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CAPO D’ORLANDO IN BLUES - giovedì 21 luglio 2005 at 12:33
“CAPO D’ORLANDO IN BLUES” 2005 - 12° EDIZIONE – TRA BLUES E CANZONE D’AUTORE

Una manifestazione divenuta un punto di riferimento per gli appassionati del genere. Un festival che ha avuto l’onore di ospitare artisti di calibro internazionale come Rudy Rotta, Eric Sardinas, Popa Chubby e Jorma Kaukonen. Sono tanti i musicisti di talento che nelle usuali tre serate del festival orlandino hanno dato vita a performance coinvolgenti e di grande espressività musicale. Momenti di puro blues in un atmosfera di comunicazione e feeling con il pubblico. Quest’ultimo non è mai un elemento a sé stante, ma partecipa attivamente alle serate manifestando il proprio entusiasmo con applausi e balli e lasciandosi avvolgere da un contesto suggestivo, ai limiti del fiabesco, come quello del Parco di Villa Piccolo. Uno scenario quasi senza tempo per un genere che al giorno d’oggi continua ad ispirarsi alla propria tradizione con il vivo intento di scoprire nuovi percorsi stilistici. Una chiave di lettura, questa, che forse può aiutarci a capire come il blues sia comunque una musica sempre attuale per la sua caratteristica di parlare il linguaggio della strada, di soffermarsi sui vizi e le virtù dell’uomo comune, dall’innamorato che ha perso la propria donna all’avventuriero alla ricerca del riscatto costretto a confrontarsi con i dolori e le difficoltà della vita.
L’edizione di quest’anno, la 12°, vuole proprio espandere il discorso blues portandolo a confronto sia con il genere folk che con la canzone d’autore ed il rock più elettrico. Nel corso delle tre serate artisti come Massimo Bubola, Sonny Rhodes, Steve Gibbons, Rev. Rabia, il giovane Umberto Porcaro e la simpatica Doctor Sunflower Jug Band, trascineranno il pubblico ai quattro angoli del blues per rivelarne storia, evoluzione e potenzialità espressive.


29 Luglio: Doctor Sunflower Jug Band – Massimo Bubola

Massimo Bubola è presente sulla scena della canzone d’autore italiana dalla metà degli anni Settanta: il suo primo album di studio, Nastro Giallo, è del 1976. Si tratta di un album che impressionò Fabrizio De André il quale si avvalse della collaborazione di Massimo Bubola per la scrittura dei testi e delle musiche delle canzoni dei dischi Rimini (1978) e L’Indiano (1981).
Sin dagli esordi, l’artista porta avanti la sua particolarissima mistura di folk e di rock miscelato con testi di grande respiro letterario, formalmente curatissimi, che ha cantato e recitato anche in rassegne esplicitamente dedicate alla poesia accanto a Gregory Corso, Lou Reed, Eric Andersen ed altri.
Il suo terzo album Tre Rose (1981), più acustico e dai toni più intimisti, è stato prodotto da Fabrizio De André. E’ il primo disco di Bubola a conquistare la top ten della classifica italiana.
Nel corso degli anni, inoltre, Massimo Bubola ha portato avanti la sua passione per le traduzioni, realizzando la versione italiana di molte canzoni di autori americani come Dylan, Petty, De Ville.
Dal 1989 riprende copiosa la produzione discografica a proprio nome di Bubola: l’artista conferma la sua unicità nel panorama italiano ed europeo con album come Vita, morte e miracoli (1989), Doppio lungo addio del 1994 (considerato da molti come il più importante disco rock in lingua italiana), Mon Trésor (1997), Diavoli e farfalle (1999) e i primi tre volumi del cd Il Cavaliere elettrico (pubblicati fra il 2001 e il 2002), in cui Massimo Bubola ripropone le sue più belle canzoni dal vivo.
Il suo ultimo album, Segreti Trasparenti (2004), si presenta come una summa della carriera di Bubola, muovendosi, anche con forte coesione, tra l’amato folk rock, le ballads di matrice tradizionale, la musica tex-mex e addirittura la canzone napoletana, genere a cui, per altro, Bubola non è nuovo (tutti ricordano la Don Raffaè, scritta con De André all’inizio degli anni novanta).
Nel Novembre 2004, infine, viene pubblicato il Cavaliere Elettrico IV (I personaggi), che completa l’omonima quadrilogia live, con un’enfasi particolare sull’incontro tra il folk ed il rock, di cui Massimo Bubbola può dirsi, in Italia, uno dei primi maestri.

