Comunicato Stampa n. 27 del 14 gennaio 2005
Un tripudio per Gianrico Tedeschi in “Tutto per bene”
Grande interpretazione, straordinaria presenza scenica, perfezione fin nei minimi particolari. Gianrico Tedeschi, 85 anni molto ben portati, con il suo “Tutto per bene” di Pirandello ha incantato la platea di Capo d’Orlando, che lo ha ricambiato con un tripudio di applausi. Un abbraccio ideale con il “grande vecchio” del teatro italiano, richiamato sul palcoscenico per ben tre volte al termine della performance che ha messo in evidenza le sue grandi doti di sensibilità scenica e umana. Al suo fianco, sulla scena come nella vita, la moglie Marianella Laszlo e la figlia Sveva Tedeschi, la cui interpretazione ha contribuito a dimostrare - se ve ne fosse stato bisogno - il perché a questa compagnia, per l’interpretazione della novella del 1906 dalla quale trasuda l’essenza più intima della filosofia pirandelliana, sia stato attribuito il prestigioso Premio Gassman per il migliore allestimento dell’ultima stagione teatrale italiana. Eleganti le scene e la regia di Jurij Ferrini, che con un sapiente gioco delle ombre e delle maschere ha saputo catapultare il pubblico nella realtà di inizio Novecento, così ben descritta da Luigi Pirandello. Capo d’Orlando ha veramente respirato aria di grande teatro con Gianrico Tedeschi, voluto in cartellone dall’assessore al turismo, Salvatore Mantineo, e dalla direttrice organizzativa, Simona Celi, per questa nuova edizione della “Quinta Stagione” al Teatro “Rosso di San Secondo”. La commedia si incentra sulla storia umana e familiare di Martino Lori (Gianrico Tedeschi), vedovo da sedici anni di una donna che ritiene santa e padre di una figlia, Palma, che crede sua. Ma tutti - pensando che lui sappia, ma accetti passivamente per salvaguardare la carriera - lo disprezzano apertamente, lo ignorano e lo fanno oggetto di sberleffi. L’altro personaggio di primo piano è il senatore Salvo Manfroni, discepolo del defunto suocero di Lori, un grande fisico al quale ha rubato un’importante idea. Non solo, Manfroni fu anche l’amante della moglie di Lori, gratificato nel frattempo con la nomina a capo di gabinetto del Ministero, e vero padre di sua figlia Palma. Un inatteso errore di quest’ultima aprirà gli occhi al povero Martino, che in maniera brillante, facendo davvero “tutto per bene”, riesce a ribaltare la sua situazione davanti alla famiglia. Pirandello, giocando sapientemente sull’equivoco, coglie l’occasione per esplorare l’animo umano e le sue centomila maschere. La prima messinscena risale al 2 marzo del 1920, a Milano, con l’interpretazione dell’indimenticato Ruggero Ruggeri. Gianrico Tedeschi, sulle scene dal lontano 1943, quando era internato in un campo tedesco insieme a personaggi del calibro di Guareschi e del critico teatrale Roberto Rebora, ha frequentato l’Accademia di Arte drammatica diretta da Silvio D’Amico ed ha lavorato, fra gli altri, con Luchino Visconti, Giorgio Strehler e Marcello Mastroianni. Oggi è certamente uno degli attori italiani più importanti.
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