Dopo il successo con Livorno i paladini ospitano Cantù. L'Upea prepara il bis
CAPO D'ORLANDO – Cerebuch di Trieste, Pozzana di Udine e Di Modica di Vittoria. Questa la terna arbitrale che domani sera (“PalaFantozzi”, ore 20,30) dirigerà la gara Upea-Cantù per il turno infrasettimanale della quarta giornata di campionato. Un match importantissimo e difficile e che vedrà protagonista a Capo d'Orlando un pezzo di grande storia del basket nazionale. Da Cantù sono nati o sono passati i vari Marzorati, l'attuale ct della nazionale Recalcati fino ad Antonello Riva. Ed in più, scudetti e due Coppe dei Campioni anche se l'ultima risale al 1983 nella celebre finale vinta di un punto (69-68) con Milano a Monaco di Baviera. Ieri mattina è ripresa la preparazione con coach Perdichizzi che ha dovuto velocizzare la fase tattica proprio a causa degli impegni ravvicinati. Grande attenzione puntata sul personaggio del momento, Oumala Nnamaka in attesa del prolungamento del contratto per tutta la stagione. Dopo il negativo esordio con Siena, sta crescendo un ritrovato Keith Carter, il neo-capitano biancazzurro che con una bella prestazione e la vittoria ottenuta con Livorno ha potuto festeggiare al meglio il compleanno con i suoi 29 anni. Dopo 3 giornate, l'ex-guardia di Teramo e Napoli ha segnato 42 punti (14 a partita) con il 29,4% da due, il 56% dall'arco, 83,3% dalla lunetta, 2 rimbalzi, 1,7 palle perse, ben 4,7 recuperate, 1,7 assist e 13,3 di valutazione media. Dopo essere stato l'unico baluardo offensivo a disposizione dell'Upea nel tracollo del secondo tempo di Bologna, contro Livorno Carter ha fatto difesa nel primo tempo su McPherson e selezionato ottimi tiri nella ripresa. «Sto bene anche se tutti dobbiamo ancora crescere molto - dice l'americano con il suo stentato italiano -. Contro Livorno abbiamo giocato bene, con una buona intensità ma sappiamo che dobbiamo fare meglio. La cosa più importante, però, era quella di vincere perché i due punti non solo sono la nostra prima vittoria in serie A ma ci hanno dato modo di riprendere gli allenamenti tranquillamente». Si sta rivedendo il Carter ammirato a Teramo due anni fa. «Siamo a metà strada ancora. Voglio dire che non sono al massimo come nel girone di ritorno di due stagioni addietro con Teramo ma neanche come un anno fa a Napoli, dove mi ero presentato sovrappeso e con alcuni problemi. L'importante è continuare a lavorare bene e proseguire così». I tifosi ti adorano. «Sono io che adoro loro. Capo d'Orlando è una piazza che conoscevo e l'entusiasmo della gente è stato uno dei motivi che mi ha convinto a tornare qui». – Un ricordo tra passato e presente? «Quando andai via al primo anno di Legadue, il presidente Enzo Sindoni mi disse, anzi, mi promise che o con la maglia dell'Upea o da avversario sarei tornato qui a Capo d'Orlando un giorno giocando in serie A. Questo è la conferma di quanto sia straordinario il nostro presidente». – Domani sera c'è una gara difficile contro Cantù che ha appena battuto Milano: quali le difficoltà? «Tantissime. C'è un gruppo sempre nuovo ma che coach Sacripanti fa giocare bene. E poi ha una grande tradizione, una squadra che ha la giusta mentalità. Occhio al lungo Kebu Stewart e a due tiratori, Jones e Mazzarino, che escono dalla panchina e che possono essere pericolosi con la loro mano calda». – Cosa vuoi promettere ai tifosi? «Sosteneteci e noi faremo di tutto per vincere ancora».
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