Presentata ieri mattina al Municipio, conta già la firma di tredici consiglieri Un'altra sfiducia per Carrello. Questa volta è stata An a promuovere per la seconda volta l'iniziativa che avrebbe i numeri per mandare a casa il primo cittadino. Mantineo: «Sono imminenti altre adesioni»
Il primo cittadino di Capo d'Orlando, Massimo Carrello, è nuovamente sotto sfiducia. La mozione è stata presentata ieri mattina e porta la firma di tredici consiglieri comunali, tanti quanto poi ne necessitano nel Consesso civico per approvarla e chiudere così anticipatamente la sindacatura del rappresentante di Forza Italia. È stato l'alleato della prima ora, Alleanza Nazionale, a decretare l'avvio dell'iter della seconda mozione di sfiducia, confermando così la rottura di alcuni giorni fa quando il primo cittadino nominò una giunta di salute pubblica, che a parere degli uomini di Fini non era finalizzata alla riconquista della maggioranza, così come avevano perorato. Insieme alla firma dei dodici consiglieri che avevano votato la prima mozione di sfiducia (fallita per un solo voto), c'è ora anche quella di Vincenzo Triscari, il consigliere di An che prese il posto della dimissionaria Maria Grazia Riscifuli. Sulla trincea opposta a difendere quasi da soli il primo cittadino Massimo Carrello (l'altro è il forzista Rosario Abate) ci sono altri due consiglieri di An, Francesca Shepis e Massimiliano Fardella a conferma di una crisi interna ad Alleanza nazionale. Il coordinatore Salvatore Mantineo, che non ufficializza alcuna spaccatura all'interno del partito, è certo del successo della mozione di sfiducia tanto che esclude qualsiasi sorpresa in Consiglio comunale, così come avvenne il 3 ottobre quando inaspettatamente mancò il determinante tredicesimo voto. Allora fu l'indipendente Fernando Biscuso a fare dietro front davanti ad alcuni dubbi sulla legittimità dell'iter procedurale che a suo dire, avrebbe posto nel futuro non pochi problemi alla validità della sfiducia. «Le sorprese – dice Mantineo – saranno quelle di sovrabbondanza di adesioni alla mozione perché anche se non hanno firmato, a votarla ci saranno almeno altri due o tre consiglieri e con sedici voti su venti credo che la volontà di chiudere questa sindacata sia veramente unanime». La mozione molto probabilmente sarà votata entro la fine di questo mese e se dovesse ottenere il quorum, come tutto lascia prevedere, già a dicembre dovrebbe giungere a Capo d'Orlando il commissario per traghettare la città alle prossime elezione amministrative di primavera. Con il sindaco andrebbero a casa anche gli assessori della nuova giunta, nominati cinque giorni fa e naturalmente anche il Consiglio comunale. Sia il primo cittadino Massimo Carrello che il nuovo esecutivo sono rimasti sorpresi dall'epilogo inaspettato della crisi e così ieri hanno preferito non parlare. Ma alcuni passaggi della mozione riguardano proprio loro, i nuovi assessori, rei, agli occhi dell'opposizione, di non essere giovani e soprattutto uno, l'ex sindaco avvocato Carmelo Antillo, tanto bravo da oscurare amministrativamente il sindaco. Così si legge che «la nuova (e giovane) giunta (155 anni in due assessori, 57 anni di età media), recentemente nominata dal sindaco, non è né tecnica, né politica, né di salute pubblica, ma più semplicemente, come hanno capito bene tutti i cittadini di Capo d'Orlando, uno “strumento” raccogliticcio, non rappresentativo, asfittico, datato e finanche anacronistico, per tirare a campare e per consentire al sindaco di rifiatare; il sindaco, con la distribuzione delle deleghe, ha nominato un “commissario straordinario per la gestione delle attività amministrative”, si è privato di tutti i poteri e ha certificato, di fatto, la sua palese incapacità di amministrare, consegnando al “nuovo primo cittadino” le chiavi del paese (non si capisce, infatti, cosa andranno a fare al comune gli altri assessori e il... sindaco); che con tale comportamento, ha delegittimato non solo se stesso (rinnegando il copioso e fin troppo benevolo consenso ricevuto dagli elettori) ma anche e principalmente gli assessori uscenti (veicolando l'idea che fossero incapaci di amministrare) e con essi un'intera giovane classe politica che, faticosamente, si era candidata a gestire la cosa pubblica». Oltre a Carmelo Antillo, vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici urbanistica e sportello unico, Carrello aveva nominato Giuseppe Vita (Sanità), Angelo Santaromita Villa (Istruzione), Enzo Castano (Sport), Mariella Rando (Cultura), Salvatore Minissale (Turismo e bilancio) e Diego Petrelli (Servizi socio assistenziali).
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