Traffico di droga, arresti in Sicilia e Calabria
MESSINA - La polizia di Stato sta eseguendo 18 provvedimenti cautelari nei confronti di presunti appartenenti ad una organizzazione che avrebbe gestito un traffico di droga e lo spaccio di banconote false fra la Sicilia e la Campania. Gli ordini di custodia cautelare, uno dei quali ha raggiunto anche una impiegata giudiziaria in servizio alla procura della Repubblica di Barcellona (Messina), sono stati firmati dal gip del tribunale di Messina Antonio Genovese, su richiesta del pm della Dda, Ezio Arcadi. L'inchiesta condotta dagli agenti della squadra mobile, denominata «le due Sicilie», mette in evidenza contatti fra le cosche mafiose dei Bontempo Scavo e alcune delle persone arrestate e il clan camorristico dei Lauro. Gli indagati sono accusati a vario titolo di traffico di stupefacenti e falsificazione di banconote. Durante le perquisizioni effettuate stamani i poliziotti hanno trovato diversi biglietti da 50 euro contraffatti che erano destinati ad un mercato italiano ed estero.
A capo dell'organizzazione che gestiva il traffico di cocaina e marijuana e delle banconote false ci sarebbe stato Francesco Cannizzo, 45 anni, paraplegico, il quale, con l'aiuto della moglie Maria Caliò e della figlia Elisa, organizzavano lo spaccio degli stupefacenti. Tutti e tre, residenti a Capo d'Orlando, sono stati arrestati dalla polizia. Dalle intercettazioni effettuate nell'automobile di Cannizzo, con la quale si muoveva anche per lunghi viaggi per trasportare la droga o i biglietti da 50 euro falsi, emerge che l'uomo aveva a disposizione sette chili di cocaina e 400 chili di marijuana, pronte per essere spacciate nel messinese e nel palermitano. L'impiegata della procura della Repubblica di Barcellona Pozzo di Gotto arrestata è Anna Angela Aragona, di 38 anni, accusata di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, a cui il gip ha concesso gli arresti domiciliari. La donna avrebbe fatto parte dell'organizzazione guidata da Cannizzo.
Sono complessivamente quattro le donne arrestate su 18 provvedimenti eseguiti dagli agenti della questura di Messina. Ai domiciliari sono andati: Elisa Cannizzo, di 23 anni; Felice Tindaro Catena, di 24 anni, di Brolo (Messina) e Alessandra Damiano, di 30, abitante a Capo d'Orlando. Le ordinanze cautelari riguardano Basilio Caliò, di 29 anni, di Naso (Messina), Basilio Carlo Stella, di 36, di Capo d'Orlando; Dino De Angelis, di 29, abitante a Capo d'Orlando; Salvatore Giardina, di 32, di Brolo; Mario Giuliano, di 33, di Naso; Gioacchino Imburgia, di 38, di Santa Flavia (Palermo); Franco Mancari, di 36, di Capo d'Orlando; Giovanni Mauriello, detto Giannino, di 46, di Villaricca (Napoli; Antonino Montella, di 32, domiciliato a Giugliano in Campania (Napoli); Roberto Parasiliti Mollica, di 28, di Brolo; Carmelo Raimondo, di 23, di Capo d'Orlando e Angeo Perdicucci, di 30 di Brolo, a quest'ultimo il provvedimento è stato notificato in carcere. Sono sfuggiti all'arresto Roberto Parasiliti Mollica perchè si è trasferito da tempo in Inghilterra e il napoletano Antonio Montella.
Tutti gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e di banconote false, danneggiamento e violazione della normativa sulle armi. A inserire Cannizzo nel giro delle banconote false sarebbe stato Giovanni Mauriello. Dall'inchiesta emerge, infatti, che i napoletani dopo la faida di Scampia, avrebbero abbandonato in parte il traffico di stupefacenti e si sarebbero lanciati in quello dello spaccio degli euro falsi.
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