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Rassegna Stampa |
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La Gazzetta del Sud - mercoledì 24 settembre 2008 at 11:01
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È stato regolarmente presentato (la scadenza era alle ore 13 di ieri) il ricorso che l'Orlandina Basket - attraverso gli avvocati Luigi Medugno e Letizia Mazzarelli del foro di Roma - ha inoltrato alla Camera di Conciliazione e Arbitrato del Coni per chiedere la revoca del provvedimento di esclusione dal prossimo campionato di serie A deciso sabato scorso dai 12 "superstiti" del Consiglio federale. Lo informa lo stesso organo del Coni attraverso un comunicato. Ha presentato il ricorso anche il Basket Napoli, a sua volta escluso assieme a Capo d'Orlando ma per motivazioni completamente differenti. Ecco il testo della nota: «La Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo Sport del Coni rende noto che l'Upea Capo d'Orlando e il Basket Napoli hanno depositato istanze di arbitrato ai sensi del "Regolamento di arbitrato per la risoluzione delle controversie relative all'iscrizione delle società professionistiche ai campionati nazionali di pallacanestro", contro la decisione della Fip di escludere entrambi i club dal prossimo campionato di serie A". E la conferma è arrivata anche dal presidente Enzo Sindoni che, ieri pomeriggio, è stato in riunione con i vertici societari dopo essere rientrato da Roma dove aveva approfondito la vicenda assieme ai suoi legali. Il ricorso fa seguito al deposito delle motivazioni del drastico provvedimento da parte del Consiglio federale. «Dico subito - sono le prime parole di Sindoni - che non c'è nulla di più di ciò che era già a nostra conoscenza». La Camera di Conciliazione dovrebbe riunirsi dopodomani, venerdì e ormai si attende solo l'annuncio ufficiale. In attesa del verdetto, che probabilmente arriverà nel corso della stessa giornata, non sarà possibile ricorrere al Tar. «Prima - conferma il presidente - dobbiamo attendere l'esito della Camera di Conciliazione e poi, eventualmente, ricorrere al Tar del Lazio». - Ci sono state novità in queste ultime ore? «Nulla, se non quello che è già a conoscenza. Noi siamo certi di quello che abbiamo fatto». In realtà, secondo indiscrezioni, la società è preoccupata per un altro aspetto: quello di una spinta "politica" per partire con un campionato a 16 squadre. Come da noi già riportato ieri, l'articolo 29, comma 3 del Regolamento esecutivo, recita che, in caso di accertata inadempienza per quanto contestato all'Orlandina, la massima sanzione applicabile è di 45.000 euro di multa e 4 punti di penalizzazione in classifica. Tutto questo, mentre il Consiglio federale continua a perdere pezzi e il presidente Fausto Maifredi è vicino alla sfiducia. Inoltre c'è molta confusione per la stesura del nuovo calendario che è stato bloccato in attesa degli annunciati ricorsi. Tra l'altro, proprio domenica a Venezia il nuovo torneo sarà presentato. Ma con quale calendario e con quali squadre? Cosa potrà accadere in seguito ad una eventuale decisione positiva, per i ricorrenti, del ricorso alla Camera di Conciliazione del Coni? Una grande confusione figlia di un percorso tortuoso e che parte dalla vicenda dei giocatori italiani, dallo scontro con il loro sindacato (Giba), dalla perdita di interesse e dai fallimentari risultati di una Nazionale che appena quattro anni fa tornava da Atene con l'argento olimpico e oggi corre il serio rischio di non partecipare neppure agli Europei 2009. Oggi in ballo c'è Capo d'Orlando che difende il suo nome, il prestigio, i sacrifici di un presidente e di una comunità partita dai campetti di piazza Caracciolo nel 1962, riformata nel 1978, capace di scalare le vette del basket con grande entusiasmo e assoluta genuinità sportiva, che ha fatto parlare il mondo dello sport. Potendo contare su grandi giocatori che hanno scritto la storia del basket in Italia, su tutti Fantozzi e Pozzecco. «Senza serie A - dicono i tifosi in ansia - anche sotto l'aspetto commerciale e turistico, la nostra città riceverebbe una mazzata, noi che viviamo di turismo ma solo estivo. Non si può cancellare così una società che era stata regolarmente iscritta appena due mesi fa con gli stessi conti. E non parliamo né di una retrocessione che può sempre essere accettata e né di un fallimento societario». Il capitano Francesco Orsini, ormai un orlandino vero, poco prima della partenza per Reggio Calabria per il trofeo "Santambrogio" aveva il volto tirato: «Mi dovranno spiegare come è possibile che la domenica non si vada più al "Pala Fantozzi" a giocare. Non ci voglio neanche pensare!».
