SERIE A I paladini rimontano Biella nel finale quando il Match sembrava già perso, poi cedono di schianto nel supplementare. L'Orlandina si regala un'altra amarezza.
L'Upea Orlandina persevera nella sua sfida alla logica della pallacanestro pensando che si possa vincere con i rimbalzisti in perenne ricreazione. E così finisce per incassare il quarto ceffone al “PalaFantozzi” (su 5 gare: unica consolazione con Livorno) da un Biella tonico ma non irresistibile, riproponendo l'urgenza di “firmare” un lungo (oggi ci sarà l'ingaggio del lituano Praskevicius se supererà le visite mediche) che dia solidità al reparto che, di questi tempi, viene irriso da dirimpettai che, contro avversari statici e goffi, vanno puntualmente a nozze. Le cifre parlano di 53 rimbalzi (di cui 18 in attacco) per i piemontesi a fronte dei 39 dei biancazzurri, con il centro Alessandro Frosoni che ne ha tirati giù 9 ridicolizzando gli antagonisti Jelic (4) e Bernard (4), imitato da Williams che ne cattura 11 contro i 6 di Nnamaka e i 5 di Ramelli. E siccome la matematica non è un'opinione, Frosini e Williams hanno preso più rimbalzi (20) dell'intera batteria dei lunghi paladini (19). Con questo scenario disarmante è stato davvero un miracolo che l'Upea sia riuscita a portare all'overtime Biella, che ha quasi costantemente condotto la partita, anche se il suo vantaggio non è mai andato oltre gli otto punti (38-46 a -2'10” del 3. quarto). Per amore di verità va aggiunto che se ai rimbalzi è crollata miseramente, sugli altri temi difensivi l'Orlandina ha tenuto botta: non ha consentito a Biella di giocare in campo aperto grazie ai puntuali ripiegamenti degli esterni, Nnamaka ha limitato la “bocca di fuoco” Williams a 17 punti, e anche la marcatura di Janicenoks e Carter su Smith (partito in panchina per il malanno alla schiena, da play ha giocato all'inizio Johnson) è stata positiva, tanto che l'americano ha messo solo 12 punti in 33', realizzando una tripla su sei tentativi. Dicevamo di gara in salita per i paladini sin dall'avvio, disorientati dalla vivacità dell'ala piccola Sefolosha e dalla reattività sotto le plance di Williams, Garri e Frosini: la prima frazione si chiude con gli ospiti avanti di un punto 21-22 ma straripanti ai rimbalzi: 15-7. Si riprende nel 2. quarto con Traina e Ramelli in quintetto, giusto riconoscimento per tutto quello di buono che avevano fatto nel finale della precedente frazione (triplona del primo e due canestri da sotto per il lungo italo-americano), ma non cambia l'inerzia della gara. Nel finale Biella tenta l'allungo (30-37), ma ci pensa Williams a -47” commettendo fallo, seguito da un tecnico, a rimettere in carreggiata i padroni di casa che così all'intervallo lungo contengono lo scarto in 3 lunghezze (36-39). Il passivo si dilata nel “tempino” successivo (51-58), con Biella che anche nell'ultimo quarto tiene sempre la testa avanti potendo contare a 40” dalla sirena su un vantaggio di 5 lunghezze (70-75), frutto delle prodezze balistiche di Williams. Replicano gli esterni dell'Orlandina con Carter, Janicenoks e Perry: il play di colore “firma” dalla lunetta il 76 pari a -9”, poi sulla sirena (dopo il recupero di palla per infrazione di Sefolosha) Janicenoks fa carambolare la palla tra tabellone e ferro. All'overtime l'Orlandina, schierata con Perry, Carter, Janicenoks, Nnamaka e Ramelli, dà l'illusione della vittoria portandosi a +1 con una triplona di Carter (81-80), ma la replica di Biella è immediata: Smith dalla linea (2/2), Sefalosha da sotto e Frosini ancora dalla lunetta (2/2) per l'81-86 a -1'11”. A 5” dal termine Carter realizza due tiri liberi (85-88) e sulla sirena Janicenoks scaglia da centrocampo il tiro della disperazione: la traiettoria c'è ma il tabellone respinge in campo il pallone violento che sorvola il ferro. Sconfitta amara, delusione cocente, sottolineata dalle bordate di fischi del “PalaFantozzi” all'indirizzo di una squadra ancora alla ricerca anche di una identità collettiva.
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