Legambiente sui programmi di ripascimento. Stop al cemento
«La spiaggia va difesa in maniera “naturale”» Legambiente Nebrodi critica con un duro comunicato stampa le strategie dell'amministrazione comunale e della Provincia relativamente alle politiche di difesa della spiaggia erosa del mare. Rimuovere le cause dell'erosione, questa la linea guida che deve ispirare ogni intervento, altrimenti, secondo gli ambientalisti, tutti gli interventi messi in atto rappresenteranno solo risorse finanziarie buttate a mare come sinora avvenuto. Questo il testo del comunicato stampa di Legambiente Nebrodi: «È di queste ore l'annuncio dell'ennesima riunione svoltasi in prefettura per discutere degli interventi urgenti da eseguire a difesa del lungomare di Capo d'Orlando. A richiederla l'amministrazione comunale che pensa di risolvere così i problemi legati all'erosione costiera. Considerata l'approssimazione con la quale il problema viene di volta in volta trattato, è utile ricordare alcune tappe dell'annosa vicenda. La spiaggia di Capo d'orlando è stata ricostruita sulla base di un progetto della Provincia di Messina e grazie ad un finanziamento dell'Unione Europa. L'intervento, definito “Progetto pilota di difesa costiera con ripristino ambientale”, era parte di un più vasto programma che contemplava l'eliminazione delle principali cause dell'erosione nel litorale di Capo d'orlando. Dopo l'attuazione del progetto di ricostruzione della spiaggia del centro, nulla è stato fatto per rimuovere le cause del fenomeno. Anzi, in questi ultimi anni si sono spesi milioni di euro in interventi di difesa e di consolidamento di strutture che ricreano od esaltano le condizioni per l'erosione: il caso certamente più vistoso riguarda la periodica ricostruzione del muro di sostegno del prolungamento della via Trazzera marina, muro che ormai coincide con la linea di battigia. Insomma una vera e propria tela di Penelope: da un lato si ricostruisce la spiaggia, dall'altro si favoriscono le condizioni perché venga distrutta». Nel documento poi si leggono le conclusioni degli ambientalisti: «È ora di chiudere questa fase schizofrenica; non si può, ad ogni mareggiata, ripartire da zero come se nulla fosse successo negli anni precedenti. Consolidare muri di sostegno servirà forse a far durare per più tempo una strada ma farà sparire la spiaggia; intensificare la presenza di pennelli o creare altri ostacoli al trasporto della sabbia potrà forse servire a rallentare l'erosione ma sposterà più in là il problema ed abbasserà la qualità della spiaggia. L'unica politica seria è quella di mettere mano alla rimozione delle cause scatenanti l'erosione, che sono state ampiamente riconosciute e certificate, e, nel frattempo, effettuare costanti manutenzioni del rinascimento con adeguati versamenti di materiali inerti. Legambiente Nebrodi ha finora sostenuto il progetto della Provincia regionale di Messina per la ricostruzione della spiaggia di Capo d'Orlando, considerandolo un primo passo in direzione del riequilibrio del sistema. «Da oggi chiederà con forza che tutte le amministrazioni competenti avviino i necessari interventi per rimuovere le cause dell'erosione e per ripristinare il meccanismo naturale di formazione della spiaggia. In altre parole: l'eliminazione delle briglie nei corsi d'acqua, l'allontanamento delle urbanizzazioni dalla battigia, la graduale rimozione delle scogliere frangiflutti».
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