Quello di Dr. Sunflower (al secolo Mario Insenga) e della Jug Band è uno spettacolo tipo medicine show, in grado di tracciare una storia del blues in maniera disincantata, reale, mai didascalica.
Agli albori del blues, i medicine show erano spettacoli itineranti molto in voga nel sud degli Usam dove un "dottore" e la sua compagnia raggiungevano con un carrozzone le zone rurali per vendere “portentose” medicine in grado di curare tutto e niente.
Dal punto di vista della storia del blues, i medicine show hanno rappresentato un'ottima opportunità di lavoro per i musicisti e costituivano l'unico valido mezzo di diffusione e scambio di idee musicali all'interno di aree rurali, almeno fino all'avvento di radio ed industria discografica che si verificò a partire dagli anni '20.
I brani in repertorio della Jug Band comprendono anche ballate e brani tradizionali pre-blues, brani sempre introdotte da aneddoti del simpatico Dr. Sunflower, da anni custode dei segreti, talvolta inconfessabili, dei primi bluesmen.
30 Luglio: Rev. Rabia – Sonny Rhodes/Brian Templeton
Nell’olimpo del blues Clarence E. Smith, alias Sonny Rhodes, siede accanto ai pochissimi “grandi” rimasti dell’ultima generazione. Sonny Rhodes è un genuino bluesman texano ed è considerato uno dei maestri contemporanei. Un chitarrista versatile dotato di una voce ruvida e di una reale passione per la sua musica. Sonny suona la chitarra e la lap-steel guitar, strumento tipicamente texano, che ha rinforzato la sua originalità interpretativa producendo sonorità che ipnotizzano e stimolano la curiosità degli ascoltatori, uno strumento che dà alla sua musica un suono unico e coinvolgente.
Influenzato nei suoi debutti da Junior Parker e Bobby Bland, due cantanti che ebbero un’enorme popolarità negli anni 50’ e 60’, si è avvicinato col passare del tempo sempre di più allo stile vivido di Freddie King e più delicato del giovane T.Bone Walker e ai tanti altri chitarristi che lo hanno influenzatoall’inizio della sua carriera come Lowell Fulsom, Pee Wee Crayton e B.B.King,
Dal 1976 Sonny Rhodes ha avuto modo di farsi conoscere ed apprezzare notevolmente anche in Europa sia con molti tour sia registrando per parecchie etichette discografiche europee. Negli anni ‘80 si trasferisce nuovamente a Oakland e contribuisce alla fertile scena blues della Bay Area di S. Francisco diventando uno dei maggiori talenti/musicisti della nuova generazione dei bluesman della West-Coast.
Le molte registrazioni eseguite negli ultimi 45 anni di attività professionale testimoniano oltre ad un versatile repertorio che spazia dalla ballads al soul, dal deep blues al rhythm’n’blues, ad alcune dei più coinvolgenti hard drivin’shuffles, la raffinatezza e la purezza di questo straordinario cantante-chitarrista.
Sonny Rhodes sarà accompagnato sul palco da Brian Templeton. Quest’ultimo, fondatore e leader dei Radio Kings per molti anni, si è costruito una solida reputazione solista per essere un potente cantante baritono, un fantastico armonicista e un grande showman, tanto da meritarsi il titolo di “ The Boston best blues front man”.

Le performance live di Rev. Rabia, grintosa blueswoman originaria di Sacramento, California, sono una miscela esplosiva di virtuosismo chitarristico e di voce aspra e sensuale.
Il suo stile rievoca il blues rurale tipico degli anni '30, con frequenti citazioni di artisti quali Leadbelly, Memphis Minnie, Muddy Waters e Willie Dixon.
Fondamentale, nel suo percorso artistico, l’incontro con il veterano del Delta blues Robert Lowery da cui è nato il suo debut album Never too late che ha visto anche la partecipazione del talentuoso armonicista Virgil Trasher. Rev. Rabìa è, come ama definirsi, un Reverendo la cui missione è di suonare gli holy blues, i blues naturali della vita.

