Comunicato Stampa n. 182 del 11 marzo 2005
Applausi, risate e profonde riflessioni per “Quando l’amore è cieco”
Risate e divertimento con il retrogusto amaro di una profonda riflessione sulla vita e sui sentimenti. Un viaggio nella storia del teatro di tradizione, con l’introduzione di alcuni elementi di novità che fanno di “Quando l’amore è cieco”, tratto da Menandro, un’opera originale e molto divertente. Straordinaria l’interpretazione di Romano Bernardi, autore e regista della commedia, che ha vestito i panni del vecchio padre beffato, di Mariarita Sgarlato nel ruolo della figlia infelice, di Filippo Brazzaventre nella parte dell’innamoratissimo pretendente disposto a tutto pur di incontrare il suo “sole”, e di Alessandra Caccialli, la saggia governante che custodisce nel cuore un grande segreto. Un’interpretazione sottolineata dai ripetuti applausi del pubblico del Teatro “Rosso di San Secondo”, che ha espresso in maniera unanime l’apprezzamento per il settimo spettacolo in cartellone per la Quinta Stagione teatrale allestita dall’Amministrazione comunale di Capo d’Orlando. Una storia incentrata sull’equivoco, che mette in risalto, in un contesto di grande ilarità, il desiderio di amare e di essere amati, ma anche la paura della vecchiaia e della morte. Don Virginio, vedovo da 25 anni, vive in casa con la figlia Margherita e la governante, sorella gemella della moglie dalla quale non ha mai ricevuto amore e che è morta pochi mesi dopo avergli dato una figlia, Margherita. Don Virginio ha una grande paura della morte, ma anche tanta voglia di ricevere amore. La giovane figlia ha visto il padre cacciare via da lei numerosi pretendenti, ma l’ultimo di questi, del quale si innamora attraverso messaggini da lui lanciati sul balcone per mezzo di una cerbottana, non lo vuole proprio perdere. L’equivoco nasce proprio su uno di questi biglietti. Don Virginio crede che il messaggio sia destinato a lui da parte di una misteriosa ragazza e va alla sua ricerca. Margherita e la zia governante approfittano subito dell’assenza del padre per far entrare in casa il giovane spasimante, un attore squattrinato e con una situazione familiare difficile. Il gioco degli equivoci, a questo punto, si complica. Zia e nipote pensano di tenerlo in casa facendolo vestire da cameriera, ma al suo ritorno, il vecchio, con uno stratagemma, scopre che la scrittura della “ragazza” è uguale a quella del messaggio. E allora? S’invaghisce a tal punto da volerla sposare presto. Una serie di esilaranti equivoci si verificano nella camera da letto di don Virginio, ma la verità prima o poi deve venir fuori. Lo spasimante di Margherita decide di svelare al vecchio il suo vero sesso, oltre ai motivi che lo hanno indotto all’incredibile messinscena. Ma è tanto il bisogno d’amore dell’anziano padre che equivoca anche su quest’ultimo aspetto ed è sull’orlo di accettare pure un amore così “diverso”. Il finale della storia è tutto da scoprire, ma come nelle più belle favole... vissero tutti felici e contenti.
Ufficio Stampa
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