UPEA70 VERTICAL VISION 72
Dopo il bel successo nel derby con Milano, Cantù: una vittoria con il brivido finale
UPEA CAPO D'ORLANDO: Perry 9 (3/11, 1/3), Janicenoks 12 (2/6, 2/5), Traina (0/2 da tre), Nnamaka 6 (2/7), Bernard 6 (3/4); Jelic 8 (3/6, 0/1), Levin 3 (1/2 da tre), Carter 24 (9/10, 1/4), Ramelli 2 (1/1). N.e.: Valenti, Fabi, Kasmiler. All.: Perdichizzi. VERTICAL VISION CANTU': Johnson 17 (4/5, 1/3), Jones 9 (1/4, 2/10), Barrett 8 (2/2, 1/6), Jurak 12 (3/11, 1/1), Stewart 17 (4/12); Mazzarino 5 (1/1, 1/3), Michelori 4 (2/3), Zorzolo. N.e.: Gay, Squarcina. All.: Sacripanti. Arbitri: Cerebuch, Pozzana, Di Modica. Note - Parziali: 12-21, 28-39, 47-55; t.l.: Upea 9/13, VV 20/25; uscito per 5 falli: Carter al 37'44” (62-68); tecnico alla panchina Upea al 17'50” (24-31); spettatori 2.500 circa. dall'inviato CAPO D'ORLANDO Quel geniale striscione con su scritto “MinchiA unni ArrivAmmo” rende benissimo il senso di sbigottimento di questa realtà di 13 mila anime alle prese con il suo primo storico campionato di serie A. «Noi la storia vorremmo iniziarla a scrivere (anche se sei promozioni in nove anni non sono paglia, ndr) e al confronto quella di Cantù è già leggenda» confessa tradendo del pudore un dirigente dell'Orlandina a bocce ancora ferme. Eppure, Capo d'Orlando ha rischiato l'impresa in virtù degli ultimi 3'20” pazzi che più pazzi non si può. Sotto 57-68, con un parzialone di 13-1 i siciliani mettevano la freccia (per la prima e unica volta) a 42” dalla fine con Perry a dar la sola traccia di sé per il 70-69. Michelori prende il coraggio a due mani e a 27” fa 70-71 prima di subire lo sfondo di Perry a 7”. Jones in lunetta a 4” fa solo 1/2 (70-72) e sulla sirena Janicenoks piglia il ferro da tre. Sarebbe stato il paniere dell'incredibile successo. Ma riavvolgiamo il nastro. Tra gli esterni Sacripanti deve fare di necessità virtù, poiché alla sbandierata assenza di Nikagbatse occorre aggiungere anche quella dell'ultima ora di Squarcina (schiena bloccata). Ciò sta a significare due rotazioni in meno tra gli esterni, con i “perimetrali” così ridotti all'osso. Pronti via e Johnson si porta a spasso Perry, mentre Stewart tiene concione a Bernard: un paio di dritte che descrivono lo 0-14 al 5'20”. La stessa Upea sinora non pervenuta entra di botto in partita e con un break di 10-0 in 2' (suo primo canestro al 5'40”) riapre i giochi (10-14 al 7'35”). La schizofrenia del punteggio è la nota predominante ed ecco dunque un 7-0 esterno per il 10-21 al 9'. Johnson va in doppia cifra (è il primo a farlo) al 14' (16-24), mentre dall'altra parte il punto di riferimento offensivo è esclusivamente Carter. Squadre a contatto al 15' (20-24) e al 17' (24-28) prima di un nuovo allungo canturino agevolato anche dal tecnico sanzionato a Perdichizzi (24-35 al 18'15”). All'intervallo Stewart è già a 8 rimbalzi e 5 falli subìti (6/7 dalla lunetta), Johnson a quota 14 punti. Più 13 esterno al 21'30” (30-43), ma il match è ben lungi dal ritrovarsi in archivio (38-45 al 25') con Cantù ora disposta a zona. Jurak alza il volume (8 punti in 5') per il 42-53 al 28' anche se gli altoparlanti di squadra non amplificano a dovere i suoi acuti. Così, ancora in avvio del quarto di coda le apprensioni non sono del tutto fugate (49-55). Viene però il momento di coloro che erano stati più defilati: tripla di Mazzarino, tripla e piazzato di Barrett assecondano il 49-63 del 33' rilanciando la fuga. Upea a zona e la Vertical Vision si incarta sino a farsi rimontare come già raccontato. Il pallone (inteso come palazzo) è una bolgia, ma l'urlo finale resterà strozzato in gola. Fabio Cavagna
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