31 Luglio: Umberto Porcaro – Steve Gibbons

Steve Gibbons è stato uno degli elementi di punta di quell’ondata di blues-rockers sviluppatasi in Gran Bretagna negli anni ’70, sulla scia del successo planetario di Eric Clapton.
Il mitico slowhand aveva mostrato agli inglesi che per fare blues non solo non era necessario essere scuri di carnagione, ma neppure occorreva avere il passaporto a stelle e strisce. Gibbons, con la sua ottima band, fu uno dei primi a raccogliere la sfida, realizzando il suo primo LP, Short stories (1971).
Dopo alcuni anni la MCA, l’etichetta degli Who (con i quali condividerà il management), lo mette sotto contratto. Risalgono a questo periodo gli ottimi Any road up (1976) e Caught in the act (1977).
Nel 1988, Rollin’ on segna il passaggio alla Polydor, con la quale uscirà, l’anno dopo, quello che è considerato il capolavoro di Steve Gibbons, ovvero Down in the bunker.
Nel 1998, con alcuni membri dei Fairport Convention, realizza The Dylan Project, una sorta di monumento in musica dedicato al suo faro ispiratore. Gibbons ripercorre la carriera di Dylan attraverso quattordici pezzi minori, rivisti e reinterpretati. Il successo va al di là delle attese, e quello che nasceva come ultimo tributo a un grande della musica, si trasforma nel grande rientro di un blues-rocker di razza.
Nel 2004 esce il doppio dal vivo che Gibbons presenta in tour in tutta Europa. Tra i suoi lavori più recenti vi è anche la collaborazione con Massimo Bubola per il progetto Il cavaliere elettrico.

Umberto Porcaro è un giovane bluesman palermitano il cui primo album You belong to me (2002) attinge dal repertorio dei grandi interpreti (Little Walter, Muddy Waters) con 2 brani originali e 7 riletture di classici in pieno stile Chicago. Proprio grazie al brano che dà il titolo al disco Umberto Porcaro è stato selezionato per Obiettivo Blues In, un concorso per emergenti svoltosi nell’ambito del Pistoia Blues Festival avendo cosi l’opportunità di dividere la scena (primo artista siciliano nella trentennale storia del festival) con artisti del calibro di B.B. King, Buddy Guy, Robben Ford, Roy Rogers e di essere inserito nella compilation discografica realizzata successivamente alla manifestazione.
Nei primi mesi del 2005 si completa la realizzazione del nuovo album Burn the day away, comprendente 13 brani più una bonus-track live.
Sia nelle registrazioni in studio che nell’attività on the road, Umberto è sempre supportato dalla Roller Coster Band composta da giovani musicisti siciliani.
Il sito: “Villa Piccolo”

L’edizione del 2005 avrà luogo a Capo d’Orlando nel Parco Museo della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, luogo di magiche atmosfere, che fin dalla prima edizione ospita questa manifestazione.
Posta su un breve poggio che domina i giardini della Piana, Villa Piccolo è un luogo di memorie che, alla bellezza della campagna Orlandina aggiunge le suggestioni letterarie provenienti dai suoi ultimi raffinati abitatori, i Piccolo: Lucio, Casimiro e Agata Giovanna. Questi, pur tenendosi sempre in contatto con le più significative correnti culturali europee, scelsero una vita appartata, ai margini di un’epoca che avvertivano con distanza. Lucio Piccolo fu poeta raffinato, tra i più grandi della letteratura italiana del ‘900.
Tra i frequentatori di Villa Piccolo va ricordato Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che dei Piccolo era cugino. Qui, dov’egli era solito fermarsi per lunghi periodi, scrisse molte pagine del suo celeberrimo romanzo “Il Gattopardo”.
Villa Piccolo è attualmente museo e Fondazione con fini culturali, sede di convegni. Nella stagione estiva nello spiazzo antistante la villa si tengono concerti e manifestazioni culturali di alto profilo.


“CAPO D’ORLANDO IN BLUES” 2005

Progetto, direzione artistica ed organizzazione a cura dell’Asssociazione "Cross Road Club" - Via C.Antica 623, 98071, Capo d'Orlando (ME) - tel 0941.957235/955114

Web site:www.crossroad.it – e-mail info@crossroad.it
Infoline: 0941.902822-348.4940598-339.8483875
Ufficio stampa: Tommaso Casaraona tcasaraona@virgilio.it

29 Luglio: Doctor Sunflower Jug Band – Massimo Bubola
30 Luglio: Rev. Rabia – Sonny Rhodes/Brian Templeton
31 Luglio: Umberto Porcaro – Steve Gibbons

Inizio concerti ore 21,30 - Parco di Villa Piccolo - S.S.113 Km.109, Capo 'Orlando (ME) - ingresso € 6,00

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