. Allo stesso modo mi sento di dire adesso che sventeremo quella che io ritengo essere una imboscata perché avere assunto un provvedimento di tali dimensioni e che non ha precedenti è assurdo. Tra l’altro il presidente federale Maifredi dichiara che non c’è alcuna falsificazione di atti nei nostri confronti ma l’esistenza di un debito che viene ritenuto scaduto mentre, a nostro giudizio, questo debito non c’è e non c’è neanche secondo la Commissione Tributaria che il 17 gennaio scorso lo ha annullato. Oggi questo debito, che non esiste, doveva comunque essere iscritto in bilancio e la cosa non sta né in cielo e né in terra per tante ragioni sulle quali non mi dilungo. Ma ne dico una per tutte: la cifra di questo debito non la si dovrebbe versare, già intanto perché prescritta al di là del merito, ma voglio evidenziare il fatto che nessuno aveva mai chiesto un provvedimento di questo tipo e con amarezza sottolineo che il voto unanime del Consiglio federale spaccato, con il presidente che dichiara la sfiducia, con la competenza che è quella che è perché non ci sono commercialisti o consulenti, mi sorprende e mi amareggia da un lato ma dall’altro mi dà la forza per ricorrere subito”. Quali saranno adesso le prossime tappe di questo ricorso? “Lunedì attenderemo di conoscere le motivazioni sfociate nel provvedimento della nostra esclusione dal campionato per una decisione che abbiamo appreso da Sky e dai siti internet prima che dalla federazione. Presenteremo un ricorso immediato al Tar per chiedere la sospensione del provvedimento e la sospensiva della compilazione di qualsiasi calendario in riferimento a quello esistente e che prevede, il 5 ottobre, la gara Cantù-Orlandina. Partita che, sono sicuro- precisa Sindoni-, si giocherà comunque. Quindi ricorreremo alla Camera di Conciliazione del Coni come prevede l’ordinamento sportivo per fare valere le nostre ragioni per puntare ad ottenere non solo la revoca dell’esclusione dal campionato ma il riconoscimento delle nostre ragioni che porteranno zero penalizzazioni e zero multe”. Sindoni ha aggiunto che il provvedimento è stato "stimolato dal fatto che un campionato a 17 squadre sarebbe stato un problema per tutti, ma Capo d'Orlando non è un agnello sacrificale”. Intanto la società ha accolto con rammarico la comprensibile decisione della squadra di non partecipare alla coppa “Cesare Lo Forte” a Messina che ieri sera avrebbe dovuto mettere di fronte Orlandina e Brindisi dell’ex-coach Perdichizzi."Questo- conclude Sindoni- è il primo dei danni subiti dalla società e dei quali chiederemo conto".
di Giuseppe Lazzaro ----------------------------------------------------------------------------------------
Delusione, rabbia, quadrato intorno alla società e al presidente. L’autentico macigno abbattutosi intorno alle 14 di ieri a Capo d’Orlando con la notizia, inizialmente tratteggiata da un paio di righe dai vari dispacci-Ansa presenti su internet, poi ampliatasi a macchia d’olio sotto il tam-tam dei media e relativa all’esclusione dell’Orlandina dal campionato di serie A, è piovuta peggio di un fulmine a ciel sereno in tutto l’ambiente. Capannelli di tifosi si sono riuniti dappertutto per commentare la “bomba ad orologeria” (come il primo forumista sul sito della società a diffonderla, Danilo Sapienza, l’ha definita) ma, dopo l’iniziale smarrimento, sono state le prime parole del presidente Sindoni e, soprattutto, la sua infuocata intervista rilasciata a Sky Tg 24, a far tornare non tanto la speranza quanto ad alimentare la rabbia per un provvedimento che, per la piazza, poteva essere evitato. In particolare ha colpito la prima affermazione secondo la quale la società aveva falsificato qualche documento all’atto dell’iscrizione al campionato, poi smentita. Ovviamente a risentirne maggiormente e colpita veramente al cuore è stata la squadra che si stava preparando a partire per Messina e disputare l’attesa gara contro la Enel Brindisi dell’ex-coach paladino Giovanni Perdichizzi. Nel primo pomeriggio atleti e staff tecnico si sono riuniti al “Pala Fantozzi” ad analizzare la situazione avendo bene in mente, tra perplessità e confusione, quello che il presidente ha cominciato a dire nelle prime dichiarazioni:”Noi in A il 5 ottobre a Cantù ci saremo”. E la squadra e lo staff tecnico hanno reagito in una maniera che società e tifosi devono solamente apprezzare. “Sono allibito- dice il tecnico Meo Sacchetti- perché abbiamo saputo una notizia che non ci aspettavamo proprio di dover apprendere. Tutti siamo choccati, dal sottoscritto agli assistenti Ugo Ducarello e Beppe Condello e ai giocatori, rimasti costernati. Ma noi andiamo avanti”. Cosa vuole dire? “Saltata, per forza di cose, la nostra presenza a Messina alla coppa “Cesare Lo Forte”, noi siamo ligi ai regolamenti societari e lunedì mattina ci presenteremo regolarmente all’allenamento. E ci saremo tutti, da noi tecnici ai giocatori”. Dopo avere ascoltato le dichiarazioni di Sindoni per il quale la serie A verrà riconquistata nelle aule dei tribunali, Sacchetti dichiara e conclude:-“Siamo tutti nelle sue mani”. Una maledizione sembra inseguire l’Orlandina proprio dopo la famosa e storica serata del 17 aprile scorso quando, vincendo a Biella, conquistò l’accesso ai playoff scudetto, l’apice più bello della sua favola. Il giorno dopo il presidente venne arrestato dalla guardia di finanza a Siracusa al rientro con la squadra per la vicenda della presunta truffa all’Unione europea attinente la sua attività di imprenditore agrumicolo, quindi la scomparsa di tifosi storici quali l’assessore Antonio Librizzi e dei giovani Salvuccio Reale e Giuseppe Marotta nel giro di tre mesi e adesso l’esclusione dal campionato di serie A. La palla adesso passa agli avvocati(g.l.).
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