ISTITUTO TECNICO STATALE COMMERCIALE E PER GEOMETRI "Francesco Paolo MERENDINO" Andrea Doria, 78 - 98071 Capo D’orlando (Messina) Tel. 0941.901063 - 0941.912658 http://www.itcgmerendino.it - itcg@itcgmerendino.it COMUNICATO STAMPA
Come diventare medico, sindaco e poeta? "Il poeta a scuola", due incontri col sindaco-medico-poeta di Terme Vigliatore, Gennaro Nicolò. "Come diventare medico, sindaco e poeta"? Potrebbe dirsi così, con una gag, il tema dell’interessante incontro svoltosi in due martedì consecutivi (15 e 22 febbraio scorsi) presso l’Itcg Merendino di Capo d’Orlando, col titolo "Il poeta a scuola". Protagonisti degli incontri il sindaco-medico-poeta di Terme Vigliatore, Gennaro Nicolò, e gli alunni delle classi IV A,B,C, D commerciale e IV A e B geometri, dell’istituto orlandino.
Organizzato dal preside Angelo Santaromita Villa e da Mimmo Mollica, responsabile d’area di.sco., l’incontro (coordinato dalla prof. Angiola Giuffrè) rientra tra le azioni volte a favorire l’orientamento scolastico e professionale, il contrasto della dispersione scolastica e il disagio.
Così il dott. Gennaro Nicolò ha descritto il percorso relativo agli studi di medicina e i successivi momenti che portano alla scelta e al lavoro professionale, con un appassionante e convincente racconto delle motivazioni personali e familiari che ne hanno determinato il destino e l’esito.
Un momento di particolare tensione emotiva si è avuto quando il dott. Nicolò ha parlato della "Giornata della memoria", attraverso una testimonianza personale riguardante il padre Sebastiano, sopravvissuto allo sterminio degli ebrei, essendo stato detenuto: "Ognuno era contrassegnato da un numero. A mio padre toccò il numero 8341, nel campo denominato M. Stammlager VII-B".
Per fortuna suo padre non era ebreo e "i non ebrei avevano un solo diritto: vivere per lavorare. Il realtà erano dei sopportati. Bastava un niente, uno sguardo, una febbre per essere fucilati sul posto!"
Quindi il dott. Gennaro Nicolò ha fatto visionare i documenti relativi al suo racconto. "I documenti che vi mostro, - ha detto il medico - che dimostrano la veridicità del mio racconto, li ho trovati in un cassetto della casa paterna dopo la morte di mio padre, avvenuta sei anni addietro. Il timbro nazista fa impressione ancora oggi. Mio padre raccontò più volte gli avvenimenti ma non fece mai vedere i documenti, per evitarci un forte impatto emotivo".
Dopodiché il sindaco-poeta ha dato fondo alle sue notevoli qualità oratorie e creative, raccontando le ragioni che lo hanno indotto ad addentrarsi nella vita amministrativa di Terme Vigliatore (il dott. Nicolò è nato a Reggio Calabria), in un carosello di racconti e recitazione delle sue poesie: "…dumani fazzu ‘u sindacu, ‘nto cori già m’u sentu. Tutti mi vonnu beni,/ mi dannu simpatia/ mi stringiunu li mani / e vonnu sempri a mia./ Ormai lu sannu tutti / chiddu chi vogghiu fari: / lavuru sempri novu / nenti tassi da pagari, / stradi sempri puliti / e tanti scogghi a mari.
E dopo la simpatica ma tagliente ironia, il poeta Nicolò ingrana la marcia del delicato ricordo d’infanzia, quando il desiderio di una bicicletta bruciava dentro come un fuoco : "Quantu la disia’ ‘na bicicletta….’’na Graziella gialla di secunda manu…/ rutta sfasciata e ‘rrugginuta, / quantu la disia’. / Oggi chi tunnai ‘nto paisi / dopu ott’anni e quasi deci misi… / Mi ‘mbasciu, l’accarizzu, l’abbrazzu / e ddà la lassu…"
Gennaro Nicolò è un poeta con la "B" maiuscola. L’iniziale di Ignazio Buttitta, il poeta in piazza, la memoria storica della poesia popolare, cui Gennaro si ispira in molte delle atmosfere che pervadono la sua opera, pregnante di verve creativa e di insidiosa genialità.
E come Ignazio, Gennaro teme la morte e la blandisce: "Quannu arriva lu me turnu / tra mill’anni o non sia mai / e sintiti a ddu stupidu parlari / unu di vui pigghia parola e dici: / Finemula, lassati stari / me patri muriu ‘ncazzatu / picchì…vulia campari!"
Un gioco in versi molto più vibrante di un inno alla vita. Un elisir di eterna "giovinezza" per chi giovane non è più e per i tanti giovani presenti, in grado di cogliere nelle parole di Gennaro un valido monito ad abbracciare la vita e ad amarla, a viverla come il più grande dono. Gennaro, così, fa bene alla scuola e agli uomini in essa contenuti. La sua poesia non è uno "specchio delle sue brame" nel quale cercarsi per visivo compiacimento. Gennaro e la sua poesia non hai bisogno di toccarli per sapere che sono veri, fruibili e tangibili.
Il "Poeta a scuola" è stato legittimato dal notevole gradimento dimostrato dagli alunni dell’Itcg Merendino, che lo hanno applaudito a lungo e fatto oggetto di domande e complimenti.
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