IMPIANTO SPORTIVO “PISSI” - LA RISPOSTA DEL PROGETTISTA
Lettera pervenuta in redazione in risposta al comunicato Stampa Comunale 398 del 23 giugno 2004.
Non ho mai badato alle dicerie da marciapiede ma di fronte ad un sorprendente comunicato stampa di Palazzo Europa in cui si presumono errori in un progetto che a partire dal CONI di Roma è stato minuziosamente esaminato ed approvato dai vari organi di competenza, compresa una conferenza dei servizi, sento l’obbligo di precisare, sostenere e confermare che tutto ciò che nel comunicato di palazzo allude ad errori di carattere progettuale è privo di qualsiasi fondamento. Sull’argomento, non sono stato mai consultato, non mi è stata mossa alcuna formale contestazione ed ancora non mi è consentito sapere: - quali sarebbero le “presunte irregolarità delle tribune” , - con quali argomentazioni può sostenersi che la visibilità non è perfetta, - quali sarebbero le barriere architettoniche da eliminare, - perché il sistema di drenaggio, già di fatto perfettamente collaudato da due trascorsi inverni, non dovrebbe funzionare, - quali danni (se non vantaggi) può comportare la modifica della pista se su 6 corsie possono svolgersi anche gare internazionali salvo illudersi di ospitare le olimpiadi, - perché alimentare ingiustificate preoccupazioni agli orlandini se (caso raro) il finanziamento di ciò che è stato realizzato risulta a totale carico dello Stato, - cosa avrebbe da verificare l’ing. Giuseppe Lazzaro che in qualità di ingegnere capo ha già verificato e sottoscritto l’operato del progettista, - cosa dovrebbe verificare il collaudatore se il suo compito è quello di valutare non il progetto ma la corrispondenza fra i lavori eseguiti e le perizie progettuali. - cosa si aspetta per collaudare i lavori da anni completati. In particolare, in riferimento ai costi, sarebbe veramente interessante conoscere il costo minimo di una simile struttura realizzata in qualunque altro luogo d’Italia Chiunque leggesse la relativa documentazione progettuale troverebbe piena conferma di quanto sostengo e troverebbe anche esplicite giustificazioni sulle indispensabili scelte (e non errori) che sono alla base di ogni seria progettazione. La prima scelta di fondo è stata quella di realizzare con gli esigui finanziamenti a disposizione un’attrezzatura sportiva che permettesse a chiunque di FARE sport prima ancora di guardarlo fare. Si può non condivide tale scelta e fantasticare sull’infantile illusione che con le stesse somme e gli stessi spazi a disposizione si poteva realizzare e gestire un impianto spettacolare con le presuntuose caratteristiche di uno stadio olimpico.
Arch. N. Ingenuo
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