Giuseppe Lazzaro -------------------------------------------------------------------------------------------------
«Come consigliere federale avrei dovuto conoscere i termini della questione almeno qualche giorno prima. Ma non è stato così, perché nessuno ha ufficialmente informato nè il sottoscritto, nè gli altri membri. Se invece di essere dimissionario, avessi partecipato alla seduta di sabato, sarei quindi venuto a conoscenza del problema Capo d'Orlando solo durante i lavori del consiglio federale». Vittorio Smiroldo, messinese, consigliere federale dimissionario, spiega il modo discutibile con cui il presidente Fip, Fausto Maifredi, ha gestito il caso Capo d'Orlando. «Il silenzio più assoluto ha preceduto il CF che ha portato all'esclusione dell'Orlandina. Era legittimo pretendere una procedura e passaggi più chiari, prima di arrivare alla revoca dell'ammissione. Devo ritenere che la società paladina sia stata quantomeno informata dei rischi che correva: sarebbe strano se ciò non fosse avvenuto». Smiroldo chiude con le motivazioni che hanno portato al suo addio alla dirigenza federale: «Io e gli altri consiglieri abbiamo volutamente presentato ora le nostre dimissioni, non perché abbiamo velleità elettorali, dal momento che in molti diremo basta, ma perché volevamo lanciare un segnale forte a chi ha a cuore le sorti del basket. Sono stato in questo mondo per 43 anni - con le presidenze Coccia, Vinci, Petrucci e Maifredi - e mai avevamo toccato il fondo così».
Paolo Cuomo ------------------------------------------------------------------------------------------------
TROFEO "SANTAMBROGIO"
NYMBURK-UPEA ORLANDINA-106-104 (dopo 1 t.s.) Nymburk: Benda 6, Sokolovsky 2, Chan, Kremen 7, Gray 5, Necas 12, Schilb 20, Lee, Slezak 12, Tomaszek 11, Jagodnik 30, Venta 6. Allenatore: Katzurin.
Upea: Gerbaudo ne, Edney 10, Ganeto 13, Binetti 16, Martin 12, Haanpaa 12, Diener 10, Orsini, Caner-Medley 23, Brunner 7. Allenatore: Sacchetti.
Arbitri: Paternicò, Crescenti e Capurro.
Parziali: 15-23, 42-54; 69-71.
Parla straniero per il secondo anno consecutivo un Trofeo Sant'Ambrogio in versione ridotta e con un'organizzazione di fortuna. Dopo Belgrado è la volta del coriaceo Nymburk, più tenace di Capo d'Orlando nell'ottenere la vittoria al fotofinish. Il colpo di reni vincente porta la firma di Jagodnik, ala alta dalle mani fatate, che oltre a fregiarsi del titolo di miglior realizzatore con un trentello, mette dentro il centoseiesimo sigillo ceco a due secondi dalla sirena dell'overtime. Per Sacchetti tante attenuanti, oltre alla notoria spada di Damocle che aleggia sui nervi e sugli spiriti paladini, ancora incerti sul loro futuro immediato. Assente l'italo-albanese Ndoja, sono rimasti in panca senza svestirsi Woijcik (problemi alla schiena) e Flamini (lieve stiramento), mentre a metà del secondo quarto ha dovuto alzare bandiera bianca "mitraglia" Dienier per una forte contusione dopo un contatto. Comincia col turbo l'Upea che lascia in panca Edney e premia Binetti in cabina di regia, Ganeto e Diener esterni, Caner-Medley e Brunner in vernice. Diener scava il primo break con una bomba e il primo quarto scivola via sul +8 per i siciliani, ben supportati da Caner-Medley e Ganeto. Nel secondo quarto Nymburg sembra crollare sotto i colpi di Edney e soci, ma i punti in painted zone di Jagodnik e i rimbalzi di Tomaszek serviranno per non andare troppo sotto all'intervallo. Nella ripresa i ragazzi di Katzun serrano le fila in difesa e pian pianino si avvicinano. Gray con cinque punti in due minuti alleggerisce il gap (50-54), ma ci pensa il giovanotto finnico Samuel Haanpaa con un siluro a ristabilire le distanze (+7). Al 25' un antisportivo fischiato ad Edney, costretto a bloccare il contropiede ceco, ridà fiato alle trombe del Nymburk che con Slezak in contropiede arriva ad un cesto di distanza (58-60). Sacchetti chiama timeout ma i risultati sono solo apparenti e circoscritti alle prime due azioni.Il quarto fallo di Gray non demoralizza gli slovacchi che passano in vantaggio con Jagodnik; sulla sirena del terzo quarto mette una pezza "pesante" Binetti (69-71). L'inerzia del match sembra propendere per l'energica difesa del Nymburk, avaro di palle vaganti nella propria area e talmente umile da affidarsi al caro vecchio sano contropiede per superare la difesa schierata sicula. Blake Schilb, la stessa guardia che al terzo anno di college con Loyola University rischiò di essere draftato da junior dalla Nba, si porta sulle spalle la squadra e su Capo d'Orlando cala il buio pesto. Edney gioca a sprazzi, Jagodnik e Tomaszek sono montagne troppo alte da scalare per Brunner: al 35' Gray e company sfiorano la doppia cifra di vantaggio (88-79). Sacchetti s'inventa la soluzione del doppio play, con Edney-Binetti che imperversano e accelerano il battito dei paladini. A 35" dalla chiusura Slezak firma una tripla, impattata a fil di sirena da Caner-Medley. All'overtime Jagodnik scava il solco del +6, Caner-Medley e Ganeto illudono nella rimonta ma è Nymburg a chiudere i giochi (106-104). Valerio Chiné
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